Il vizio di tornare in scena con uno spettacolo del 2015, forse superato
Di Marta Calcagno BaldiniCategoria Recensioni
Pubblicato Maggio 21, 2023
All'Elfo Puccini si ripropone "Il vizio dell'arte" produzione che convince poco per la mancanza di sfaccettautre con cui si affrontano i temi, dell'anzianità e dell'incertezza
Premio Ubu 2015 come Nuovo testo straniero e Premio Hystrio Twister 2015, “Il vizio dell’Arte”, produzione 2015 del Teatro dell’Elfo in scena all’Elfo Puccini ancora ora fino al 2 giugno (dal 10 maggio), sembra entusiasmare tutti. Pubblico e critica, che applaude la capacità attoriale di Ferdinando Bruni e Elio De Capitani nei panni del poeta W. H. Auden e del compositore Benjamin Britten: i due si invecchiano di qualche anno in scena, dato che lo spettacolo racconta l’immaginario incontro tra il poeta e il compositore, entrambi inglesi, 25 anni dopo la loro prima collaborazione.
Tutto lo spettacolo si gioca sul gusto da parte del pubblico di essere come delle “spie” intrufolatesi in sala per assistere a questo ritrovo irreale. Il compositore è al lavoro sullo spartito di “Morte a Venezia” e il poeta si illude che voglia essere aiutato nella stesura del libretto. Un po’ difficile in realtà, dato che lo spettacolo è già in prova. Certo, gli attori si interrompono continuamente: dimenticanze, incertezze, difficoltà di ogni tipo. Prima fra tutte l’assenza di un regista, sostituita dalla direttrice di scena, Ida Marinelli. Tra le musiche dal vivo di Matteo de Mojana, con al sassofono Luigi Napolitano, e in una scenografia aperta, che riproduce a sua volta un palcoscenico in prova (con in prima linea le attrezzature suono e luci, e di lato l’equipe con la direttrice di scena), si consuma una giornata di prove, che stanca gli attori e soprattutto non porta veramente da qualche parte di simbolico interessante.
Il senso dell’intera drammaturgia è quello di rappresentare le incertezze e le paure: di questi due anziani artisti, ma anche della compagnia. Certo, Bruni è efficace nella sua zoppia e nel riprodurre gli acciacchi di un anziano, ma tutto questo ribadire, per 130 minuti (con intervallo), che la vita è incerta per ogni essere vivente, ma senza portare alla luce reali controindicazioni o problemi con cui interfacciarsi, alla lunga porta lo spettacolo ad essere particolarmente superfluo.
DURATA: 2ore e 10 con intervallo
INFO. Teatro Elfo Puccini, corso Buenos Aires 33, Milano. www.elfo.org. Biglietteria: tel. 02.0066.0606 – biglietteria@elfo.org – whatsapp 333.20.49021
Orari: Mart/sab. ore 20.30; dom. ore 16.00
Prezzi: intero € 34 / <25 anni >65 anni € 18 / online da € 16,50
Consigli per prima o dopo lo spettacolo
Bistro Olinda
Propone piatti semplici, da poter consumare se necessario in poco tempo, anche vegetariani e vegani, oltre alle nuove interpretazioni di classici della gastronomia italiana o le incursioni di ricette etniche. I dolci sono fatti in casa, la scelta di vini provenienti da piccoli produttori regionali. Olinda è un progetto collettivo nato nel 1996 con l’obiettivo di superare l’ex Ospedale Psichiatrico Paolo Pini di Milano per ricostruire accessi ai diritti di cittadinanza di persone con problemi di salute mentale.
Indirizzo: Teatro Elfo Puccini, Corso Buenos Aires, 33, 20124 Milano
Website: https://www.olinda.org
Rosy e Gabriele
Troverete la storica pizzeria degli attori e persone dello spettacolo. I due originari fondatori del ristorante (Rosy e Gabriele) ora sono in pensione, ma 11 anni fa, hanno lasciato il locale a chi già lavorava con loro da 37 anni. Qui la cucina è aperta fino a tardi (il ristorante chiude all’1), in un ambiente movimentato, allegro e in cui lavorano veri professionisti del servizio ai tavoli, da sempre in sala con camicia bianca e papillon nero. Gestiscono l’arrivo di clienti con o senza prenotazione con maestria e simpatia. Si possono mangiare classici piatti milanesi come risotto o cotoletta, ma la specialità è la pizza, presente in varie ricette. Sarete serviti in un’unica sala da pranzo conviviale dal sapore anni ’70-’80, come il paniere d’altri tempi che contiene amaretti, dolcetti alle mandorle e caramelline al limone o alla menta che viene servito a fine pasto se si sceglie di non prendere il dolce.
Indirizzo: Via Giuseppe Sirtori, 26, 20129 Milano
Telefono: 0229525930
Ristorante Batong
Una sala abbastanza piccola a pochi minuti dal Teatro Elfo Puccini. Si trova in Galleria Buenos Aires 14, ma da un lato si affaccia su strada con ampie vetrate. Un gruppo di giovani camerieri, ragazze e ragazzi, simpatici. Tanti clienti cinesi, segno che la cucina è autenticamente asiatica. Infatti il Ristorante Batong è un unicum tra i locali che propongono piatti orientali a Milano: il menù qui è di piatti provenienti dallo Yunnan, regione nell’estremo sud ovest della Cina. Confina con Vietnam, Laos, Birmania e Tibet: ecco perchè si possono gustare qui ricette innovative oltre ai classici involtini primavera o ravioli al vapore (pur presenti). Imperdibili ad esempio gli spaghetti di riso in brodo piccante con carne di maiale macinata (10 euro). Molti sono i piatti con carne, meno di pesce e c’è anche una scelta di ricette vegetariane.
Chiuso al mercoledì
Indirizzo: Galleria Buenos Aires 14
Telefono: 022043712
Email: ristorante.batong@gmail.com
Litle Italy
Proprio alle spalle del teatro, a tre minuti di distanza, è una trattoria che fa parte di una catena di locali sparsi tra Milano e l’hinterland. Ma la conduzione risulta familiare, cordiale ed efficiente. Ambiente semplice, due piani di sale e salette arredate con gusto semplice e senza il diffuso show off meneghino. Piatti frutto del mix di culture gastronomiche della casa, cilentane, toscane e salentine, con un pizzico di Basilicata ( i peperoni cruschi) offre una gamma di gustose pizze, fritti, fiori di zucca ripieni, melanzane imbottite, carni e pesce… ma non manca il tocco lombardo con l’immancabile risotto e la cotoletta orecchio di elefante (pure in versione imbottita con mortadella e altro). Prezzi intorno ai 20-25 euro , calice di vino o birra compresi.
Indirizzo: via Alessandro Tadino, 41
Website: https://littleitalymilano.com/
Non solo Lesso
Una sala relativamente piccola e una sotto, scendendo una scala di una decina di gradini massimo. Arredamento accogliente, predomina il legno scuro nei tavoli, i portabottiglie sparsi per il locale, cassettiere e credenze: la parola “tradizione” è la prima che salta in mente entrando da “Non solo lesso”, in via Redi angolo via Jan. Fuori folle di persone si rincorrono tra le vetrine di Buenos Aires, qui, nelle corte vie appena dietro il corso, si respira subito un clima accogliente e rilassato. Breker, il proprietario, viene dalle terre percorse dal fiume Brenta, in Veneto: una vera e propria oasi con paesaggi incantevoli, sia naturalmente che per la ricchezza di ville storiche, monasteri, chiese. Ecco che, nel suo ristorante, la cucina rispecchia tutte queste caratteristiche: una cucina verace, di ingredienti genuini e ricette di tradizione “che si trovano un po’ in tutto il nord Italia” dice Beker. Ecco quindi trionfare il lesso (o bollito, 26 euro per testina, lingua, guancia, coda, cappello di prete, biancostato, geretto, cotechino, gallina serviti con salsa verde, mostarda, rafano, senape), che dà il titolo al ristorante, ma anche da provare il brasato, cotto per più di 3 ore, con la puree (ottima, 20 euro). Se i secondi trionfano (spezzatino, polpettone, cinghiale, straccetti ad esempio, sui 18, più cotoletta o ossobuco alla milanese 26 e 25 euro), da provare, tra i primi, la crema di zucca, 10 euro, i ravioli valtellinesi o le caramelle alla piacentina, 13.