Jan Fabre a Milano: 5 pezzi difficili, tra arte e cocaina

Di Marta Calcagno Baldini

Categoria Festival, Recensioni

Pubblicato Settembre 11, 2024

Jan Fabre, ritratto, credit @CarlottaMainago
Jan Fabre, ritratto, credit @CarlottaMainago

Si è aperto ieri al Teatro Out Off il Festival "Amore e bellezza sono beni supremi", con produzioni del Tobleyn, il teatro fondato dall'artista belga, due spettacoli dell'Out Off e una mostra

Dal Belgio all’Italia, a Milano, al Teatro Out Off: Jan Fabre, Anversa, 1958, è protagonista del Festival Amore e bellezza sono poteri supremi, che si è aperto ieri nella sala in via Mac Mahon, fino al 13 ottobre. Solo qui, grazie alla direzione artistica di Mino Bertoldo e Lorenzo Loris, e al Teatro Menotti di Emilio Russo, si vedono spettacoli che sanno delineare a che punto di ricerca sia oggi il teatro (non a caso il 5 settembre scorso al Teatro Argentina di Roma Crisi di nervi, produzione Teatro Menotti per la regia di Peter Stein -ne abbiamo parlato qui: Attori e anti-eroi: al Menotti in prima nazionale il Checov diretto da Peter Stein – Milano a Teatro, ha ricevuto il premio per la Migliore Regia alla XXI edizione dei Premi Le Maschere del Teatro Italiano-).

Ieri sera il Festival si è aperto con Simona, the gangster of art, anche oggi, 11 settembre, un atto unico interpretato da Irene Urciuoli (attrice che già dal 2018 è del Tobleyn, la casa teatro fondata da Fabre ad Anversa, dove è anche parte del Gruppo di Insegnanti per le nuove generazioni): sola in scena già prima dell’inizio dello spettacolo in quello che visibilmente è l’atelier di un artista, è sdraiata su un materasso. Tutto è coperto di una polvere bianca, presente in quantità massicce ovunque. Calce? Farina? Cosa sia lo si capisce subito: le luci si spengono, la Urcioli, Simona è il nome del personaggio, si alza, vestita di bianco, per prima cosa stende una riga di quella polvere bianca e la tira col naso. È tutta cocaina: “l’85% delle banconote con cui si acquista arte contiene tracce di cocaina”, e noi siamo entrati nel suo mondo: quello della gangster of art. Per un’ora nessuno fiata, tutti cercano di orientarsi tra i movimenti ripetuti, scattanti e continui della protagonista, che chiama la cocaina il suo “calmante” e che approfitta di questa sorta di avventori, il pubblico, per raccontare le sue verità.

Credit @HannaAuer OutOff Jan Faber Festival

Sono come abbagli improvvisi che aggiungono elementi a una scena fin da subito eccezionale, rendendola sempre più carica di energia: su un ripiano inizialmente girato si scoprono poi frammenti strappati della tela dell’Urlo di Munch, che Simona aveva rubato. Un furto che vuole essere una sottrazione dell’opera al mercato: il commercio dell’arte e la droga soffocano la verità, la bellezza e la profondità dell’arte. E quindi Simona, la gangster, è una ladra, ma anche è sopratutto una vittima sacrificale: con l’avanzare dello spettacolo porta i segni della sua perdizione, tra tutta questa polvere bianca, questa incrollabile energia chimica che inspira dal naso e gli ampi pezzi di “Urlo” che ha mangiato. Una recitazione fisica, difficile, di grande impatto e convincente per uno spettacolo ricco di senso e di arte. Forse l’unico rischio è la ripetitività di alcune sequenze, che, pur in un ritmo tanto sostenuto, rischiano di sembrare già viste.

Credit@Hanna Auer OutOff Jan Fabre Festival

Il potere supremo di amore e la bellezza, che portano la gangster a togliere opere dal mercato per immolarle, mangiarle lei piuttosto che inserirle in dinamiche malate di commercio, sono temi ricorrenti nel lavoro teatrale di Jan Fabre. E sono il legame tra i cinque monologhi del Festival (il 13 e 14 settembre la Urcioli è in scena Io sono un errore, in Prima Mondiale. Il 17 e 18 Stella Hottler è in Prima Mondiale con “I’m sorry”. Il 20 e 21  Els Deuceukelier in Prima Nazionale porta “Elle était et elle est, meme”). Tutti gli lavori trovano una connessione con un sesto spettacolo inedito per la regia di Lorenzo Loris, regista stabile del Teatro Out Off, “Angel of death”, il 5 e 6 ottobre, e con un settimo spettacolo in scena venerdì 11 ottobre nel piccolo borgo piacentino di Grazzano Visconti, “Giornale Notturno”, con Carolina Migli.  Inoltre, per approfondire l’importanza che ha per Fabre il corpo del performer, dopo l’esperienza formativa di novembre 2023, anche per il 2024 Teatro Out Off organizza un Jan Fabre Teaching Group dal 30 settembre all’11 ottobre con i docenti Matteo Sedda e Irene Urciuoli. Infine dal 19 settembre al 13 ottobre presso la Galleria Gaburro, in via Cerva 25, è in corso “Stella”, la mostra personale del visionario artista visivo, creatore teatrale e autore belga che vede in esposizione installazioni video, fotografie, disegni e sculture.

INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI

Teatro OUT OFF via Mac Mahon 16, Milano, www.teatrooutoff.it

Trasporti pubblici: M5 FERMATA CENISIO; TRAM 14; TRAM 12; AUTOBUS 78

Prenotazioni e Informazioni

0234532140 / biglietteriaoutoff@gmail.com → lunedì › venerdì ore 10.00 › 16.00

online → www.vivaticket.com/it/venue/teatro-out-off/2135050

Ritiro biglietti Uffici

via Principe Eugenio, 22 / lunedì – venerdì  ore 11.00 › 13.00

PREZZO

Intero: 25 euro / Under26: 18 euro / Over65: 13 euro

ABBONAMENTO FESTIVAL FABRE 2024

6 spettacoli del Festival a 100 €

acquisto abbonamento

0234532140 / biglietteriaoutoff@gmail.com → lunedì › venerdì ore 10.00 › 16.00

online → www.vivaticket.com/it/ticket/abbonamento-festival-fabre/239703

Consigli per prima o dopo lo spettacolo

  • Lumiere

    Nell’Out Off è presente un ampio e piacevole bar e ristorante. La gestione è cambiata e il ristorante ha riaperto a fine novembre scorso dopo quattro emsi di lavoro. Le migliorie sono nella maggiore accuratezza ed eleganza della sala, resta molto piacevole e di qualità la proposta dei piatti. L’aperitivo è giustamente semplice con buon vino, birra o cocktail a scelta e solo patatine, olive e poco altro (prima di entrare in sala il tempo raramente è sufficiente per consumare troppi piattini sfiziosi. Si finisce per avere fretta e non gustare alcunché). La cena per il dopo spettacolo invece consente di assaporare vari piatti tipici della cucina italiana, primi e secondi, a prezzi nella norma.

    Indirizzo: Via Mac Mahon, 16, 20155 Milano

    Telefono: 0249782503

  • La Rava e la Fava

    Ottima trattoria piemontese di piccole dimensioni a pochi minuti dal teatro Out Off. Dalla Tartare di Fassone al Tartufo Nero (18 euro), ai Tajarin Piemontesi al Ragù (13 euro) o al burro e tartufo nero d’Alba (16 euro) state pur certi che passerete un’ottima serata. Accompagnata anche dalla cortesia del marito, milanese, della proprietaria (Clarissa, è lei la piemontese, non c’era quando siamo andati noi) e simpatia e l’eleganza dei camerieri, indiani

    Indirizzo: Via Principe Eugenio, 28, 20155 Milano

    Telefono: 0233602175

    Website: https://www.trattorialaravaelafava.it/

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