Cosa Nostra non è una questione privata: al Piccolo lo spettacolo di Enia è una denuncia e un appello
Di Marta Calcagno BaldiniCategoria Recensioni
Pubblicato Marzo 31, 2025

Una presa di posizione aperta, che ha un climax di intensità per il pubblico milanese: ad un certo punto si abbassa
Uno spettacolo diviso in due, Autoritratto. Istruzioni per sopravvivere a Palermo (testo pubblicato da Sellerio), al Piccolo Teatro Grassi ancora fino al 17 aprile. Davide Enia, palermitano, classe 1971, artista associato de Piccolo dal 2012, immette nel testo tutta a sua vita e la sua esperienza più che di drammaturgo, attore, scrittore e regista, di siciliano. Accompagnato in scena dalle musiche composte e suonate alla chitarra da Giulio Barocchieri, sembra, in realtà, sempre solo: solo nel su desiderio di esternazione, solo nella sua volontà di rivelazione, solo (si spera di no) nel fine che il suo spettacolo si prefigge: sensibilizzare l’opinione pubblica sulla realtà Mafia. Che, secondo lui, non è una imposizione rivolta dall’alto ai siciliani: è parte del loro DNA, è “Cosa Nostra”, appunto.
Una teoria coraggiosa e testimoniata dallo spettacolo stesso: il primo cadavere per strada, Enia, lo incontra tornando da scuola. Alle elementari. E subito, a casa, si apre con la madre: che, ascoltando l’inizio del suo racconto, lo interrompe e gli dice “vai ad attaccare le figurine”. Una volta ascoltata alla radio la notizia dell’uccisione a cui per poco il figlio non stava per assistere, corre a chiedergli dettagli, e si attiva per avere ulteriore informazioni. Una collaborazione dei cittadini con un mondo che devono imparare a conoscere per evitarlo, quando possibile. E parlarne poco., figuriamoci raccontarlo.
Enia non cerca di dare soluzioni, impersonifica diverse situazioni che evidentemente ha percepito e vissuto solo per essere nato a Palermo. Uno spettacolo che fa della verità la sua arma, e effettivamente tiene inchiodati alla poltrona fino al racconto del bambino dodicenne ucciso e sciolto nell’acido dopo che era stato tenuto in una buca per mesi: il padre aveva parlato, non aveva rispettato l’omertà. 90 minuti senza intervallo che volano fino a questo momento. Qui lo spettacolo è come se raggiungesse il climax: dopodichè, purtroppo, la tensione si allenta eppure Enia prosegue con altri dati, avvenimenti, omicidi, verità. Sarà che forse il pubblico milanese sembra meno visceralmente coinvolto con tematiche così dirette per chi vive invece in Sicilia, o, magari, che, rispetto a qualsiasi argomento, il rischio di parlarsi addosso è sempre possibile, soprattutto, forse, se si è così motivati nella -seppur sacrosanta- denuncia che si vuole rivolgere alla Mafia.
DURATA: 90 minuti senza intervallo
INFO: Piccolo Teatro Grassi, via Rovello 2
Tel. 02-21126116, www.piccoloteatro.org
PREZZI: platea, 40 euro. Balconata, 32 euro
Consigli per prima o dopo lo spettacolo
Piccolo Cafè&Restaurant Milano
Situato nel Chiostro Nina Vinchi del Piccolo Teatro in via Rovello, è più di un locale di ristorazione: è infatti assorbito pienamente dalla vita (e gli orari) del teatro. Dal servizio di buffet quando si svolgono le conferenze stampa di mattina in settimana, alle cene dopoteatreo (su prenotazione), passando per gli aperitivi per il pubblico come per avventori esclusivamente lì per respirare l’atmosfera. Insomma, il Piccolo Cafè&Restaurant Milano è quasi un palcoscenico già lui stesso: tavolini nel chiostro e dentro, dietro alle vetrate che lo circondano, per offrire piatti semplici a prezzi ragionevoli (abbiamo provato un risotto zola e noci, biscotti e due bicchieri di vino rosso a 27 euro). Certo, non aspettatevi piatti dal sapore indimenticabile: aperto tutto il giorno, si tratta di una cucina non troppo saporita e veloce, realizzata più per offrire un servizio e permettere di passare momenti di relax durante il giorno e prima o dopo lo spettacolo. Oraari: lunedì, 11.30-20. Martedì-sabato: 11.30-23. Domenica: 11.30-20
Indirizzo: via Rovello 2
Telefono: 0272333505
Email: mail@piccolocaferestaurant.it
Pandenus Bistrot
Chissà se Ramazzotti ci è andato da quando il suo ex Resentin, il locale in via Mercato 24, è stato rilevato nel 2018 dalla società Hotel Pandenus, controllata a sua volta dalla holding Bretzel proprietaria del marchio fondato da Filippo Lecardane. Il Resentin aveva chiuso nel 2014, ma Ramazzotti era rimasto proprietario dei muri cedendo l’attività a Crocetta, il locale (di un suo amico) noto in città per i suoi veramente ottimi panini in corso di Porta Romana 67. Da quando la gestione è della catena che attualmente ha locali anche in Gae Aulenti, Melzi d’Eril, Largo La Foppa, piazza Vetra, corso Concordia e via Tadino, chiaramente ha perso un po’ dell’autenticità e del sapore del rapporto vero tra cliente e gestore. Si tratta più di un’amministrazione tecnica che sta molto, molto, troppo (?) attenta alle entrate più che a cercare una affiliazione con chi si reca nel locale. Al punto che, quando ci siamo andati, abbiamo perso ben due volte tempo a dimostrare che il gruppo non aveva intenzione di truffare il ristorante senza pagare alcune quote. Con foto e scannerizzazioni di scontrini, risalendo anche ad errori del locale (che una volta aveva stampato un prezzo superiore a quello effettivamente consumato) abbiamo dovuto dimostrare la nostra onestà di clienti. E perdipiu’ il controllo interno della sicurezza è totalmente assente: la seconda delle due sere in cui siamo andati al Pandenus di via Mercato una signora del nostro gruppo ha subito il furto della sua borsa. La gestione non ha dimostrato alcun interesse nell’aiutarla nella ricerca, ne’ si è assunta la minima responsabilità dell’accaduto. Come se il furto non fosse avvenuto nel loro locale. Ovviamente, data la sfiducia dimostrata verso di noi come ladri e, paradossalmente, il furto subito proprio da una persona del nostro gruppo, non torneremo mai più. Peccato, perché la cucina, che in via Mercato ha come chef Enrico Bartolini, propone buoni piatti di ricette tradizionali italiane. Compresa la pizza, il risotto giallo e pastasciutta di vario tipo. A prezzi che, tra l’altro, sono perfettamente nella norma per un locale del centro. Non viene neanche in mente di alzarsi senza pagare!
Indirizzo: via Mercato 24
Telefono: 028693391
Email: mercato@pandenus.it
Website: https://www.pandenus.it/it/store/pandenus-via-mercato-24/
Rovello18
E’ un locale che sfrutta il fatto che arrivino in prevalenza turisti stranieri. Noi, tutti milanesi o comunque abitanti a Milano, eravamo in quattordici per un pre-teatro (è molto vicino allo Strehler): abbiamo prenotato specificando che avremmo scelto antipasti o primi leggeri. Non abbiamo pagato alla romana: ho speso 20 euro per una ridicola porzione di minestrone freddo e due bicchieri di bianco. Allora: servizio veloce, cucina più che mediocre e soprattutto imbroglioni. Assurdo il prezzo pagato rispetto al piatto scelto e soprattutto alla irrisoria quantità che mi hanno servito (il corrispondente di un bicchier d’acqua pieno). La zona di Brera-Garibaldi è sempre più sgradevole per chi abita in città, troppo turistica.
Indirizzo: via Tivoli 2
Telefono: 0272093709
Email: rovello18@gmail.com
Website: https://www.rovello18.it/
Dumpling Mywei
Perfetto se cercate un posto poco dispendioso, allegro, semplice ma curato nei dettagli (ad esempio è quasi perfettamente accessibile). Locale quindi piccolo ma completo, si trova davvero a pochi metri dalle gradinate che portano al Teatro Strehler. Prima, 8 anni fa, qui c’era solo un bar, gestione cinese. Da due anni e mezzo la stessa famiglia ha convertito la sala in una piccola ravioleria cinese — o dumpling bar, per dirla all’Inglese. Il nome fonde il termine cinese Meiwèi — il cui significato è “delizioso” — con l’espressione inglese My way, a modo mio. Un luogo gestito e frequentato da giovani, per gustare, prima o dopo spettacolo, ravioli cinesi freschi preparati secondo l’antica tradizione, ma ogni volta sempre diversi. Aperti tutti i giorni dalle 11:30 alle 15:30 e dalle 18:00 alle 23:30.