Vivere la propria libertà ha un prezzo, e la Cametti lo rappresenta

Di Marta Calcagno Baldini

Categoria Recensioni

Pubblicato Ottobre 27, 2023

Carolina Cametti in scena, credit @TeatroElfoPuccini
Carolina Cametti in scena, credit @TeatroElfoPuccini

Il monologo in scena al Teatro Elfo Puccini è una denuncia di disorientamento della protagonista anche autrice del testo. Senza accuse.

Carolina Cametti, classe 1985 diplomata al Piccolo Teatro, è sola su un’impalcatura da lavori in corso. E’ sola, ma in un monologo che rapisce il pubblico e lo porta su quei tre piani senza tetto che diventano la sua casa in “Bluemax”, lo spettacolo che ha scritto e che interpreta fino al 19 novembre al Teatro dell’Elfo, che lo produce.

Un’ora o poco più in cui non vola una mosca, neanche un cellulare ha vibrato e nessuno lo ha illuminato per controllare se è arrivato qualche whatsapp nel frattempo. Tutto il pubblico è con lei, su e giù da questa impalcatura che riesce a gestire con equilibrio e professionalità mentre canta, parla, esprime tutta la sua delusione per il mondo. Un testo musicale e immaginario, che trasforma in poesia il malessere: “voglio solo esorcizzare il mio fottutissimo giorno”. Basta una canna? Basta la droga? È lì la risposta? Sono quelle le convulsioni che risolvono i problemi e permettono di passare oltre? Sembra di no: forse anche su quell’impalcatura precaria Carolina cerca una stabilità, e le allucinazioni che derivano da sostanze esterne non servono ad altro che a chiarirle, o almeno così pare, che non sono ciò che vuole. C’è sempre un ordine e una disciplina anche nella libertà che si vuole vivere. Quindi ecco una chitarra, una voce allenata e perfettamente intonata mentre canta e suona Dreams, canzone storica dei Crumberries per la voce di Dolores O’riordan, recentemente scomparsa  (lo spettacolo sembra quasi un omaggio a lei), e altre melodie rock e sue composizioni.

Non è qualcun altro che cerca Carolina, che in scena parla di sé al maschile (l’aspetto fisico crea un ibrido: capello relativamente corto, lei indossa culotte e una specie di fascia oltre a una canottiera aderente). Non accusa e non cerca alibi. Non si percepisce rabbia, nel suo esternare il proprio dolore: “Dove, dove ci siamo persi?”. L’attrice cerca se stessa, ma si rivolge a tutti. Per uno spettacolo che ricorda per clima e sensazioni Memorie dal sottosuolo di Fedor Dovstoevskij, ovviamente attualizzato e reso drammaturgia. Dal 9 al 19 novembre l’attrice tornerà all’Elfo con Burn skin creato insieme a Claudia Salvatore.

Info. Teatro Elfo Puccini, corso Buenos Aires 33, Milano

DURATA: 1 ora

Orari: mart-merc-giov-sab ore 19.30 / ven ore 21 / dom ore 15.30

Prezzi: intero € 34 / <25 anni € 15 / >65 anni € 18 / online da € 16,50

Biglietteria: tel. 02.0066.0606 – biglietteria@elfo.org – whatsapp 333.20.49021

Consigli per prima o dopo lo spettacolo

  • Bistro Olinda

    Propone piatti semplici, da poter consumare se necessario in poco tempo, anche vegetariani e vegani, oltre alle nuove interpretazioni di classici della gastronomia italiana o le incursioni di ricette etniche. I dolci sono fatti in casa, la scelta di vini provenienti da piccoli produttori regionali. Olinda è un progetto collettivo nato nel 1996 con l’obiettivo di superare l’ex Ospedale Psichiatrico Paolo Pini di Milano per ricostruire accessi ai diritti di cittadinanza di persone con problemi di salute mentale.

    Indirizzo: Teatro Elfo Puccini, Corso Buenos Aires, 33, 20124 Milano

    Website: https://www.olinda.org

  • Rosy e Gabriele

    Troverete la storica pizzeria degli attori e persone dello spettacolo. I due originari fondatori del ristorante (Rosy e Gabriele) ora sono in pensione, ma 11 anni fa, hanno lasciato il locale a chi già lavorava con loro da 37 anni. Qui la cucina è aperta fino a tardi (il ristorante chiude all’1), in un ambiente movimentato, allegro e in cui lavorano veri professionisti del servizio ai tavoli, da sempre in sala con camicia bianca e papillon nero. Gestiscono l’arrivo di clienti con o senza prenotazione con maestria e simpatia. Si possono mangiare classici piatti milanesi come risotto o cotoletta, ma la specialità è la pizza, presente in varie ricette. Sarete serviti in un’unica sala da pranzo conviviale dal sapore anni ’70-’80, come il paniere d’altri tempi che contiene amaretti, dolcetti alle mandorle e caramelline al limone o alla menta che viene servito a fine pasto se si sceglie di non prendere il dolce.

    Indirizzo: Via Giuseppe Sirtori, 26, 20129 Milano

    Telefono: 0229525930

  • Ristorante Batong

    Una sala abbastanza piccola a pochi minuti dal Teatro Elfo Puccini. Si trova in Galleria Buenos Aires 14, ma da un lato si affaccia su strada con ampie vetrate. Un gruppo di giovani camerieri, ragazze e ragazzi, simpatici. Tanti clienti cinesi, segno che la cucina è autenticamente asiatica. Infatti il Ristorante Batong è un unicum tra i locali che propongono piatti orientali a Milano: il menù qui è di piatti provenienti dallo Yunnan, regione nell’estremo sud ovest della Cina. Confina con Vietnam, Laos, Birmania e Tibet: ecco perchè si possono gustare qui ricette innovative oltre ai classici involtini primavera o ravioli al vapore (pur presenti). Imperdibili ad esempio gli spaghetti di riso in brodo piccante con carne di maiale macinata (10 euro). Molti sono i piatti con carne, meno di pesce e c’è anche una scelta di ricette vegetariane.

    Chiuso al mercoledì

    Indirizzo: Galleria Buenos Aires 14

    Telefono: 022043712

    Email: ristorante.batong@gmail.com

  • Litle Italy

    Proprio alle spalle del teatro, a tre minuti di distanza, è una trattoria che fa parte di una catena di locali sparsi tra Milano e l’hinterland. Ma la conduzione risulta familiare, cordiale ed efficiente. Ambiente semplice, due piani di sale e salette arredate con gusto semplice e senza il diffuso show off meneghino. Piatti frutto del mix di culture gastronomiche della casa, cilentane, toscane e salentine, con un pizzico di Basilicata ( i peperoni cruschi) offre una gamma di gustose pizze, fritti, fiori di zucca ripieni, melanzane imbottite, carni e pesce… ma non manca il tocco lombardo con l’immancabile risotto e la cotoletta orecchio di elefante (pure in versione imbottita con mortadella e altro). Prezzi intorno ai 20-25 euro , calice di vino o birra compresi.

    Indirizzo: via Alessandro Tadino, 41

    Website: https://littleitalymilano.com/

  • Non solo Lesso

    Una sala relativamente piccola e una sotto, scendendo una scala di una decina di gradini massimo. Arredamento accogliente, predomina il legno scuro nei tavoli, i portabottiglie sparsi per il locale, cassettiere e credenze: la parola “tradizione” è la prima che salta in mente entrando da “Non solo lesso”, in via Redi angolo via Jan. Fuori folle di persone si rincorrono tra le vetrine di Buenos Aires, qui, nelle corte vie appena dietro il corso, si respira subito un clima accogliente e rilassato. Breker, il proprietario, viene dalle terre percorse dal fiume Brenta, in Veneto: una vera e propria oasi con paesaggi incantevoli, sia naturalmente che per la ricchezza di ville storiche, monasteri, chiese. Ecco che, nel suo ristorante, la cucina rispecchia tutte queste caratteristiche: una cucina verace, di ingredienti genuini e ricette di tradizione “che si trovano un po’ in tutto il nord Italia” dice Beker. Ecco quindi trionfare il lesso (o bollito, 26 euro per testina, lingua, guancia, coda, cappello di prete, biancostato, geretto, cotechino, gallina serviti con salsa verde, mostarda, rafano, senape), che dà il titolo al ristorante, ma anche da provare il brasato, cotto per più di 3 ore, con la puree (ottima, 20 euro). Se i secondi trionfano (spezzatino, polpettone, cinghiale, straccetti ad esempio, sui 18, più cotoletta o ossobuco alla milanese 26 e 25 euro), da provare, tra i primi, la crema di zucca, 10 euro, i ravioli valtellinesi o le caramelle alla piacentina, 13.

    Indirizzo: via Redi angolo via Jan

    Telefono: 0236533440

    Website: http://www.nonsololesso.it/

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