Vite sole, che si riflettono nel reciproco bisogno d’amore. All’Out Off il dramma di Hanoc Levin
Di Marta Calcagno BaldiniCategoria Recensioni
Pubblicato Maggio 19, 2023
Una storia assurda, ma che nella finzione teatrale arriva all'essenza della verità
Un testo, “La puttana dell’Oho“, dell’autore israeliano Hanoch Levin (1943-1999), nella traduzione di Pino Tierno, che è un’opera d’arte: si vorrebbe poter uscire dal Teatro Out Off, dove è in scena fino al 4 giugno, ricordando tutte le parole a memoria. Espressioni che sintetizzano la vita tra ironia, amarezza, fantasia e meraviglia. Una prostituta, Stefania Ugomari di Blas, un barbone-padre, Mario Sala, e uno figlio, Antonio Gargiulo: “gli altri divorano il mondo, e io ingoio saliva”, i tre firmano anche la regia dello spettacolo. Lo dice la puttana, ma potrebbero pronunciare questa frase anche gli altri due personaggi. Per un dramma astratto, che con immagini fantasiose quanto efficaci ed essenziali sa raccontare la solitudine e il bisogno d’amore di ogni essere umano, andando dritto al cuore.
Lo spettacolo inizia con il monologo di Sala, il barbone-padre: è il suo compleanno, festeggia settant’anni, e decide di investire una parte dei soldi che ha risparmiato per un’ora di sesso con una prostituta. La disperazione dei due nella convinzione con cui affrontano la trattativa per stabilire il prezzo del servizio fa capire che cambiano i parametri e gli argomenti, ma come uomini siamo tutti uguali: con lo stesso linguaggio e trasporto si sarebbe potuto trattare l’acquisto di una multinazionale. “Tu sei dio”, le dice il barbone. E lei, la puttana, interpretata con grande efficacia dalla Ugomari anche nella caratterizzazione dei movimenti (quella camminata a gambe un po’ divaricate come a ricordare un dolore al basso ventre per il troppo esercizio), tratta continuamente: non ha senso di pena per questo barbone, ogni minuto per lei è guadagno perso. Il barbone-padre dà fondo ai suoi averi (ma sarà vero? il sospetto che in realtà nasconda non si sa quanti denari nei suoi stracci aleggia per tutto lo spettacolo) e si accompagna alla prostituta.
Per un dramma che è emozionante quanto amaro, in cui ogni azione è mossa e motivata dal soccorso reciproco, indispensabile, non richiesto quanto spontaneo di ciascun personaggio verso l’altro: il barbone-padre non riesce nel suo intento. Troppa emozione? Troppo distacco nella prostituta verso di lui? Neanche a farlo apposta compare il barbone-figlio, Antonio Gargiulo, che prende in carico l’investimento del padre e conclude il rapporto con la prostituta (non dopo un’ulteriore trattativa).
In una scenografia spoglia di Gianluca Sesia, che tratteggia con pochi elementi distintivi il mondo della strada (bidoni della spazzatura, divani rovinati e luridi e poco altro) in cui si consuma la vita di chi non ha riferimenti, se non nel sogno di altro: e allora ecco che “La puttana dell’Ohio”, citazione che dà il titolo al dramma, si riferisce ad una prostituta che esisterebbe e rappresenterebbe l’ideale per ogni donna di strada, con una schiera di medici e inservienti per permetterle di asservire alle innumerevoli richieste di uomini che vogliono spendere del tempo con lei. E’ il sogno sia del barbone-padre che del figlio, come anche della puttana protagonista, e vivere nell’irrealtà sembra l’unica possibilità reale per chi abita in problemi ormai insormontabili. Per uno spettacolo che è metafora della vita, una metafora apparentemente lontana e fantasiosa, ma nel senso e nel significato straordinariamete coerente.
DURATA: 60 minuti
Teatro OUT OFF via Mac Mahon 16, Milano
ORARI: martedì, mercoledì, giovedì, sabato ore 19.30. Venerdì, ore 20.30. Domenica, ore 16.00
INFO: Tel. 02-34532140, biglietteriaoutoff@gmail.com, info@teatrooutoff.it – www.teatrooutoff.it, FB @teatrooutoff Instagram @teatrooutoff Linkedin @TeatroOutOff
PREZZO BIGLIETTI: Intero, 20 euro. Under26,14 euro. Over65, 10 euro
Consigli per prima o dopo lo spettacolo
La Rava e la Fava
Ottima trattoria piemontese di piccole dimensioni a pochi minuti dal teatro Out Off. Dalla Tartare di Fassone al Tartufo Nero (18 euro), ai Tajarin Piemontesi al Ragù (13 euro) o al burro e tartufo nero d’Alba (16 euro) state pur certi che passerete un’ottima serata. Accompagnata anche dalla cortesia del marito, milanese, della proprietaria (Clarissa, è lei la piemontese, non c’era quando siamo andati noi) e simpatia e l’eleganza dei camerieri, indiani
Indirizzo: Via Principe Eugenio, 28, 20155 Milano
Telefono: 0233602175
Lumiere
Nell’Out Off è presente un ampio e piacevole bar e ristorante. La gestione è cambiata e il ristorante ha riaperto a fine novembre scorso dopo quattro emsi di lavoro. Le migliorie sono nella maggiore accuratezza ed eleganza della sala, resta molto piacevole e di qualità la proposta dei piatti. L’aperitivo è giustamente semplice con buon vino, birra o cocktail a scelta e solo patatine, olive e poco altro (prima di entrare in sala il tempo raramente è sufficiente per consumare troppi piattini sfiziosi. Si finisce per avere fretta e non gustare alcunché). La cena per il dopo spettacolo invece consente di assaporare vari piatti tipici della cucina italiana, primi e secondi, a prezzi nella norma.
Indirizzo: Via Mac Mahon, 16, 20155 Milano
Telefono: 0249782503