Carlo Goldoni attraversa i tempi e diventa un influencer che posta, con grande successo, i brani delle sue commedie

Di Marta Calcagno Baldini

Categoria Recensioni

Pubblicato Aprile 26, 2023

Una scena di "Carlo Goldoni 2.0", credit @StefanoSgarella
Una scena di "Carlo Goldoni 2.0", credit @StefanoSgarella

Al Teatro Out Off una produzione con MTM-Manifatture Teatrali Milanesi per spiegare a tutti l'importanza della riforma che il drammaturgo veneziano portò nel Teatro. "Il nostro obbiettivo è di far conoscere alle nuove generazioni gli autori più importanti"

Carlo Goldoni, veneziano, visse tra il 1707 e il 1793: in 86 anni, dalla Laguna alla Francia fino a Milano, riformò gradatamente e completamente il Teatro. Basta con i canovacci, le maschere e l’improvvisazione tipici della Commedia dell’Arte, allora in voga: per Goldoni le drammaturgie vanno scritte, devono essere recitate a memoria dagli attori (bando all’improvvisazione), i quali interpretano non più dei personaggi-maschera (Arlecchino, Pantalone, Pulcinella…), sempre uguali a se stessi. In scena si rappresenta la vita in tutte le sue sfaccettature. Quindi si raccontano storie possibili, e i personaggi sono esemplari umani caratterizzati e specifici, con un carattere e un’indole personale, non stereotipata.

Come si arriva ad un tale cambiamento? Ce lo spiega “Carlo Goldoni 2.0, memorie e rivoluzione”, lo spettacolo in scena fino al 30 aprile al Teatro Out Off per la regia di Lorenzo Loris. Una produzione del teatro in via Mac Mahon 16 in collaborazione con MTM-Manifatture Teatrali Milanesi, e con lo scopo preciso “di portare a conoscenza delle giovani generazioni gli autori più importanti della letteratura italiana utilizzando strumenti di comunicazione innovativi”. Non che il mezzo di comunicazione del teatro sia nato ieri, ovvio, ma il Goldoni all’Out Off è intento a leggere l’effetto dei suoi post su Instagram, Facebook e Twitter dalla sua camera di ospizio quando lo spettacolo si apre.

“Carlo Goldoni 2.0” è infatti una riscrittura ad hoc di BR Franchi delle Memoires, l’autobiografia che il drammaturgo veneziano scrisse di sé in Francia negli ultimi anni della sua vita. Il giovane autore si è quindi ispirato al testo goldoniano, ma lo ha riscritto in modo che emerga oggi la forza della riforma teatrale di allora del drammaturgo veneziano. A cosa si può paragonare un autore che nel XVIII secolo si rivolge al suo pubblico anche per rieducarlo a stare a teatro e a conoscere la realtà attraverso la finzione della scena? Per BR Franchi Goldoni è un influencer, che gode di enorme successo seppur twitti e posti brani delle sue commedie da un ospizio.

Vengono a trovarlo il nipote, Daniele Caggianesi, con la moglie, Stella Piccioni (a volte un po’ eccessiva nella parte, tende a oscurare Caggianesi, che è invece più calmo nella recitazione ma più espressivo). Si incontrano nella stanza d’ospizio del letterato, che condivide con il violista Luca Garlschelli, che suonerà in scena accompagnando lo spettacolo (a volte anche con Gaggianesi al clarinetto). Sarà la donna, una Mirandolina 2.0, a captare subito il successo dello suocero come utile al proprio bar. Dato il gradimento che riscuotono i brani estrapolati e postati delle sue drammaturgie, “usiamo i suoi testi come letture nel nostro cabaret!”. Ecco quindi che la visita si trasforma in un periodo di tempo utilizzato per estorcere al drammaturgo quanto più possibile di se stesso, della suo stile di scrittura e della sua riforma teatrale, in modo da riproporre nel modo più coinvolgente possibile i segreti di Carlo Goldoni nel caffè che i due gestiscono. Il protagonista è a volte interpretato da Callegaro, nella versione di artista in ospizio, a volte da Gaggianesi, quando è il giovane drammaturgo che mette in atto la sua rivoluzione.

Per uno spettacolo che, grazie alla fantasia e contributo del pubblico, sovrappone le epoche facendo sprofondare in un tempo altro, quello del teatro. Fino a un finale sorprendente, del resto è lo stesso Goldoni a dire: “qual è il mio segreto, e quello di una risata? Andare dove non c’è soluzione”.

Durata: 90 minuti

Info. Teatro OUT OFF via Mac Mahon 16, Milano

Tel. 0234532140, mail. biglietteriaoutoff@gmail.com

Orari spettacoli: da martedì a sabato ore 19.30 – domenica ore 16.00

Consigli per prima o dopo lo spettacolo

  • La Rava e la Fava

    Ottima trattoria piemontese di piccole dimensioni a pochi minuti dal teatro Out Off. Dalla Tartare di Fassone al Tartufo Nero (18 euro), ai Tajarin Piemontesi al Ragù (13 euro) o al burro e tartufo nero d’Alba (16 euro) state pur certi che passerete un’ottima serata. Accompagnata anche dalla cortesia del marito, milanese, della proprietaria (Clarissa, è lei la piemontese, non c’era quando siamo andati noi) e simpatia e l’eleganza dei camerieri, indiani

    Indirizzo: Via Principe Eugenio, 28, 20155 Milano

    Telefono: 0233602175

    Website: https://www.trattorialaravaelafava.it/

  • Senso

    Nell’Out Off è presente un ampio e piacevole bar e ristorante. La gestione è cambiata a metà novembre scorso, e propone un aperitivo giustamente semplice con buon vino, birra o cocktail a scelta e solo patatine, olive e poco altro (prima di entrare in sala il tempo raramente è sufficiente per consumare troppi piattini sfiziosi. Si finisce per avere fretta e non gustare alcunché). La cena per il dopo spettacolo invece consente di assaporare vari piatti tipici della cucina italiana, primi e secondi, a prezzi nella norma.

    Indirizzo: Via Mac Mahon, 16, 20155 Milano

    Telefono: 0249782503

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