Ventiquattro anni per il Cirano di Corrado D’Elia, ora al Leonardo: raccontare un antieroe oggi
Di Marta Calcagno BaldiniCategoria Recensioni
Pubblicato Ottobre 22, 2022

Spettacolo che accompagna l'attore e regista fin dall'inizio della sua carriera, risultando sempre attuale nella resa e nei concetti
Nel 1998 la prima rappresentazione del “Cirano di Bergerac”, adattamento e regia di Corrado D’Elia, anche attore protagonista. Il testo di Edmon Rostand, drammaturgo francese del XIX secolo, nella traduzione di Franco Cuomo, è per D’Elia una storia eterna. E lo dimostrano le migliaia di repliche in tutta Italia per più di 250mila spettatori. Successo che dipende dal modo in cui questo spettacolo è pensato, diretto e interpretato dall’attore milanese. Due ore ininterrotte di teatro di corpi, di fisicità e parola: la scena si apre agli spettatori come una pedana in discesa su cui gli interpreti stanno in precario equilibrio, paradossalmente avendo continuamente bisogno di muoversi, spostarsi, interagire. Per uno spettacolo che mette al centro gli attori, e in cui lo spazio scenico ha la funzione di costituire delle barriere. Da questo contrasto corpi-scena traspare ancora più chiaramente che davanti alle difficoltà gli altri cercano un equilibrio e un rifugio accontentandosi di un ruolo della vita, nella società. Cirano invece vive per i suoi ideali ed è disposto, in nome di questi, a combattere. Anche nel modo più doloroso per un eroe: farsi da parte.

Nutre infatti un segreto amore per la bella Rossana, sua cugina: quando le sta per dichiarare il suo sentimento, scopre però che lei è innamorata di Cristiano, giovane di bell’aspetto ma di poca intelligenza. Nonostante il dolore, Cirano maschera la sua passione e decide di aiutare Rossana a conquistare Cristiano. In un’epoca di virtuosismi postati su Facebook, D’Eia continua a raccontare l’anti eroe per eccellenza: il Cirano che porta in scena è un uomo comune, che soffre e che vive le proprie passioni fino infondo: è uno “scontroso spadaccino”, dal naso lunghissimo e dal carattere sfacciato e sensibile. E’ un virtuoso nella spada e nella parola, ma non le usa per annientare il suo nemico. Anzi: le sue poesie conquistano Rossana, recitate da Cristiano che sotto la finestra dell’amata le dedica a lei. Gli sono suggerite a poca distanza da Cirano. E quando entrambi i cadetti partono per la guerra, le lettere sono di Cirano, firmate Cristiano. Sarà troppo tardi quando Rossana si accorgerà di chi era innamorato il suo cuore inconsapevole: appena scoperta la verità, Cirano lascia la vita: “Ho sbagliato tutto, anche la morte”.

Sì. Perché questo spettacolo, raccontato alla perfezione e in cui corpo, scena e parola si muovono in equilibrio impeccabile, infondo lascia aperta una domanda: di chi è la responsabilità del dolore di Cirano, se non sua? Il suo idealismo autolesionista, il suo darsi per il prossimo rinunciando a se stessi è un modo per costruire davvero nella vita e rendere felice il prossimo?INFO. MTM Teatro Leonardo – dal 20 al 30 ottobre 2022
CIRANO DI BERGERAC di Edmond Rostand – traduzione Franco Cuomo – adattamento Corrado d’Elia
da martedì a sabato ore 20.30 – domenica 16.30
intero 25,00€ – convenzioni 20,00€, ridotto Arcobaleno (per chi porta in cassa un oggetto arcobaleno) 20,00€, Under 30 e Over 65 – 15,00€, scuole di teatro e Università 15,00€, ridotto Bicicletta € 15,00, ridotto DVA 12,50€, scuole MTM, Paolo Grassi, Piccolo Teatro 10,00€, tagliando Esselunga di colore ROSSO, prevendita 1,80€
durata dello spettacolo: 120 minuti – senza intervallo
Info e prenotazioni biglietteria@mtmteatro.it – 02.86.45.45.45
Biglietti sono acquistabili sul sito www.mtmteatro.it e sul sito e punti vendita
Consigli per prima o dopo lo spettacolo
Trattoria Sole
Si chiama “Trattoria Sole” perché si scorge lo stabile che ora ospita il ristorante in questione in un fotogramma del film di De Sica “Miracolo a Milano” (del 1951): la scena è quella del raggio luce che scalda per pochi secondi la folla povera e infreddolita. Aarredi vintage cercati con cura e rigore, per sprofondare in quella Milano periferica di cui racconta il film, per gustare ricette della tradizione milanese ma non solo: fusilli al pesto, riso freddo con tonno e capperi, o fusilli con crema al radicchio rosso. Per passare al roast-beef con olio e rosmarino, o alla torta rustica con merluzzo, broccoli e zucchine. Insomma la tradizione lombarda si unisce a quella regionale italiana con spazio per tocchi di fantasia e ispirazioni da tutto il mondo.
Indirizzo: Via Carlo Valvassori Peroni, 41, 20133 Milano
Telefono: 022364182