Arlecchino: un Truffatore che sa farsi amare ancora
Di Marta Calcagno BaldiniCategoria Recensioni
Pubblicato Ottobre 29, 2024
Al Grassi Stefano De Luca riprende con successo la celebre regia di Giorgio Strehler della commedia goldoniana: la personalizza pur rendendo onore a uno spettacolo che ha fatto la storia del Piccolo
1745, 1987, 1997, 2024: 279 anni che esiste Il servitore di due padroni, la celebre commedia di Carlo Goldoni sulle stravaganti trovate di Truffaldino. Sono 37 che il Piccolo Teatro la rappresenta con il titolo di Arlecchino servitore di due padroni. La prima, dell’87, per la regia di Giorgio Strehler, fu lui a cambiare il protagonista, per il quarantennale del Piccolo. Riproposta dieci anni dopo in occasione del cinquantesimo della Fondazione del teatro milanese. Quella del 2024, per la regia di Stefano De Luca, in scena al Teatro Grassi fino al 17 novembre (dal 24 ottobre) è la prima senza Ferruccio Soleri, il celebre attore classe 1929, che lo interpretò dal 1963 (“da titolare, ma il mio primo Arlecchino fu a New York nel 1960”, dice l’attore in un’intervista per Avvenire). Venne scelto da Giorgio Strehler nel 1959 come sostituto di Marcello Moretti per il ruolo di protagonista: Soleri vinse anche il Guinnes dei primati nel 2010, dopo 50 anni di Arlecchino, per la più lunga performance di teatro nello stesso ruolo.
Nell’essere un nuovo spettacolo, senza Soleri e per la prima volta senza la riproposizione della regia di Strehler, questo Arlecchino potrebbe deludere gli appassionati della versione originale: con grande equilibrio e intelligenza De Luca riesce a proporre, invece, una nuova edizione che ricalca la precedente, risultando moderna e attuale. Il segreto? La maestria degli attori, la precisione dei costumi, il ritmo sempre sostenuto. La modernità delle azioni fuori scena, poi, contribuisce a rendere lo spettacolo vivace e mai lungo: come la suggeritrice, che prima di ogni atto va ad accendere le candele che illuminano il palco e intanto scambia con il pubblico parole confidenziali e in minima parte rivelatrici di retroscena, come per aprire una breccia nel dietro le quinte di una compagnia secentesca. O il breve monologo di Smeraldina “femminista”, lo spazio lasciato alla musica, la assoluta parità di livello degli interpreti in senso positivo.
Intorno a Enrico Bonavera nel ruolo di Arlecchino, che condivide, in alcune recite, il ruolo con Andrea Coppone, gli altri interpreti sono gli allievi della Scuola di Teatro del Piccolo “Luca Ronconi” diplomatisi nel mese di giugno. Insieme a loro, De Luca è un regista che si accosta al suo Arlecchino quasi come un restauratore ad un affresco: si deve vedere la sua mano, ma non deve offuscare l’originale. Allievo di Giorgio Strehler, si diploma nel 1990 in recitazione alla Scuola di Teatro del Piccolo Teatro e poi sempre al Piccolo al corso per assistenti alla regia. Frequenta seminari con Peter Brook, Lev Dodin e altri. Un regista che riesce insomma ad affiancarsi al suo Maestro riproponendone una delle sue più note regie senza cercare di superarlo e allo stesso tempo mostrandosi all’altezza.
DURATA: 180 minuti compresi due intervalli
INFO: Informazioni e prenotazioni 02.21126116 – www.piccoloteatro.org
Orari: tutti i giorni alle ore 19.30, salvo le domeniche (ore 16) e le pomeridiane per le scuole (6 e 13 novembre, ore 15)
Venerdì 1° novembre riposo
Prezzi: platea 40 euro, balconata 32 euro
Consigli per prima o dopo lo spettacolo
Piccolo Cafè&Restaurant Milano
Situato nel Chiostro Nina Vinchi del Piccolo Teatro in via Rovello, è più di un locale di ristorazione: è infatti assorbito pienamente dalla vita (e gli orari) del teatro. Dal servizio di buffet quando si svolgono le conferenze stampa di mattina in settimana, alle cene dopoteatreo (su prenotazione), passando per gli aperitivi per il pubblico come per avventori esclusivamente lì per respirare l’atmosfera. Insomma, il Piccolo Cafè&Restaurant Milano è quasi un palcoscenico già lui stesso: tavolini nel chiostro e dentro, dietro alle vetrate che lo circondano, per offrire piatti semplici a prezzi ragionevoli (abbiamo provato un risotto zola e noci, biscotti e due bicchieri di vino rosso a 27 euro). Certo, non aspettatevi piatti dal sapore indimenticabile: aperto tutto il giorno, si tratta di una cucina non troppo saporita e veloce, realizzata più per offrire un servizio e permettere di passare momenti di relax durante il giorno e prima o dopo lo spettacolo. Oraari: lunedì, 11.30-20. Martedì-sabato: 11.30-23. Domenica: 11.30-20
Indirizzo: via Rovello 2
Telefono: 0272333505
Email: mail@piccolocaferestaurant.it
GERRY’S BAR NELL’HOTEL DE MILAN
Il Grand Hotel et de Milan (tutti lo chiamano l’Hotel de Milan), si sa, è un salotto nel cuore di Milano. Riservato a chi ha preso una stanza nello storico albergo in cui alloggiava Giuseppe Verdi, certo, ma anche, grazie al suo Gerry’s Bar aperto alla Città, un ambiente perfetto per una tazza di tè, un aperitivo, spuntini leggeri durante tutta la giornata. E’ anche un pre o post-teatro aperto fino a tardi la sera. Ristrutturato di recente, mantiene il suo arredamento di pregio, pur non sacrificando la sua atmosfera unica. E’ il luogo ideale dove trovarsi nel caos cittadino per un momento di tranquillità. Per gruppi bisogna riservare una sala a parte.
Indirizzo: via Alessandro Manzoni 29, 20121, Milano
Telefono: 02723141
Email: info@grandoteldemilan.it
La Libera
Nel 1979 Italo Manca, ex marinaio di lungo corso, sempre elegante con i suoi grandi baffi, sigaro cubano Curchill e completi di stile inglese, apre (allora con il proprietario della Trattoria Vittoria) “La Libera”, una birraria con cucina, ossia una trattoria dove gustare piatti prevalentemente a base di birra, accompagnati dalle migliori birre del nord europa. Ancora oggi è possibile trovare in alcuni momenti in menu lo storico risotto alla birra, Il Liberato. Il menù propone specialitá regionali lombarde a base di carne e di pesce. Italo Manca è ancora proprietario della Libera, oggi con Gino Narducci.