Un carrozzone di anime ingarbugliate
Di Marta Calcagno BaldiniCategoria Ciapa'l tram, Recensioni
Pubblicato Gennaio 8, 2025
Da non perdere il ritratto di famiglia dipinto ne "I parenti terribili" all'Elfo Puccini solo fino al 12 gennaio: nell'egoismo dato dalla debolezza la chiave della sofferenza
Pochi giorni in scena, purtroppo, per I parenti terribili, da ieri, 7 gennaio, fino al 12, all’ Elfo Puccini: vari teatri si sono uniti per produrre questa versione della commedia scritta da Jean Cocteau (1889-1963) nel 1938 (Teatro Stabile del Veneto, Teatro Stabile di Torino, Teatro Bellini-Teatro di Napoli, Teatro Stabile di Bolzano), quasi una corrispondenza con la varietà di voci e di personalità presenti nella drammaturgia. E infatti, la regia di Filippo Dini, anche in scena, porta all’estremo il senso di frammentazione che è proprio nell’arte dell’eclettico artista francese (1889-1963).
Varietà come divisione e relativa solitudine, questa sembra la chiave per leggere lo spettacolo. Cocteau, del resto, per primo ha combattuto tra varie identità presenti in se stesso. Dal suo orientamento sessuale, che ha conosciuto diverse fasi, alla necessità di raccontare l’essere umano in molteplici linguaggi (poesia, drammaturgia, sceneggiatura, disegno, saggistica, librettista per l’opera, regia e recitazione). E così non può stupire che, nello spettacolo all’Elfo, la storia di Michel, Cosimo Grilli, un giovane uomo viziato e amato morbosamente dalla madre Yvonne, Mariangela Granelli, sia raccontata in modo che ogni personaggio sembri vedere solo e unicamente il suo problema.
Lo spettacolo si apre con la crisi di Yvonne, descritta da un evocativo teatro danza che ne rappresenta il sogno, mostruoso, per l’assenza del figlio amato: è nervosa perché Michel è dalla sua fidanzata, Madeleine, Giulia Briata, una sua coetanea. La crisi è peggiorata da un grave diabete. Accorrono ad assisterla George, padre di Michel, lo stesso Filippo Dini, e la zia, Milvia Marigliano, sorella di Yvonne. In questa prima introduzione si aprono le parti e si intuisce il ruolo di ciascuna: il padre e la zia cercano apparentemente di difendere il giovane Michel da una madre possessiva, gelosa e invadente, ma di fatto hanno anch’essi motivi specifici per agire, ognuno secondo le proprie inclinazioni e necessità. Il dolore di Michel, che cerca di staccarsi a fatica dalla madre che insiste per attrarlo a sé, è solo il più visibile.
Basta poco per entrare in un groviglio di emozioni in cui ciascun personaggio porta il pubblico: incroci, segreti, speranze illusorie o meno, ma sistematicamente deluse. Perché l’egoismo muove le mosse di ciascuna delle anime presenti sul carrozzone (parola che gli attori usano per definire la famiglia di cui sono parte), egoismo dato dalla debolezza. E quindi, come spaventati adolescenti-adulti, in nome della mancanza di strumenti necessari per affrontare la realtà, tutto è unbelievable (altro termine proprio dello spettacolo), ma allo stupore non segue entusiasmo. Semmai paura.
Uno spettacolo che è recitato magistralmente, in una scena, di Maria Spazzi, che cambia, e che con pochi elementi permette a queste anime di muoversi agevolmente tra i loro stessi ingarbugli.
DURATA: 1 ora e 45 minuti senza intervallo
Teatro Elfo Puccini, sala Shakespeare, corso Buenos Aires 33, Milano
ORARI: mercoledì 8 gennaio, ore 20. Giovedì 9, ore 20:30. Venerdì 10, ore 20. Sabato 11, ore 20:30. Domenica 12, ore 16
Prezzi: intero € 38/34 | <25 anni € 15 | >65 anni € 20 | online da € 16,50
Biglietteria: tel. 02.0066.0606 – biglietteria@elfo.org – whatsapp 333.20.49021
www.elfo.org
Consigli per prima o dopo lo spettacolo
Bistro Olinda
Propone piatti semplici, da poter consumare se necessario in poco tempo, anche vegetariani e vegani, oltre alle nuove interpretazioni di classici della gastronomia italiana o le incursioni di ricette etniche. I dolci sono fatti in casa, la scelta di vini provenienti da piccoli produttori regionali. Olinda è un progetto collettivo nato nel 1996 con l’obiettivo di superare l’ex Ospedale Psichiatrico Paolo Pini di Milano per ricostruire accessi ai diritti di cittadinanza di persone con problemi di salute mentale.
Indirizzo: Teatro Elfo Puccini, Corso Buenos Aires, 33, 20124 Milano
Website: https://www.olinda.org
Non solo Lesso
Una sala relativamente piccola e una sotto, scendendo una scala di una decina di gradini massimo. Arredamento accogliente, predomina il legno scuro nei tavoli, i portabottiglie sparsi per il locale, cassettiere e credenze: la parola “tradizione” è la prima che salta in mente entrando da “Non solo lesso”, in via Redi angolo via Jan. Fuori folle di persone si rincorrono tra le vetrine di Buenos Aires, qui, nelle corte vie appena dietro il corso, si respira subito un clima accogliente e rilassato. Breker, il proprietario, viene dalle terre percorse dal fiume Brenta, in Veneto: una vera e propria oasi con paesaggi incantevoli, sia naturalmente che per la ricchezza di ville storiche, monasteri, chiese. Ecco che, nel suo ristorante, la cucina rispecchia tutte queste caratteristiche: una cucina verace, di ingredienti genuini e ricette di tradizione “che si trovano un po’ in tutto il nord Italia” dice Beker. Ecco quindi trionfare il lesso (o bollito, 26 euro per testina, lingua, guancia, coda, cappello di prete, biancostato, geretto, cotechino, gallina serviti con salsa verde, mostarda, rafano, senape), che dà il titolo al ristorante, ma anche da provare il brasato, cotto per più di 3 ore, con la puree (ottima, 20 euro). Se i secondi trionfano (spezzatino, polpettone, cinghiale, straccetti ad esempio, sui 18, più cotoletta o ossobuco alla milanese 26 e 25 euro), da provare, tra i primi, la crema di zucca, 10 euro, i ravioli valtellinesi o le caramelle alla piacentina, 13.
Ristorante Batong
Una sala abbastanza piccola a pochi minuti dal Teatro Elfo Puccini. Si trova in Galleria Buenos Aires 14, ma da un lato si affaccia su strada con ampie vetrate. Un gruppo di giovani camerieri, ragazze e ragazzi, simpatici. Tanti clienti cinesi, segno che la cucina è autenticamente asiatica. Infatti il Ristorante Batong è un unicum tra i locali che propongono piatti orientali a Milano: il menù qui è di piatti provenienti dallo Yunnan, regione nell’estremo sud ovest della Cina. Confina con Vietnam, Laos, Birmania e Tibet: ecco perchè si possono gustare qui ricette innovative oltre ai classici involtini primavera o ravioli al vapore (pur presenti). Imperdibili ad esempio gli spaghetti di riso in brodo piccante con carne di maiale macinata (10 euro). Molti sono i piatti con carne, meno di pesce e c’è anche una scelta di ricette vegetariane.
Chiuso al mercoledì
Indirizzo: Galleria Buenos Aires 14
Telefono: 022043712
Email: ristorante.batong@gmail.com
Litle Italy
Proprio alle spalle del teatro, a tre minuti di distanza, è una trattoria che fa parte di una catena di locali sparsi tra Milano e l’hinterland. Ma la conduzione risulta familiare, cordiale ed efficiente. Ambiente semplice, due piani di sale e salette arredate con gusto semplice e senza il diffuso show off meneghino. Piatti frutto del mix di culture gastronomiche della casa, cilentane, toscane e salentine, con un pizzico di Basilicata ( i peperoni cruschi) offre una gamma di gustose pizze, fritti, fiori di zucca ripieni, melanzane imbottite, carni e pesce… ma non manca il tocco lombardo con l’immancabile risotto e la cotoletta orecchio di elefante (pure in versione imbottita con mortadella e altro). Prezzi intorno ai 20-25 euro , calice di vino o birra compresi.
Indirizzo: via Alessandro Tadino, 41
Website: https://littleitalymilano.com/