Al Piccolo Teatro i totalitarismi del Novecento ispirano nuove domande, e in “Ritratto dell’artista da morto” i dubbi sul senso delle ideologie rimangono vivi

Di Marta Calcagno Baldini

Categoria Recensioni

Pubblicato Marzo 17, 2023

parte della scenografia di "Ritratto di un artista morto", credit @MartaCalcagno Baldini

Scritta e diretta da Davide Carnevali, artista associato dello Stabile milanese, la nuova produzione è interpretata da un efficace, spigliato e abile Michele Riondino

L’importante è partecipare, come nella vita. Per ogni accadimento esistono varie versioni, e la lettura di ciascuna dipende a sua volta da mille varianti, mai ne esiste una sola. Questa l’essenza del significato di “Ritratto dell’artista da morto (Italia ’41- Argentina ’78)”, la nuova produzione del Piccolo Teatro in coproduzione con Comédie de Caen – CDN de Normandie, Comédie, Centre dramatique national de Reims, Théâtre de Liège. Scritta e diretta da Davide Carnevali, artista associato del Piccolo, ha debuttato ieri, 16 marzo, e sarà in scena fio al 6 aprile al Piccolo Teatro Studio Melato.

Michele Riondino (il giovane Commissario Montalbano come lui stesso ricorda alla platea a inizio spettacolo) è se stesso in scena. Vive a Milano. Gli arriva una lettera a casa: gli viene restituito un appartamento a Buenos Aires che probabilmente un suo lontano parente ritiratosi molti anni prima in Argentina aveva comprato dopo l’esproprio a un dissidente al regime militare degli anni ’70.  Il cognome sulla busta riporta la scritta “Reondino”: un errore troppo piccolo per pensare di non partire. Eppure origini famigliari in Argentina l’attore non ne ha, o almeno non sapeva di averne. E così il nostro Montalbano Junior parte, accompagnato da Davide Carnevali, che in scena non compare mai, è presente solo simbolicamente ma è come se ci fosse. Anche lui è interessato alla partenza perché ha una ex fidanzata argentina e curiosità di riesplorare la realtà latinoamericana. Il Piccolo finanzia la loro viaggio, Canevali ne raccoglierà materiale per un futuro spettacolo.

L’importante è partecipare, come va va. Una volta arrivati a Buenos Aires Riondino, che vuole capire perché quella casa debba arrivare a lui, scopre che l’appartamento in questione era appartenuto a un compositore di origini italiane che sparì durante la dittatura militare. Un desaparecidos. Scopre anche che, al momento della scomparsa, il compositore stava lavorando sulle partiture incomplete di un musicista ebreo italiano di cui si erano perse le tracce quarant’anni prima, durante la Seconda Guerra Mondiale. Presenze, assenze, realtà, finzione: tutto lo spettacolo è magistralmente giocato su queste linee, che vengono mosse da Riondino in scena, e dall’incantesimo che riesce a creare grazie alla sua capacità attoriale indubbiamente, ma anche per la consonanza di tutte le parti che compongono uno spettacolo. La scenografia di Charlotte Pistorius (che firma anche i costumi, le musiche sono di Gianluca Misiti) che riproduce sul fondo della scena la casa da restituire, che per l’occasione diventa anche la stanza del b&b che Davide e Michele affittano a Buenos Aires. Dipende dai punti di vista. E al centro dello spazio ecco gli scatoloni del Piccolo Teatro che contengono in genere le scenografie: diventano parti in causa per la ricostruzione della vicenda storica e personale che Riondino decide di intraprendere per capire chi fosse veramente quel musicista e perché è sparito. Il pubblico avrà parte attiva in questo gioco di ricostruzione della realtà, sia per la versione personale che ogni spettatore ne avrà sia perché verrà anche chiamato in causa direttamente.

Per un finale che rimane aperto e pieno di dubbi su chi fossero veramente i vari fantasmi rievocati e che ancora aleggiano senza una collocazione definitiva. Una riflessione che asciuga il concetto di totalitarismo e di dittatura all’estremo, portando a riflettere sulla barbarie che hanno attraversato il Novecento.

Al punto che originariamente lo spettacolo sarebbe dovuto andare in scena al Piccolo Teatro Grassi, che durante la Guerra fu la sede della brigata fascista guidata da Ettore Muti. Però, dice sempre Riondino in conclusione, il dolore suscitato dal luogo sarebbe stato eccessivo. Il testo, già edito in Italia da Einaudi, è stato presentato per la prima volta alla Biennale di Monaco di Baviera e alla Staatsoper Unter den Linden di Berlino nel 2018, e sarà riproposto in una nuova versione in francese alla Comédie de Caen, alla Comédie de Reims e al Théâtre de Liège, coproduttori del progetto, nella stagione 2023/24. Per questo progetto, infatti, l’autore riscrive di volta in volta la storia, a partire dal contesto in cui il testo va in scena: Italia, Francia, Germania. Ognuno di questi Paesi ha avuto una relazione specifica con i totalitarismi del XX secolo, che esige di essere problematizzata.

Anche per questo spettacolo è intenso il programma di approfondimenti e appuntamenti paralleli.

Orari: martedì, giovedì e sabato, ore 19.30; mercoledì e venerdì, ore 20.30;

domenica, ore 16. Lunedì riposo.

Durata: 90 minuti circa

Prezzi: platea 40 euro, balconata 32 euro

Informazioni e prenotazioni: 02.21126116 – www.piccoloteatro.org

Consigli per prima o dopo lo spettacolo

  • La Libera

    Nel 1979 Italo Manca, ex marinaio di lungo corso, sempre elegante con i suoi grandi baffi, sigaro cubano Curchill e completi di stile ingleseapre (allora con il proprietario della Trattoria Vittoria) “La Libera”, una birraria con cucina, ossia una trattoria dove gustare piatti prevalentemente a base di birra, accompagnati dalle migliori birre del nord europa. Ancora oggi è possibile trovare in alcuni momenti in menu lo storico risotto alla birra, Il LiberatoIl menù propone specialitá regionali lombarde a base di carne e di pesce. Italo Manca è ancora proprietario della Libera, oggi con Gino Narducci.

    Indirizzo: Via Palermo, 21, 20121 Milano

    Telefono: 028053603

    Website: https://lalibera.it/it/menu/

  • Bar del Teatro Studio

    Esiste in teatro un piccolo bar che offre principalmente caffè e bevande. si può fare un aperitivo tranquillo senza pretese.

    Indirizzo: Via Rivoli, 6, 20121 Milano

  • Dumpling Mywei

    Perfetto se cercate un posto poco dispendioso, allegro, semplice ma curato nei dettagli (ad esempio è quasi perfettamente accessibile). Locale quindi piccolo ma completo, si trova davvero a pochi metri dalle gradinate che portano al Teatro Strehler. Prima, 8 anni fa, qui c’era solo un bar, gestione cinese. Da due anni e mezzo la stessa famiglia ha convertito la sala in una piccola ravioleria cinese — o dumpling bar, per dirla all’Inglese. Il nome fonde il termine cinese Meiwèi — il cui significato è “delizioso” — con l’espressione inglese My way, a modo mio. Un luogo gestito e frequentato da giovani, per gustare, prima o dopo spettacolo, ravioli cinesi freschi preparati secondo l’antica tradizione, ma ogni volta sempre diversi. Aperti tutti i giorni dalle 11:30 alle 15:30 e dalle 18:00 alle 23:30.

    Indirizzo: Via Rivoli, 2, 20121 Milano

    Telefono: 3737538973

    Website: https://www.myweibar.it/

  • Pandenus Bistrot

    Chissà se Ramazzotti ci è andato da quando il suo ex Resentin, il locale in via Mercato 24, è stato rilevato nel 2018 dalla società Hotel Pandenus, controllata a sua volta dalla holding Bretzel proprietaria del marchio fondato da Filippo Lecardane. Il Resentin aveva chiuso nel 2014, ma Ramazzotti era rimasto proprietario dei muri cedendo l’attività a Crocetta, il locale (di un suo amico) noto in città per i suoi veramente ottimi panini in corso di Porta Romana 67. Da quando la gestione è della catena che attualmente ha locali anche in Gae Aulenti, Melzi d’Eril, Largo La Foppa, piazza Vetra, corso Concordia e via Tadino, chiaramente ha perso un po’ dell’autenticità e del sapore del rapporto vero tra cliente e gestore. Si tratta più di un’amministrazione tecnica che sta molto, molto, troppo (?) attenta alle entrate più che a cercare una affiliazione con chi si reca nel locale. Al punto che, quando ci siamo andati, abbiamo perso ben due volte tempo a dimostrare che il gruppo non aveva intenzione di truffare il ristorante senza pagare alcune quote. Con foto e scannerizzazioni di scontrini, risalendo anche ad errori del locale (che una volta aveva stampato un prezzo superiore a quello effettivamente consumato) abbiamo dovuto dimostrare la nostra onestà di clienti. E  perdipiu’ il controllo interno della sicurezza è totalmente assente: la seconda delle due sere in cui siamo andati al Pandenus di via Mercato una signora del nostro gruppo ha subito il furto della sua borsa. La gestione non ha dimostrato alcun interesse nell’aiutarla nella ricerca, ne’ si è assunta la minima responsabilità dell’accaduto. Come se il furto non fosse avvenuto nel loro locale.  Ovviamente, data la sfiducia dimostrata verso di noi come ladri e, paradossalmente, il furto subito proprio da una persona del nostro gruppo, non torneremo mai più. Peccato, perché la cucina, che in via Mercato ha come chef Enrico Bartolini, propone buoni piatti di ricette tradizionali italiane. Compresa la pizza, il risotto giallo e pastasciutta di vario tipo. A prezzi che, tra l’altro, sono perfettamente nella norma per un locale del centro. Non viene neanche in mente di alzarsi senza pagare!

    Indirizzo: via Mercato 24

    Telefono: 028693391

    Email: mercato@pandenus.it

    Website: https://www.pandenus.it/it/store/pandenus-via-mercato-24/

  • Rovello18

    E’ un locale che sfrutta il fatto che arrivino in prevalenza turisti stranieri. Noi, tutti milanesi o comunque abitanti a Milano, eravamo in quattordici per un pre-teatro (è molto vicino allo Strehler): abbiamo prenotato specificando che avremmo scelto antipasti o primi leggeri. Non abbiamo pagato alla romana: ho speso 20 euro per una ridicola porzione di minestrone freddo e due bicchieri di bianco. Allora: servizio veloce, cucina più che mediocre e soprattutto imbroglioni. Assurdo il prezzo pagato rispetto al piatto scelto e soprattutto alla irrisoria quantità che mi hanno servito (il corrispondente di un bicchier d’acqua pieno). La zona di Brera-Garibaldi è sempre più sgradevole per chi abita in città, troppo turistica.

    Indirizzo: via Tivoli 2

    Telefono: 0272093709

    Email: rovello18@gmail.com

    Website: https://www.rovello18.it/

  • Bistrot Degustazione alla Casa degli Artisti

    Ospitalità perfetta al Bistrot “Degustazione” nella Casa degli Artisti: arriviamo tardi, senza prenotazione e a cucina quasi chiusa, ma si dimostrano comunque disponibili ad accoglierci. Prendiamo una buona tartar con un bicchiere di vino. Il locale è ampio, spazioso, con una parte in esterno. Esiste anche una terrazza dove si può mangiare, e il servizio è cortese, l’ambiente abbastanza famigliare, di persone che conoscono già il posto. Del resto il locale nasce in una struttura storica per Milano quale la Casa degli artisti, fondata nel 1908 come residenza per pittori e scultori e sovvenzionata dalla famiglia Bogani, mecenati milanesi. E’ poi diventata una casa occupata dagli anni ’70-’90 fino al restauro, voluto dal Comune e conclusosi nel fatidico febbraio2020. A causa del Covid 19 ha dovuto immediatamente richiudere: oggi per tutti, non solo per artisti, la Casa è un luogo d’incontro, e anche il Bistrot fa la sua parte per rendere la struttura accogliente sotto ogni punto di vista. La gestione è affidata a Future Fond, “affezionati al futuro”, impresa fondata da Lorenzo Castellini che “sviluppa progetti e reti in ottica di rigenerazione urbana”, in cui la campagna entra in città. Infatti, affacciato sul giardino pubblico Pippa Bacca, lo spazio “Degustazione” si distingue per il vivaio di erbe spontanee, aromatiche e officinali da ammirare e gustare sul posto. I tavoli all’aperto, sempre del Bistrot, valorizzano il fatto che la Casa degli Artisti sia un luogo di connessioni per tutti. Info. www.casadegliartisti.net, per prenotazioni via WhatsApp: 3427992990

    Indirizzo: Corso Garibaldi 89/A o con ingresso da via Tommaso da Cazzaniga

    Telefono: 3427992990

    Website: https://degustazione.org

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