I dubbi amletici di un uomo ridicolo
Di Marta Calcagno BaldiniCategoria Recensioni
Pubblicato Aprile 4, 2025

Torna all'Out Off la grande interpretazione di Mario Sala per la regia di Lorenzo Loris dell'opera di Dostoevskij
Anche Gesù veniva preso per pazzo: credere nell’amore è più tortuoso che agire nel male. E non si tratta di un’omelia, lo ha scritto Fëdor Dostoevskij ne Il sogno di un uomo ridicolo, in scena da ieri (giovedì 3 aprile) al 17 al Teatro Out Off. Il racconto, nella traduzione e adattamento di Fausto Malcovati e Mario Sala, unico attore in scena durante lo spettacolo per la regia di Lorenzo Loris, racconta un attimo dell’esistenza dell’uomo ridicolo, ovvero colui in cui nessuno crede. Mirabile, come sempre, Sala nella sua interpretazione: in doppio petto blu, ma con pantaloni corti a righe sopra i pantaloni lunghi, con scarpe colorate e un cappello in testa, torna verso la sua povera casa dopo un’altra giornata passata da incompreso pronto ad uccidersi. Mentre è sopraffatto da questi pensieri, ecco una bambina che gli corre incontro chiedendogli aiuto: sua madre sta morendo. Si può immaginare la solitudine di questa piccola donna abbandonata per le gelide strade di San Pietroburgo, come si può immaginare il freddo egoismo dell’uomo ridicolo, debole: la caccia via, ha altro da fare (uccidersi).
Eppure questa mancanza di aiuto nel protagonista genera una crisi: uccidersi davvero, o non? “Morire, dormire”, scriveva Shakespeare nell’Amleto: e anche qui il confine diventa labile. È vivo o morto, il protagonista, quando nella bara sogna di uscirne e di finire in un altro Mondo? Uno spettacolo intimo, in cui il pubblico si trova faccia a faccia con Sala-Dostokskij. La platea, infatti, nella scena di Daniela Gardinazzi, resta vuota: gli spettatori si accomodano su panche e sedie direttamente sul palco.
Sarà Sala a lasciare ad un certo punto la scena per andare ad arrampicarsi con grande destrezza e velocità tra le poltrone, vuote, della platea una volta superata la “quarta parete”, che è anche presente simbolicamente come un muro a dividere la zona che abitualmente è del pubblico da quella degli attori. Un cambio di prospettiva, che è la logica che tutto questo spettacolo impone nella figura del protagonista. Sarebbe l’altro mondo raggiunto da Fedor quando corre ad arrampicarsi sulle poltrone: è una sorta di Paradiso. Qui, però, l’uomo ridicolo fa della conoscenza del male la sua arma vincente: smaschera la debolezza dei sapiens davanti ai misteri della vita prima di tutto incarnandola lui stesso. Finché, però, viene deriso anche qui. E, paradossalmente, si arriva, così al lieto fine: “proprio dai più umili può iniziare il riscatto” dice Loris.
DURATA: 90 minuti
TEATRO OUT OFF, via Mac Mmahon 16
www.teatrooutoff.it, info@teatrooutoff.it, tel. 02-34532140
ORARI: martedì, giovedì ore 20:30 | mercoledì, venerdì e sabato ore 19:30 | domenica ore 16:00
Consigli per prima o dopo lo spettacolo
Lumiere Restaurant
Varie gestioni si sono affaccendate in un ristorante che è fascinoso, ma certamente non semplice: siamo infatti in via Mac Mahon 16, oltre il Cimitero Monumentale, nel teatro Out Off. L’attuale ristorante ha riaperto a fine novembre scorso dopo quattro mesi di lavoro. Le migliorie sono nella maggiore accuratezza ed eleganza della sala, resta molto piacevole e di qualità la proposta dei piatti. Entrando nel foyer, invece che andar a sinistra verso il botteghino basta puntare verso destra: una scala di qualche gradino e si aprono le porte di quello che ora è il “Lumiere”, locale elegante e intimo che offre aperitivo e cena, anche a fine spettacolo (meglio prenotare). La professionalità e il buon trattamento che garantisce anche questa gestione attuale ci portano a sperare che possa durare. Arrivando un po’ in anticipo sull’orario d’inizio del proprio spettacolo si può godere di un aperitivo che comprende pizza, parmigiana, crochette, taralli e un calice di vino a, meritati, 15 euro. La cena prevede primi e secondi di carne, pesce e non, di piatti italiani con un’impronta romana (pinsa, 12 euro, parmigiana -ottima-, 14 euro, spaghetti cacio pepe con crudo di gamberi al lime, 16 euro, spaghetti alla carbonara, 16 euro, o con pomodori del Vesuvio e basilico, 14 euro. O ancora guancia di vitello al forno, 23 euro, cotoletta alla milanese, 46 per due persone, polipo alla brace con scarole, 24 euro, o frittura di mare, 20 euro). Tutto è preparato con estrema cura e attenzione per ogni dettaglio a prezzi nella norma. Si può anche fare il brunch domenicale. Ampia la scelta d vino. Aperto dal martedì al sabato dalle ore 19 alle 2.
Indirizzo: via Mac Mahon 16
Telefono: 3349280699
Email: lumiererestaurant@gmail.com
La Rava e la Fava
Ottima trattoria piemontese di piccole dimensioni a pochi minuti dal teatro Out Off. Dalla Tartare di Fassone al Tartufo Nero (18 euro), ai Tajarin Piemontesi al Ragù (13 euro) o al burro e tartufo nero d’Alba (16 euro) state pur certi che passerete un’ottima serata. Accompagnata anche dalla cortesia del marito, milanese, della proprietaria (Clarissa, è lei la piemontese, non c’era quando siamo andati noi) e simpatia e l’eleganza dei camerieri, indiani.
Indirizzo: Via Principe Eugenio, 28, 20155 Milano
Telefono: 0233602175
2 commenti
paolo bosisio
sala è sempre molto bravo!
Marta Calcagno Baldini
felice di condividere con te questo parere
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