Al Piccolo Teatro Lina Sastri è schiacciata dai due ruoli di madre e figlia, e il resto della compagnia sembra non sentire la cultura che dovrebbe trasmettere

Di Marta Calcagno Baldini

Categoria Recensioni

Pubblicato Maggio 30, 2024

Scena d'insieme per "Nozze di sangue", credit @antonioparrinello
Scena d'insieme per "Nozze di sangue", credit @antonioparrinello

Luis Pasqual firma la regia di "Nozze di sangue" di Garcia Lorca: buone le idee di partenza, ma manca la resa efficace da parte degli attori

Uno spettacolo delicato e, a dire poco, complesso, soprattutto se la voce dell’attrice protagonista non sempre si sente bene pur sedendo nella prima metà della platea. Nozze di sangue, dal 28 maggio al I giugno al Teatro Strehler, dal testo di Federico García Lorca (1898-1936) per la regia di Luis Pasqual (1951), maestro protagonista della scena spagnola del postfranchismo, è una coproduzione del Teatro Stabile di Catania, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale e Teatro Stabile di Palermo.

A metà tra una tragedia e una puntata di una ipotetica fiction simile a I leoni di Sicilia, sul palco restano quasi sempre in scena tutti gli attori, 11, di cui 3 sono musicisti (Riccardo Rubì, chitarra, Carmine Nobile, chitarra, Gabriele Gagliarini, percussioni). La scenografia, di Marta Crisolini Malatesta, porta dritti nella campagna spagnola (ma potrebbe essere anche siciliana) in cui la storia si svolge e, come solo a teatro succede, inizialmente sembra di percepire anche il calore e il sole in cui i protagonisti simbolicamente si trovano

Solo Leonardo, della famiglia dei Felix, ha un nome: Giacinto Palmarini lo interpreta, nelle poche e rudi, per il carattere del personaggio, apparizioni. Tutti gli altri sono ruoli senza nome: la madre e la sposa sono entrambi interpretati da Lina Sastri (Napoli, 1953), che è infatti sempre vestita di nero (come madre è a lutto, come sposa è disperata). Il giovane sposo è Giovanni Arezzo. Ludovico Caldarera è il Padre della Sposa. Alessandra Costanzo è una vicina, la suocera, la vecchia e la domestica. Floriana Patti, la morte e una donna. Elvio La Pira, la luna e un uomo. Infine Gaia Lo Vecchio, una donna e Alessandro Pizzuto, Sonny Rizzo e due uomini. L’aspetto che più convince è la presenza sempre in scena dei personaggi: rendono bene l’idea che alle piccole comunità nulla sfugge. L’intimità è sotterrata, alla luce brilla solo il ruolo sociale e la propria funzione nel villaggio, a conferma della mancanza di un nome proprio per tutte le parti eccetto una. Ecco che la compresenza dei personaggi suona come una garanzia e un controllo reciproco in un’autarchia in cui non esistono ulteriori regole, a discapito di ogni forma di libertà.

La vicenda che scrive Lorca nel 1932 è ispirata ad un fatto realmente accaduto in un paesino della sua terra andalusa: lo spettacolo andò in scena a teatro Beatriz di Madrid nel 1933, esplicitando una chiara denuncia alla società patriarcale della Spagna dell’epoca. Ecco che infatti la drammaturgia, e la lettura registica di Pasqual anche, insistono tanto sul ruolo e poco sui caratteri: la libertà e la vera espressione dei sentimenti sono i protagonisti, interpretati da Leonardo e la sposa che scappano a cavallo per vivere il proprio amore.

Detto ciò, e salvata quindi l’impostazione del regista e la scenografia, restano gli attori. Che, prima fra tutti a protagonista, Lina Sastri, hanno difficoltà ad entrare nella parte: devono anche ballare e cantare in movimenti e suoni ispirati al flamenco e le danze spagnole. Invece la Sastri anzitutto è un’attrice, qui, che risulta stanca e schiacciata dalle due parti che deve interpretare. Spesso urla senza bisogno, come se recitare urlando desse conferma, di per sè, di una espressione di sofferenza. Accentua e implica, con questa semplificazione della parte, anche un abbassamento di livello di tutta la compagnia, in cui ogni personaggio figura aggrappato alla proprio ruolo ma senza grande spazio per l’interpretazione. Rendendo uno spettacolo che dovrebbe essere un inno alla libertà troncata, una mera esecuzione fedele di una lettura registica.

Durata: 70 minuti senza intervallo

Piccolo Teatro Strehler, largo Greppi – M2 Lanza

Info: 02.21126116 – www.piccoloteatro.org

Orari: martedì, giovedì e sabato, ore 19.30; mercoledì e venerdì, ore 20.30;

Prezzi: platea 33 euro, balconata 26 euro

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