Un Compleanno di terrore al Menotti firmato Peter Stein

Di Marta Calcagno Baldini

Categoria Recensioni

Pubblicato Novembre 13, 2023

foto di scena de "Il Compleanno", credit @TommasoLePera
Foto di scena de "Il Compleanno", credit @TommasoLePera

Ottimi gli attori per lo spettacolo di Harold Pinter che torna in scena nella produzione Tieffe Teatro: il regista tedesco li ha guidati in un lavoro di cui hanno totale responsabilità

“L’attore per me è tutto”. “Sono il regista degli attori”. “Il teatro è totalmente dipendente dagli attori”. “Vi spiego il mio concetto di regia. Il teatro è fatto di testo, attori e regista. Oggi invece succede così: un regista dice a un attore di tirare fuori un pene di plastica blu quando la battuta dice di trare fuori una spada. L’attore non capisce e chiede, giustamente, perché? Il regista allora risponde: perché te lo dico io. (…). Ho sempre gridato come un pazzo contro i registi che fanno gli autori”. Sono estratti della conversazione con Peter Stein (Berlino, 1937), regista influente della scena tedesca e non solo, riportati dall’ultimo libro di Corrado D’Elia e Sergio Maifredi, “Strade maestre” (Ed. Cuepress, Imola 2023, 222 pp, 24.99 euro) in cui i due autori (e registi teatrali) hanno, negli anni del Covid, intrapreso un viaggio per andare a parlare direttamente con tutti i Maestri del teatro contemporaneo per carpire da loro segreti, ricordi e opinioni sul teatro.

La recensione de “Il compleanno” di Harold Pinter (autore londinese, 1930), che torna in scena al Teatro Menotti, via Ciro Menotti 11, produzione Tieffe Teatro, fino al 19 novembre, parte da questo estratto perché la regia dello spettacolo è proprio di Peter Stein, e ricordare la profonda attenzione del maestro tedesco verso gli attori è davvero importante mentre si assiste allo spettacolo: è totalmente affidato agli interpreti. Un testo difficile, che narra la storia surreale di Stanley, Alessandro Averone, un uomo sulla trentina, musicista ancora senza successo, che vive nella casa-pensione dei due coniugi Meg (Maddalena Crippa) e Petey (Fernando Maraghinini).

“Il Compleanno” fu messo in scena per la prima volta il 28 aprile 1958 all’Arts Theatre di Cambridge e diretto da Peter Wood: è una delle pièce più apprezzate e rappresentate di Harold Pinter che la scrisse a soli 27 anni, influenzato dal teatro dell’assurdo di Samuel Beckett e dalla lettura del “Processo” di Franz Kafka, di cui lo stesso Pinter realizzò nel 1993 una sceneggiatura cinematografica. 

L’atmosfera è tesa fin dalla prima scena (la stessa per tutto lo spettacolo), di Ferdinand Woegerbauer, che mostra la cucina della coppia mentre Meg è indaffarata a preparare la prima colazione al marito come ogni mattina. Cornflakes, pane fritto, tè caldo…  il marito sembra mangiare davvero, la verità è massima, e lei è dedita di attenzioni verso il coniuge. Eppure in questo quadro di armonia famigliare l’inquietudine che si respira è già alta, e cresce con l’arrivo di Stanley (intanto Petey è andato a lavorare): tra i due il rapporto è ambiguo, le attenzioni della signora verso l’ospite sembrano sconfinare verso un equivoco senso materno. Un rapporto che sarà disturbato da altri avventori della pensione: Lulu (Emilia Scatigno), l’avvenente fanciulla vicina di casa, ma soprattutto i due nuovi ospiti che arriveranno nella casa (Goldberg, Gianlluigi Fogacci, e McCann, Alessandro Sampaoli): con la scusa di festeggiare il compleanno di Stanley, vogliono entrare nella pensione, per poi rapirlo, ucciderlo, ostacolare la sua serenità trovata in una casa non sua, con gente che lo ama nonostante i suoi problemi e il suo non essere come la maggior parte delle persone. In un crescendo di tensione e inquietudine che non viene assolutamente sedato dal lieto fine, e che però, nonostante il senso di ansia che lascia lo spettacolo, si conclude con una soddisfazione massima del pubblico verso una squadra di attori che riesce veramente a dare il meglio. “Un tipo perdente, con un passato non molto chiaro, è raggiunto da questo stesso -dice Peter Stein del suo spettacolo-. E’ impaurito, e forzato a trasformarsi in un uomo che segue rigorosamente le regole ferree della vita quotidiana. L’atmosfera di una minaccia continua non smette mai – come nella vita di tutti noi – di dominare qualsiasi azione”. E continua: “La domanda: chi siamo noi? Alla quale non possiamo mai rispondere perché una falsa o oscura memoria si mischia con la nostra voglia di metterci in scena, sta al centro di questo compleanno d’orrore”.

DURATA: 2h30min compreso intervallo

Info. Teatro Menotti, via Ciro Menotti 11. Tel: 02-82873611 –  biglietteria@teatromenotti.org, www.teatromenotti.org

Prezzi. Intero – 32.00 € + 2.00 € prevendita. Ridotto over 65/under 14 – 16.00 € + 1.50 € prevendita

ORARI SPETTACOLI: dal martedì al sabato, ore 20. Domenica, ore 16.30. Lunedì, riposo

Consigli per prima o dopo lo spettacolo

  • Bar Teatro Menotti

    Dopo che Filippo Perego ha acquistato il Teatro Menotti scampandolo dal diventare il parcheggio  degli eleganti appartamenti che sono appena nati con la riqualificazione di tutto lo stabile in cui c’è anche questa Sala, al piano terra è stato ricavato un bar. L’estetica è semplice: solo tavolini e un bancone infondo. Se la gestione fosse ancora quella del genitore e figlio che fino a poco fa con gentilezza e eleganza portavano, per 7 euro, al tavolo un buon calice di Falanghina a giusta temperatura, accompagnato da patatine, pizzette e focaccine ottime e salumi (e senza la smania di avere subito il pagamento), l’aperitivo sarebbe stato ancora consigliato. Ora la gestione è passata a Gattò, il ristorante di cucina napoletana e francese (loro stessi si definiscono così) in via Castel Morrone. Il problema è che, non essendoci una sala in più e neanche un vero piano di lavoro, il ristorante arriva in teatro con piatti già preparati precedentemente e freddi. Ad esempio per uno spiedino di tre mozzarelline (micro) e un crodino, chiedono 13 euro. Andando in cassa autonomamente a ordinare, pagare e riportandosi da sè le scelte al tavolo. Un altro trattamento, di minore qualità e a prezzo quasi raddoppiato.

    Indirizzo: via Ciro Menotti 11

  • Rosy e Gabriele

    Troverete la storica pizzeria degli attori e persone dello spettacolo. I due originari fondatori del ristorante (Rosy e Gabriele) ora sono in pensione, ma 11 anni fa, hanno lasciato il locale a chi già lavorava con loro da 37 anni. Qui la cucina è aperta fino a tardi (il ristorante chiude all’1), in un ambiente movimentato, allegro e in cui lavorano veri professionisti del servizio ai tavoli, da sempre in sala con camicia bianca e papillon nero. Gestiscono l’arrivo di clienti con o senza prenotazione con maestria e simpatia. Si possono mangiare classici piatti milanesi come risotto o cotoletta, ma la specialità è la pizza, presente in varie ricette. Sarete serviti in un’unica sala da pranzo conviviale dal sapore anni ’70-’80, come il paniere d’altri tempi che contiene amaretti, dolcetti alle mandorle e caramelline al limone o alla menta che viene servito a fine pasto se si sceglie di non prendere il dolce.

    Indirizzo: Via Giuseppe Sirtori, 26, 20129 Milano

    Telefono: 0229525930

  • BBQ

    Da sempre a conduzione famigliare (lui milanese lei di origini argentine), questo ristorante insieme rustico e raffinato punta tutto sulla carne: filetto, tagliata, fiorentina, chateaubriand, tartar per citare i piatti imperdibili, sia per il sapore che per l’ottima qualità. Tra ottimi vini, si trova anche la cerveza Quilmes o la Buenos Aires, mentre, tra le pregiate carni perlopiù italiane, non manca l’entrecote di manzo argentino “Rioplatense”. In menù da assaggiare anche il Salame di Varzi (12 euro), o le tagliate (22 euro, 48 quella “All’antica”, per due persone), come i filetti (27 euro).

    Indirizzo: via Pasquale Sottocorno 5, Milano

    Telefono: 0276003571

    Website: https://ristorantebbqmilano.it/il-menu/

  • S’incantu

    Che il ristorante sia ora in mano a una vera professionista si intuisce già dall’accoglienza: arriviamo in seconda serata, dopo teatro (dal Menotti sono circa 7 minuti a piedi), e Veronica è seduta con altre giovani donne fuori sui tavolini esterni. Non c’è problema, la cucina del S’incantu è ancora aperta, possiamo accomodarci. Ci accompagna tra i tavoli, con tovaglia bianca, poltroncine arancioni e parquet scuro. Colpiscono i piatti, tutti decorati con fantasie colorate in sintonia con il resto dell’ambiente. “Mettetevi tranquilli, rilassatevi, ora è un momento per voi”. E così, dopo poco, ci porta il menù e cominciamo la nostra piccola avventura nelle terre e l’ottima cucina della Sardegna. Veronica, infatti, è di Muravera (Cagliari). Famiglia di ristoratori, a Milano hanno gestito già molti ristoranti (il Sapori di Mare, il Quarta Carbonaia e altri). Certo, la nostalgia della propria isola rimane, ma la serietà tipica di questo popolo ha il sopravvento. E se si sceglie di seguire un progetto, si fa bene. Ecco che infatti ci vengono serviti dopo un tempo di attesa breve un piatto di ottima fregola sarda e uno di spaghetti con la bottarga. Il Vermentino di Sardegna è d’obbligo, il tutto per il prezzo di 50 euro in due (25 a testa). Da tornare.

     

    Tel. 02-83558231, info@sincantumilano.it

    Chiuso solo il lunedì (aperto pranzo e cena dal martedì alla domenica)

    Indirizzo: via Gustavo Modena 28

    Telefono: 0283558231

    Email: info@sincantumilano.it

    Website: https://www.instagram.com/sincantu.milano.ristorante/

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