Una Locandiera mai vista: perchè senza energie

Di Marta Calcagno Baldini

Categoria Recensioni

Pubblicato Febbraio 22, 2024

Sonia Bergamansco ne "La Locandiera", credit @GianlucaPantaleo
Sonia Bergamansco ne "La Locandiera", credit @GianlucaPantaleo

Sarà la lettura politica e femminista di Antonio Latella a rendere inefficace la sua regia al Piccolo Teatro Streheler o, più probabile, la mancata capacità interepretativa della Bergamasco?

Se un’attrice non ha più voglia di recitare, forse è meglio che si ritiri dalle scene. Questa l’impressione che si riceve dopo aver visto Sonia Bergamasco nei panni di Mirandolina al Piccolo Teatro Strehler per La Locandiera diretta da Antonio Latella, in scena da ieri (20 febbraio) al 3 marzo. Il regista legge la commedia, del 1752, come un testo che invita alla consapevolezza civile: “scegliendo alla fine il suo servitore come marito, Mirandolina fa una scelta politica, mette a capo di tutto la servitù, nobilita i commercianti e gli artisti, facendo diventare la Locanda il luogo da dove tutta la storia teatrale del nostro paese si riscriverà, la storia che in qualche modo ci riguarda tutti”. A parte la condivisione del fatto che questo potesse essere il sottotesto di Goldoni, siamo sicuri che adottare tale lettura significhi necessariamente rendere La Locandiera uno spettacolo sofferto, dove ciò che esprime Mirandolina è quasi più il rammarico per la battaglia che ha deciso di sostenere che i risultati immediati che riceve? Una Bergamasco disperata, che spesso si accuccia sulla scena, e alla fine addirittura piange confessando che “ha paura della sua onestà”? Dal momento in cui accoglie il Cavaliere di Ripafatta, il Marchese di Forlimpopoli e il Conte d’Albafiorita la Locandiera-Bergamasco inizia a soffrire: ogni artefizio, ogni tecnica che Goldoni aveva portato in teatro per mostrare come da sempre, in realtà, la maggior parte delle donne riesca a resistere al maschilismo imperante ammaliando e illudendo l’uomo, in questo spettacolo viene annientata. La sua Locandiera fa della sua sopravvivenza una battaglia politica e sociale, che la Bergamasco prende alla lettera e conduce uno spettacolo lento (“La Locandiera” lenta!), soporifero e inutilmente esplicito nella sua rivendicazione.

Gli altri attori, Marta Cortellazzo Wiel, Ludovico Fededegni, Giovanni Franzoni, Francesco Manetti, Gabriele Pestilli, Marta Pizzigallo e Valentino Villa sono nella parte. La scenografia, di Annalisa Zaccheria, è a servizio della commedia (un semplice interno senza tanti fronzoli), così come le luci (Simone De Angelis) e i costumi (di Graziella Pepe). La Bergamasco, con la sua espressione sempre dura e insoddisfatta, addirittura annoiata della scena, sembra essere incapace di poesia. Qualità che, invece, non solo non avrebbe tolto qualcosa alla lettura se vogliamo femminista di Latella, ma anzi, l’avrebbe resa ancor più credibile e possibile.

Info. Piccolo Teatro Strehler, Largo Greppi 1

Durata: 150 minuti compreso intervallo

Orari: martedì, giovedì e sabato; ore 19.30; mercoledì e venerdì, ore 20.30; domenica, ore 16. Lunedì riposo.

Prezzi: platea 33 euro, balconata 26 euro Informazioni e prenotazioni 02.21126116 – www.piccoloteatro.org

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