Umberto Orsini conquista il Teatro Caio Melisso al Festival dei Due Mondi
Di Marta Calcagno BaldiniCategoria Festival, Recensioni
Pubblicato Luglio 2, 2025

In "Prima del Temporale" l'attore dal camerino ripercorre la sua intera carriera arrivando ad individuarne l'essenza: comunicare al prossimo
Inaugurare la Sezione Teatro del Festival dei Due Mondi di Spoleto lo scorso 27 giugno, ore 18, dev’essere emozionante per un attore. Anche per Umberto Orsini, 91 anni di cui 69 tra palco e pellicola (soprattutto teatro, diretto, tra gli altri, da Franco Zeffirelli a Luca Ronconi, dopo il debutto, poco più che ventenne, con la Compagnia dei Giovani nel 1957), che infatti lo ha aperto con Prima del Temporale, in Prima Assoluta venerdì scorso, spettacolo nato da un’idea di Orsini e Massimo Popolizio che lo hanno scritto, per la regia di quest’ultimo.
Il Teatro Caio Melisso Carla Fendi, in piazza del Duomo, restaurato nel 1958 dopo un lungo abbandono, è parte diretta del coinvolgimento tra la platea, palchi e il palcoscenico che sta per consumarsi: è sold out, come anche si intitola l’omonimo libro di Orsini (ed. GLF, 18 euro), e “sì -scrive Orsini-, il tutto esaurito è il vero miracolo per l’attore italiano”. Tanti spettatori partecipano insomma al rito che sta per consumarsi.

Orsini è in scena. Ma è anche in camerino: sì, perché Prima del temporale racconta la storia di un attore che si rifugia nel suo spogliatoio arrivandoci ben un’ora prima dello spettacolo a cui sta per prendere parte, Temporale, appunto, di August Strindberg. Perché, dice, il protagonista, fuori e in albergo fa freddo. Nella complicità che immediatamente si crea tra palco e platea tutti capiscono che, in realtà, quello, il camerino, è l’unico posto in cui l’attore si sente a casa. Tra riti, incontri, abitudini e momenti che Orsini vive durante quegli 80 minuti prima di entrare in scena inizia quindi uno spettacolo-confessione: non per buttare addosso al pubblico nostalgia, paura della fine, ansia. Orsini, al contrario, si racconta, ripercorre tutta la sua vita con passione e con un’efficacia che coinvolgono e che lasciano ammirati.
Da quando, ragazzo, parte da Novara verso Roma per sostenere il provino all’Accademia Silvio D’Amico: famiglia, la sua, impoveritasi dopo la Guerra, voglia da parte di questo giovane di crearsi un suo futuro aldilà delle sue stesse aspettative. La prima esperienza come attore? Leggere gli atti di un notaio di Novara, dove praticava fresco di studio.
Da qui in poi una carriera sempre in salita, guidata dalla passione e l’amore per la recitazione, la vita dell’attore: “Le parole vanno affrontate, non evitate”. Questa una delle uniche frasi che risultano quasi una massima, ma che spiegano quella che, dallo spettacolo si capisce, è la missione dell’attore per Orsini: comunicare, restituire, creare.

Tra libri, Dove corri, Sammy?, che casualmente vengono fatti trovare ad Orsini in camerino, tra fotografie di momenti con la Compagnia dei Giovani, brani dei Fratelli Karamazov, e ancora il racconto del rapporto con registi come Luchino Visconti, o l’ironia di quando l’attore restituisce la sua esperienza nei fotoromanzi, ecco che anche attraverso il racconto degli aneddoti degli esercizi per ricordare le parti (come recitare giocando a tennis), si mettono a fuoco diversi aspetti della carriera di Orsini.
Che però non è il solo interprete in scena. La vera maestria di questo spettacolo, infatti, non è solo la forza espressiva del protagonista: è l’averlo arricchito di altre due figure, la guardarobiera, Diamara Ferrero, e il pompiere, Flavio Franucci, che fungono da spalla entrando e uscendo di scena, creando un ritmo vivace, a tratti scanzonato e lontano da patetismi melanconici.
Del resto non è la prima volta che Popolizio e Orsini affrontano il tema della vecchiaia, li avevamo visti anche con Franco Branciaroli in Ragazzi irresistibili (Ragazzi irresistibili? l’amarezza dell’età che avanza prevale al Piccolo – Milano a Teatro): una consapevolezza e un coraggio nel raccontare il proprio presente che in Prima del Temporale convince e coinvolge senza lasciare spazio a dubbi.
DURATA: 80 minuti
INFO: Teatro Caio Melisso Spazio Carla Fendi
27 giugno, ore 18. 28 giugno, ore 16. 29 giugno, ore 17. 30 giugno, ore 21. I luglio, ore 20.30
www.festivaldispoleto.com, tel. 0743-776444
Festival Box Office & Merchandising, via Saffi, 12. Aperto dal 27 marzo tutti i giorni con orario 10-13 e 15-18. Box Office Vivaticket, viale Trento e Trieste 78. Punti vendita nazionali Vivaticket, elencati sul sito www.festivaldispoleto.com