La Balera come metafora del Mondo in uno spettacolo che “celebra l’umanità, l’amore e la musica”

Di Marta Calcagno Baldini

Categoria Recensioni

Pubblicato Maggio 26, 2025

Una scena di "Nuova Balera Pizzigoni", credit @LailaPozzo
Una scena di "Nuova Balera Pizzigoni", credit @LailaPozzo

Torna la produzione del Menotti per attori, ballerini e orchestra

Nuova Balera Pizzigoni, spettacolo del ’23 per la regia di Emilio Russo (Milanoateatro lo ha intervistato qui: Perchè un teatro italiano produce un spettacolo di una compagnia che ha sede all’estero? che cosa guida le scelte di un direttore? – Milano a Teatro, e qui: “Il Teatro è l’unico posto dove non si brucia tutto in un attimo”: Emilio Russo direttore del Menotti svela il suo modo di concepire la sala: ricerca e accoglienza insieme – Milano a Teatro) che è tornato al Teatro Menotti dal 22 al 30 maggio, è un momento teatrale che vuole invitare a non abbandonare le tradizioni. Semmai ad aggiornarle. È possibile? O perdendo l’autenticità iniziale per seguire i tempi che cambiano si finisce per diventare altro? Ne sanno qualcosa i protagonisti di questo spettacolo, che dietro ai passi di liscio danzati da ballerini specializzati nel genere e la musica dal vivo, racconta la fine di una storica balera.

Ispirato a Ballando Ballando, il film di Ettore Scola del 1993, qui siamo già nel 1985 (la pellicola originale attraversa quasi 50 anni dal 1936 all’83), proprio durante la grande nevicata che bloccò Milano per giorni: in una di quelle notti, quando tutto sembrava fermo, qualcuno entra comunque in balera, deciso a ballare nonostante le difficoltà. Il locale, del resto, grazie al continuo lavoro e alla passione dei Pizzigoni che dagli anni ’40 lo gestiscono riuscendo a superare i normali conflitti che in ogni famiglia si creano, è ormai un rifugio di sogni e passioni. Ciò emerge in un continuo susseguirsi di musica e coreografie, mettendo quindi i primo piano la funzione specifica che è quella di una balera: l’incontro tra persone con l’amore per la danza, che si conoscono attraverso questo filtro. In scena cinque attori: Lucia Vasini, Enrico Ballardini, Sara Bertelà, Alessandro Sampaoli, ed Emilia Scatigno; quattro danzatori: Michelle Atoe, Arianna Cunsolo, Mattia Molini, Christian Pellino; e tre musicisti: Alessandro Centolanza (voce e chitarra), Daniele Di Marco (fisarmonica) e Gianmarco Straniero (contrabbasso).

Uno spettacolo che “celebra l’umanità, l’amore e la musica”, dice Russo. Ballerini e attori si confondono nei ruoli, come in una metafora tra il teatro e la Balera come piccoli mondi che racchiudono la Vita stessa. Fino all’ultimo accenno, o monito: con la fine delle orchestre e l’avvio della musica su disco, i rapporti diventano più distanti, autonomi, la danza non è più un momento di scambio ma al massimo di confronto.

DURATA: 90 minuti

TEATRO MENOTTI Via Ciro Menotti 11

Tel. 0282873611 – biglietteria@teatromenotti.org

ORARI: dal martedì al sabato ore 20, domenica ore 16.30, lunedì riposo

PREZZI: intero – 32.00 € + 2.00 € prevendita, ridotto over 65/under 14 – 16.00 € + 1.50 € prevendita

Consigli per prima o dopo lo spettacolo

  • Altrè Milano

    Uno, due, tre… via! Questo viene da pensare dopo essere passati Al Tre Milano ed aver conosciuto Andrea e Barbara, che da Bergamo solo un mese fa hanno sostutuito l’inutile e poco attraente self service Spacca (che gestivano), con loro enoteca con cucina, aperta fin dal mattino e tutto il giorno anche come caffè.

    La voglia di lavorare non manca, tantomeno quella di portare la propria città, Bergamo, a Milano: una cantina ricca di etichette prevalentemente italiane e cercate una ad una preferendo piccoli produttori specializzati sui vari territori, la cucina (di cui si occupa Andrea) offre piatti tipicamente bergamaschi-bresciani, come i casoncelli, fino a ricette di pesce, come le linguine bio allo scoglio, e antipasti di salumi selezionati con gnocco fritto. Un luogo che ispira libertà e creatività, vedi anche i quadri alle pareti e l’ambiente caldo, accogliente, che in due sale dalla luce morbida, permette di rilassarsi e incontrarsi, con se stessi e con gli altri, lasciando cadere preconcetti e idee sclerotizzate. Un po’ come hanno fatto i due fondatori, che si sono coraggiosamente proposti Al Trè di via Gustavo Modena e già stanno incuriosendo Milano.

     

     

    Indirizzo: Via Gustavo Modena 3, 20129

    Telefono: 0236736833

  • BBQ

    Da sempre a conduzione famigliare (lui milanese lei di origini argentine), questo ristorante insieme rustico e raffinato punta tutto sulla carne: filetto, tagliata, fiorentina, chateaubriand, tartar per citare i piatti imperdibili, sia per il sapore che per l’ottima qualità. Tra ottimi vini, si trova anche la cerveza Quilmes o la Buenos Aires, mentre, tra le pregiate carni perlopiù italiane, non manca l’entrecote di manzo argentino “Rioplatense”. In menù da assaggiare anche il Salame di Varzi (12 euro), o le tagliate (22 euro, 48 quella “All’antica”, per due persone), come i filetti (27 euro).

    Indirizzo: via Pasquale Sottocorno 5, Milano

    Telefono: 0276003571

    Website: https://ristorantebbqmilano.it/il-menu/

  • Giolina

    In un ambiente chic senza essere radical, sportivo e elegante nello stesso tempo, una schiera di ragazzi e ragazze servono ai tavoli quelle che chiamare solo “pizza” forse è troppo poco. Da Giolina, in zona Porta Venezia, il segreto probabilmente è la lievitazione della pasta, 48 ore: potete stare certi che non vi rimarrà sullo stomaco. Aperta dal gruppo Arbellini-Brisbane-Saturnino, gli stessi di Panini Durini, Marghe, Pizzium, fino a Locanda Carmelina, Giolina oltre al tempo di riposo della pasta mette al centro di ogni ricetta la qualità degli ingredienti. Credete di poter parlare di acciughe? Certo che no, sono Alici di Cetara. O di mozzarella? Non sia mai, qui si usa il Fior di latte d’Agerola. Ingredienti raffinati, per nomi di pizze nuovi anche se spesso ricalcano quelle più tradizionali. Ad esempio la Margherita qui si chiama Ghitina (8 euro) ed è preparata con pomodoro San Marzano dell’Agro Sarnese-Nocerino DOP, fior di latte d’Agerola, Parmigiano Reggiano DOP 30 mesi, olio extravergine di oliva biologico e basilico fresco. Da consigliare, per chi non ama la mozzarella sulla pizza c’è la Luisina, ovvero la Napoli rivisitata, 11.00 euro: Pomodoro San Marzano dell’Agro Sarnese-Nocerino Dop, pomodorini del piennolo del Vesuvio Rossi Dop, alici di Cetara, capperi disidratati, polvere di olive caiazzane, origano di montagna, basilico fritto, olio evo aromatizzato all’aglio. Di fatto come ricette da assaggiare non esistono grandi alternative alla pizza, e non ne sono previste senza glutine per i celiaci. Certo, potreste assaggiare un antipasto: bruschette, friarielli, mozzarella di bufala e taglieri, con prezzi che vanno dai 3.50 agli 11 euro, anche se glutine o lattosio sono, anche qui, praticamente inevitabili. Da bere esiste una buona selezione di etichette e l’ottima birra Ichnusa, filtrata o meno. Da Giolina è presente anche una zona pre-ristorante (anche se non è molto frequentata): una sorta di bancone dove si può prendere un aperitivo. L’accessibilità è trattata come un argomento noto: per facilitare le carrozzine esiste una pedana spostabile da appoggiare sul gradino all’ingresso, unico presente. Il bagno è a norma ed è provvisto anche di un fasciatoio. Lo spazio tra i tavoli in sala consente tranquillamente il movimento di una carrozzina e i cibi si possono adeguare a esigenze particolari di masticamento. Non c’è un parcheggio disabili di Giolina, ma posto in zona dovrebbe trovarsi nelle vicinanze (c’è un mix di parcheggio residenti e a pagamento. C’è anche un parcheggio coperto a pochi metri dal ristorante). Vi arrivano vari tram (9, 19, 23, non sempre, ma anche agibili), l’autobus 54 e 61 (agibili). La metro più vicina è la Rossa, fermate di Palestro o Porta Venezia.

    Indirizzo: via Bellotti 6

    Telefono: 0276006379

    Website: https://giolina.it/

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