Gli ultimi che restano ultimi
Di Marta Calcagno BaldiniCategoria Recensioni
Pubblicato Gennaio 15, 2025
All'Out Off la nuova produzione per la regia di Lorenzo Loris da due componimenti in dialetto milanese di Carlo Porta, con un mirabile Mario Sala e una traduzione ad hoc di Patrizia Valduga.
Sicuramente al Teatro Out Off, in via Mac Mahon 16, prima della quantità dell’offerta e delle proposte si guarda alla qualità. Una sala generosa con il pubblico, anche semplicemente per il fatto di stampare sempre i comunicati che approfondiscono ogni spettacolo mettendoli poi a disposizione di tutti quando si arriva in cassa la sera.
Ieri, alla Prima di El Marchionn e la Ninetta, la raffinata produzione dello stabile in scena fino al 9 febbraio (finalmente un tempo lungo per vedere un lavoro), con una scenografia di interventi pittorici nientemeno che di Giovanni Franzi, era presente anche Lorenzo Loris, regista stabile dell’Out Off nonchè di questo spettacolo. Lavoro unico per la bravura degli interpreti e sofisticatezza dei dettagli, nonché per l’immediatezza con cui riesce a portare il pubblico dentro quella Milano nebbiosa, povera e ricca di speranze degli anni Cinquanta.
Una Milano cara a questo Teatro, fondato nel 1976 da Enrico Bertoldo che ancora lo dirige con Lorenzo Loris (la prima sede fu in una cantina di viale Montesanto), e con cui Giovanni Testori collaborò dalla sua fondazione alla sua morte, nel 1993.
Ora anche via Mac Mahon, come altre zone ex periferiche della città, è sempre più ricca di locali, ristorantini e vita non da “ultimi”, ma l’eco della povertà e verità di cui parla Porta arriva forte anche oggi, soprattutto in una sala come questa.
Da sottolineare anzitutto il delicato e encomiabile lavoro di Patrizia Valduga, che ha tradotto dal dialetto milanese i versi in scena di entrambe le opere per renderli comprensibili (pochi parlano oggi dialetto), ma lasciando intatta la vena pulsante della lingua d’origine. E poi si rileva la bravura di Mario Sala, che apre lo spettacolo con la prima delle opere in versi del Porta, Lamento di Melchiorre dalle gambe sbilenche: dietro a quell’aria sempre umile, che lo porta a lavorare spesso su ruoli da “ultimo”, come in questo caso, si nasconde un laureato in lettere all’Università di Pavia e diplomato presso la Civica Scuola d’Arte Drammatica Piccolo Teatro di Milano. Non che la mole dei libri studiati determini la capacità di un attore necessariamente, ma Sala ha anche insegnato Linguistica presso l’Università di Genova, e questo porta a capire più a fondo la sua piena padronanza di una lingua complessa come il dialetto. Entra nel testo, estrapola ogni parola e nell’enunciarla ne esprime tutta la sua storia e origine. E allora il Marchionne, lui, ciabattino viandante, è davvero coinvolgente quando racconta il suo amore per la Tettona: nella nebbiolina di Milano si incontrano le sere nella balera in cui lui suona il mandolino, tornano a casa insieme (con la madre dietro a braccetto con un altro uomo), e piano piano arrivano al matrimonio e alla nascita del primo neonato. Con un finale amaro, disincantato e cinico quanto disperato.
Stesso clima per La Ninetta del mercato”, in cui Elena Callegari, pescivendola che lavora al mercato comunale, viene raggirata da un giovane privo di scrupoli: “per pagarmi il fitto e il companatico ho dovuto”.
Due spettacoli che raccontano due mondi in modo unico, in cui la lingua ha un ruolo attivo e protagonista: la traduzione della Valduga è infatti integrata ad alcuni versi originali del Porta, e crea una sonorità ideale tra il tardo settecento lombardo e il nostro tempo. Mostrando a noi le nostre origini, e, da non dimenticare, la nostra essenza culturale. Lo spettacolo è anche accompagnato dalla chitarra dal vivo con musiche ad hoc composte dagli Allievi del “Corso di Musica per l’immagine” Civica Scuola di Musica Claudio Abbado: Andrea Bevilacqua, Matej Sancin, Fabrizio Zirilli.
DURATA: 85 min senza intervallo
Teatro OUT OFF via Mac Mahon 16, Milano
INFORMAZIONI: www.teatooutoff.it, tel. 02-34532140, biglietteriaoutoff@gmail.com
PREZZI: Intero: 20 euro, under26: 14 euro, over65: 10 euro
ORARI: mercoledì, venerdì e sabato ore 19.30, martedì e giovedì ore 20.30, domenica ore 16.00
Consigli per prima o dopo lo spettacolo
La Rava e la Fava
Ottima trattoria piemontese di piccole dimensioni a pochi minuti dal teatro Out Off. Dalla Tartare di Fassone al Tartufo Nero (18 euro), ai Tajarin Piemontesi al Ragù (13 euro) o al burro e tartufo nero d’Alba (16 euro) state pur certi che passerete un’ottima serata. Accompagnata anche dalla cortesia del marito, milanese, della proprietaria (Clarissa, è lei la piemontese, non c’era quando siamo andati noi) e simpatia e l’eleganza dei camerieri, indiani
Indirizzo: Via Principe Eugenio, 28, 20155 Milano
Telefono: 0233602175