La vita autoreferenziale degli artisti contemporanei

Di Marta Calcagno Baldini

Categoria Recensioni

Pubblicato Febbraio 21, 2025

Al Teatro Out Off lo spettacolo di Jan Fabre interpretato e diretto da Roberto Trifirò è una chiara denuncia al mondo dell'arte di oggi

L’artista come vate, come interprete del messaggio divino. Questa
è l’immagine che siamo abituati a conoscere. Jan Fabre, il regista, coreografo e scenografo belga classe 1958, propone una versione del tutto opposta, in linea con il suo linguaggio anti convenzionale: e’ il vate, l’angelo, ovvero l’artista, che vorrebbe avvicinarsi alla mediocrità umana, comprensibile e finita.

Di questo parla Cure di masturbazione per rimanere sano, ovvero IL RE DEL PLAGIO, in scena al Teatro Out Off dal 19 febbraio al 9 marzo. Lo spettacolo, per la regia, l’adattamento drammaturgico e l’interpretazione di Roberto Trifirò, ha debuttato, in prima nazionale, davanti a un pubblico prevalentemente d’élite non in senso snobistico: sapevano
cosa aspettarsi. Non per niente Il re del plagio è uno dei monologhi manifesto
di Fabre, una rivelazione di cosa per lui sia l’arte e la funzione degli artisti
nel mondo. Ed è piuttosto critica: Trifirò 
si muove in una scena completamente bianca, di Gianni Carluccio, che firma anche luci e costumi. Sullo sfondo
dei tavoli di legno, burattini che pendono dal soffitto. E, per terra, pietre, sempre
bianche. L’attore è un angelo, che però soffre nel suo stato: vorrebbe abbassarsi
alla condizione umana. Vivere nella condizione delle “scimmie chiacchierine”, il pubblico.

L’Angelo/Trifirò si dice “geloso della vostra specie” in quanto più semplice. Afferma che distribuirà le pietre al pubblico perché gliele tirino addosso in quanto essere statico, che non è condannato alla ricerca. Insomma, è insofferente della sua perfezione.

È chiaro, però, che è tutta una farsa:
quella di Trifirò-Fabre è una critica a questo stesso mondo dell’arte, che davvero è spesso autoreferenziale e chiuso nella falsa impressione di sentirsi imperfetto, quando invece si percepisce come un dio.

Spettacolo intellettuale e ben recitato, su una scena eloquente. E il mondo a cui si riferisce e rappresenta è davvero così,  autoreferenziale e ridicolo nella sua presunzione si superiorità. Proprio per questo, infondo, lo spettacolo stesso risulta rivolto solo a quei pochi che possono comprendere il mondo di cui Fabre/Trifirò parlano e, tra quei pochi, coloro che accettano di ammettere che in scena si rappresenta la verità.

DURATA: 80 minuti

INFO: Teatro Out Off, via Mac Mahon 16

Tel. 0234532140 M. biglietteriaoutoff@gmail.com 
Cell. e Whatsapp 393 8854859

ORARI: mercoledì, venerdì e sabato ore 19.30. Giovedì, ore 20.30. Domenica, ore 16

Consigli per prima o dopo lo spettacolo

  • La Rava e la Fava

    Ottima trattoria piemontese di piccole dimensioni a pochi minuti dal teatro Out Off. Dalla Tartare di Fassone al Tartufo Nero (18 euro), ai Tajarin Piemontesi al Ragù (13 euro) o al burro e tartufo nero d’Alba (16 euro) state pur certi che passerete un’ottima serata. Accompagnata anche dalla cortesia del marito, milanese, della proprietaria (Clarissa, è lei la piemontese, non c’era quando siamo andati noi) e simpatia e l’eleganza dei camerieri, indiani.

    Indirizzo: Via Principe Eugenio, 28, 20155 Milano

    Telefono: 0233602175

    Website: https://www.trattorialaravaelafava.it/

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