Nuovi consiglieri e nuove idee? Presentata la Stagione 2024/25 del Piccolo Teatro: l’intento di abbracciare punti di vista inesplorati c’è, almeno in teoria

Di Marta Calcagno Baldini

Categoria Stagioni

Pubblicato Giugno 19, 2024

Una scena de "Il barone rampante", con cui il Piccolo Teatro apre la stagione, credit @PiccoloTeatro
Una scena de "Il barone rampante", con cui il Piccolo Teatro apre la stagione, credit @PiccoloTeatro

Molti ritorni e grande prudenza nella pur lodevole volontà di essere aperti e senza pregiudizi. 31 spettacoli tra produzioni e coproduzioni, di cui 25 italiane e 6 internazionali oltre ai più 34 ospiti

La nuova Stagione 2024/25 del Piccolo Teatro, presentata stamattina al Piccolo Teatro Grassi, parla anzitutto di apertura e “di non limitarsi a un approccio o una visione, ma inseguire quante fiate correndo come matti la ragnatela dei nessi”. Parla così questa mattina Claudio Longhi, direttore artistico, con il linguaggio elegante, un po’ formale e un po’ antiquato che lo caratterizza. Forse il messaggio subliminale, o sottotesto come direbbe Peter Stein, è che, con i nuovi Consiglieri la linea va leggermente spostata, a destra. Senza perdere quella che è la linfa e la storicità del Piccolo, chiaro, ma certe avvisaglie lo annunciano.

Tanto per intenderci il Presidente del Consiglio di Amministrazione è Piergaetano Marchetti, numero uno anche di BookCity. E’ stato professore di Diritto industriale e Diritto commerciale presso l’Università degli Studi di Parma e subito dopo all’Università Bocconi, e ha ricoperto ruoli di grande importanza (nel 1993 è voluto dal Presidente del Consiglio Ciampi e dal direttore generale del Tesoro Mario Draghi nel “Comitato di consulenza e garanzia per le privatizzazioni”, dal 2004 al 2012 è presidente di RCS Quotidiani e RCS MediaGroup, dal 2004 al 2022 presidente della Fondazione Corriere della Sera). Ha moderato l’intera presentazione, entrando in un ruolo di coordinatore e arbitro che sembra calzargli perfettamente. Prende il posto di Salvatore Carrubba, presidente uscente dopo due mandati. Accanto a lui, come consigliera, ecco Giulia Amato, a lungo nel Comune di Milano a capo del settore Cultura per diversi anni, prima al fianco di Marco Minoja e ora di Domenico Praina, attuale direttore di Palazzo Reale, del Settore Promozione Culturale del Comune di Milano e dei musei scientifici milanesi. Tra i consiglieri, ma non sono intervenuti pur essendo presenti in sala, anche Massimiliano Finazzer Flory e Geronimo La Russa. Presente in conferenza Francesca Caruso, assessore alla Cultura della Regione Lombardia, di Fratelli d’Italia, e Tommaso Sacchi, assessore alla Cultura nella giunta comunale dell’attuale sindaco Giuseppe Sala, oltre a Enrico Brambilla, anche lui consigliere nonché Membro di Giunta della Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi, e Claudia Orsolini, Vice Presidente di Fondazione Cariplo.

E’ chiaro che i consiglieri vorranno un’idea di gestione orientata verso la destra moderata, in un teatro che, fin dalla linea dettata da Giorgio Strehler e Paolo Grassi, fondatori del Piccolo, è più vicino a idee di sinistra. Quindi l’approccio aperto e che, almeno come scopo, dice di voler accogliere più visioni, è quasi l’unico possibile per permettere una pacifica divisione dei ruoli. E sembra funzioni, anche vedendo il nome della Stagione: I fili dell’orizzonte. L’ispirazione viene dal libro di Antonio Tabucchi Il filo dell’orizzonte, che nasconde dietro ad una trama d’indagine poliziesca il tema profondo della ricerca della Verità. “Secondo Luca Ronconi ‘la verità è come la luna, cammina con noi’” spiega Longhi per dare riferimenti specifici sulla nuova linea per la Stagione 2024/2025, in cui sarà protagonista, almeno teoricamente, la molteplicità di punti di vista. Tra produzioni e coproduzioni gli spettacoli sono ben 31, di cui 25 italiane (14prime nazionali) e 6 internazionali (tutte prime italiane con anche un debutto assoluto), oltre ai più 34 spettacoli ospiti.

Da notare che, dal I al 6 ottobre, Simone Cristicchi, diretto da Antonio Calenda, sarà protagonista di Magazzino 18 , il “musical civile” che racconta il dramma drlle foibe e dell’esilio degli italiani di Istria e Dalmazia. A parte questo spunto che davvero aiuta a porci nuove domande sulla Storia e la sua lettura, dal programma annunciato si può dire che, saranno cambiate anche le prospettive, ma gli artisti e i contenuti sono più o meno sempre gli stessi. Tanto che la stagione si apre con il ritorno (per il terzo anno consecutivo) di Calvino e del suo Barone rampante, per la regia di Riccardo Frati (26 settembre –13 ottobre). Due i lavori proposti di Stefano Massini (Mein Kampf, dall’8 al 27 ottobre e L’interpretazione dei sogni, dal 10 al 15 giugno). Due anche di lacasadargilla, due di Antonio Latella, due di Liv Ferracchiati; in alcune giornate verranno presentate per intero due trilogie, quella di Čechov, firmata da Leonardo Lidi, e quella dei Tre Lai Giovanni di Testori (i primi due per la regia di Sandro Lombardi, l’ultimo di Valter Malosti, che abbiamo recensito qui: Anna Della Rosa racconta la sua “Cleopatras”, moderna e epica insieme, e la sua Milano, “dalle bellezze nascoste, ma non troppo”. – Milano a Teatro, riuniti nell’unica voce di Anna Della Rosa).

Alla faccia del guardare al futuro, grande spazio occupano anche le ricorrenze e le celebrazioni: anzitutto il 14 maggio 2025, data in cui il Piccolo Teatro doppia la boa dei 78 anni –tanti ne sono passati dalla prima rappresentazione dell’Albergo dei poveri del 1947, per la regia di Giorgio Strehler –. Il Teatro proporrà il Piccolo Day (come mai non una week?), un palinsesto di iniziative da mattina a sera. Sulle ricorrenze che riguardano le persone e gli spettacoli il primo appuntamento è una doppia celebrazione legata alla medesima data: cent’anni fa, il 16  settembre 1924, nasceva, a Verona, Gianfranco de Bosio, regista e insegnante. Nello stesso giorno del 2004 moriva Giovanni Raboni, poeta, critico teatrale, giornalista e scrittore. Il 31 ottobre saranno quarant’anni dalla scomparsa di Eduardo De Filippo, tra i massimi autori del teatro italiano del Novecento, legato a Paolo Grassi da quarantennale e profonda amicizia. Nel 2025, il 12 gennaio si ricordano i 30 anni dalla scomparsa di Tino Carraro, un attore la cui vita si intreccia con la storia del Piccolo fin dalla stagione 1952-53, quando prende il via la collaborazione con Giorgio Strehler, che approderà a capolavori  tra cui Re  Lear, La  Tempesta, El nost Milan e molte altre. Il 9 luglio saranno vent’anni dalla scomparsa di Ebe Colciaghi, la costumista che legò il suo nome soprattutto ai primi dieci anni di vita del Piccolo. Ancora passato: il 30 maggio 2025 sarà mezzo secolo dall’andata in scena de Il campiello, spettacolo tra i più fortunati di Strehler, testimonianza, insieme ad Arlecchino servitore di due padroni e a Le baruffe chiozzotte, del suo intimo legame con il teatro goldoniano. A ideale chiusura della serie di celebrazioni, nel corso della stagione, una serata dedicata a Novecento, il monologo teatrale che Alessandro Baricco scrisse nel 1994 per Eugenio Allegri e che debuttò, nel luglio dello stesso anno, con la regia di Gabriele Vacis, al Festival di Asti. Il Piccolo, che, in occasione dei vent’anni, ne aveva ospitato la ripresa nel 2014, festeggerà questo evento letterario e teatrale anche nel suo trentennale dato che il 21 febbraio 2025 ricorreranno i dieci anni dalla sua scomparsa. Ancora il Teatro non ha specificato come intende celebrare tutti questi ricordi e ricorrenze, ha solo annunciato un ciclo di attività in merito. Come ricordo del passato non poteva mancare una ripresa dell’Arlecchino di Giorgio Strehler, con Enrico Bonavera nel ruolo di Arlecchino, regia sempre di Strehler ripresa da Stefano de Luca e un nuovo cast di attori diplomati alla Scuola del Piccolo (24 ottobre-17 novembre).

Celebrato il passato e ricordando l’intento di analizzare il futuro, ecco il tema della sostenibilità e della relazione tra uomo e natura. Animato da Marta  Cuscunà, artista  associata  al  Piccolo, uno  stormo  di  corvi  meccanici  abita  il Teatro Studio dal 22 al 27 ottobre, interrogandoci sulla possibilità di una nuova armonia fra natura e progresso. Sono i corvi di La fabbrica del Mondo, il programma di Rai 3 di Marco Paolini e Telmo Pievani, che escono dal  piccolo schermo per  arrivare in teatro e, in forma di installazione scenica, progettata da Paola Villani e Marco Rogante, vengono manovrati, a vista, attraverso un sistema di joystick e cavi difreni di biciclette. Dopo la ‘personale’ presentata nel 2022, dopo Earthbounde il progetto site-specificBucolica, nel 2023, Marta Cuscunà, con Corvidae. Sguardi di specie, spettacolo coprodotto dal Piccolo, pone il suo teatro visuale e la sua drammaturgia per figure, la sua meccanica interamente e profondamente umana al servizio di una nuova riflessione sul futuro del pianeta. In prima nazionale al Teatro Strehler, dal 22 gennaio al 16 febbraio Carmelo  Rifici affida  una  commedia tra le  più  celebri  di  William  Shakespeare  alla  compagnia  di giovani attrici e attori che ha formato in qualità di direttore della Scuola di Teatro “Luca Ronconi”. Con Sogno di una notte di mezza estate (Commento  continuo), produzione del Piccolo in prima nazionale al Teatro Studio dal 29 novembre al 22 dicembre, il regista porta in scena uno spettacolo che racconta, ieri come oggi, il tentativo di una comunità di venire a patti con l’irrazionale. L’opera si  presta  felicemente  a  un  cast  giovane  per  la  ricchezza  di ruoli che offre, per l’età anagrafica dei personaggi, ma soprattutto per gli innumerevoli livelli di lettura che propone. Anatomia di un suicidio torna al Teatro Grassi dall’11 al 22 dicembre: firmato dalla trentasettenne britannica Alice Birch, lo spettacolo è un’indagine vertiginosa sull’amore, sulle eredità e sul femminile. Uccellini (8-11 gennaio), un progetto de lacasadargilla per la regia di Lisa Ferlazzo Natoli, è un dramma per raccontare di presenze  e  assenze,  di umani (morti e vivi)  e animali: una  casa, una  riunione familiare, traumi e accadimenti. Antonio Latella si affaccia alla nuova Stagione con un dittico, ripartito tra gennaio e maggio: Zorro, prodotto dal Piccolo Teatro, in prima nazionale al Grassi (23 gennaio-16 febbraio),  e Wonder  Woman (Studio, 5-10 maggio). Il  regista,  insieme a Federico Bellini, si  propone  di analizzare le  ferite  del  XXI  secolo:  povertà,  emarginazione,  abuso.

Tra Festival (Immersioni , 10-18 settembre, Mix, 26-29 settembre, Milano Flamenco Festival, in giugno), programmi per parlare di temi cardine del nostro presente con workshop, residenze artistiche e formazione (Coprogettare l’Europa), la ricerca di Nuovi pubblici altri numerosi approfondimenti paralleli, largo spazio viene dato alla programmazione per i giovani di ogni età con il programma Oltre la scena per le scuole.

INFO. www.piccoloteatro.org, Tel. 02-21126116

  da lunedì a sabato: dalle 12.30 alle 18 | domenica e festivi: chiuso
Si accettano pagamenti con voucher, carta di credito (tranne American Express), 18app e Carta del Docente. 

Biglietteria Teatro Strehler

 Largo Greppi 1 | M2 Lanza

 da lunedì a sabato: dalle 12.30 alle 18 | domenica e festivi: chiuso

Da un’ora prima dell’inizio dello spettacolo, la biglietteria è attiva esclusivamente per la recita in programma.
Si accettano pagamenti tramite voucher, carta di credito, bancomat, 18app e Carta del Docente. 

Biglietteria Teatro Grassi

 Via Rovello 2 | M1 Cordusio

 Aperta solo nei giorni di spettacolo, a partire da un’ora prima dell’inizio della recita in programma.

Biglietteria Teatro Studio Melato

 Via Rivoli 6 | M2 Lanza

 Aperta solo nei giorni di spettacolo, a partire da un’ora prima dell’inizio della recita in programma. 
 

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