Siamo stati alla serata di presentazione del nuovo Teatro del Borgo: entusiasmo e verità per una sala che rinasce

Di Marta Calcagno Baldini

Categoria Recensioni

Pubblicato Gennaio 24, 2023

Anche Giovanni Storti partecipa all'apertura del Teatro del Borgo: "vivo in questo quartiere da 30 anni"

Arrivo in via Verga 5, in quella che oggi viene chiamata Chinatown, e mi metto in coda all’ingresso. Quando è il mio turno dico il mio nome alla persona che ha la lista in mano degli ospiti. Questa chiama uno dei ragazzini che per quella sera sono nel ruolo fondamentale delle maschere e gli dice: “la signora è una giornalista”. È bastato questo: “Giornalista?! In prima fila, in prima fila!”. Mi guarda in faccia e mi dice: “mi segua!”. Se è vero che sempre è molto elegante e rassicurante essere condotti alla propria poltrona in teatro da una maschera, alla serata di apertura del “Teatro del Borgo”, domenica 22 gennaio, è stato anche emozionante. L’entusiasmo della mini-maschera, l’affluenza di pubblico in gran parte del quartiere, la bellezza della sala, che inaugurava proprio domenica dopo anni di chiusura.

Ieri sera all’inaugurazione del Teatro del Borgo, credit @Marta Calcagno Baldini

Il Teatro del Borgo, infatti, si chiamava Teatro Verga: è legato alla Parrocchia SS Trinità, e ritorna alla città completamente rimesso a nuovo dopo 3 anni di restauro (i lavori iniziarono nel 2019, e subirono vari rallentamenti causa Covid e non solo). “Io vivo in questo quartiere da 60 anni, guarda che meraviglia hanno fatto!” commenta una signora prima dell’inizio della serata. “Io sono qui anche da più tempo, ci hanno restituito il teatro!”. Due sale (Sala Battistini-Brenta, 190 posti) e Padovese (98, riservata ai corsi di teatro), un bar, energia che funziona a pannelli solari, un pollaio nel cortile che produce uova fresche tutti i giorni, riscaldamento geotermico e numerose piante: “Mi sento come Mosè nella Terra Promessa -dice Don Mario, 10 anni fa nominato parroco qui – Ogni vite, ogni asse di questo nuovo teatro è costata sangue e lacrime”. 

Don Mario alla serata di apertura, credit @Marta Calcagno Baldini

L’ex Verga era stato gestito infatti in modo non limpido, e mandare via la precedente direzione è stata un’ardua impresa anche giudiziaria (per vincere la quale due avvocati, uno penalista e uno civile, hanno prestato gratuitamente il proprio lavoro). La causa è stata vinta: “Sono felice di essere stato in grado di compiere la Missione del Signore -commenta emozionato Don Mario-. Ora cominciate a sognare! Il teatro è il luogo dove si può sognare ad occhi aperti”. Proprio ora, a termine dei lavori, lascia la parrocchia e passa il testimone a Don Errico: “Due sale: una dedicata a Fabio Battistini, regista e attore della scena teatrale milanese e l’altra a Lorenzo Brenta, imprenditore e collaboratore della ss. Trinità, sostenitori del progetto sin dai suoi albori. Il primo lavorò anche con Strehler e Gassman, l’altro era il suo aiuto nelle gestioni economiche e pratiche del teatro. Espressioni della comunità che ci circonda ogni giorno, come vogliamo che sia questo teatro. Pratica e artistica: sarà sempre e anzitutto un luogo di incontro e condivisione di idee ed esperienze.”

È intervenuto anche Tommaso Sacchi, assessore alla cultura del Comune, per esprimere la propria felicità nella riuscita dell’impresa: “aprire un teatro nel 2023 è un atto civico, politico, culturale di altissimo valore. Soprattutto dopo 2 anni di grande crisi. Il Comune si prende la propria responsabilità e prometto che sveltiremo i lavori ancora da realizzare che ci spettano, come il marciapiede davanti al teatro”.

Tommaso Sacchi assessore alla Cultura di Milano alla serata di apertura, credit @Marta Calcagno Baldini

Insomma, tutto ieri traspirava umanità, nella migliore delle sue versioni: condivisione, partecipazione, aiuto. Finalità e leggerezza. Impegno e bellezza. E molto divertimento: grazie alla musica dei Slide Pistols che hanno intrattenuto il pubblico con due strumenti a fiato e un benjo suonati magistralmente e allegramente a sprazzi lungo tutta la durata della serata (grande partecipazione quando hanno suonato “Oh mia bela Madunina”), e di tutto il modo con cui la serata era stata concepita. Da Fabio Zulli, il giovane attore diplomato all’Accademia dei Filodrammatici nel 2009 dopo una laurea triennale in ingegneria informatica che ora dirige questo nuovo teatro: “questa prima stagione deve ispirare casa -dice il direttore a Milanoateatro-. Qualcosa in cui il quartiere si riconosce e sente suo. Con Don Mario siamo d’accordo nel richiamare le origini di quest’area, popolari”. Ecco perché il Don ha avuto l’idea di cambiare nome all’ex Verga in “Teatro del Borgo”: il quartiere, prima di essere Chinatown, si chiamava un tempo “Borgo dei Scigulàt”, ovvero borgo dei cipollai, nonché parte del Borgo degli Ortolani racchiuso tra via Canonica e Paolo Sarpi. Qui si vendevano le cipolle migliori della città e della provincia. “Insomma-continua Zulli- Il teatro deve essere popolare. Io al momento non voglio proporre certe cose, che corrispondono al mio gusto, ma non posso. E in questo per me c’è la creatività di uno che nella vita fin ora ha sempre fatto l’attore”.

I Slide Pistols alla serata di apertura, credit @Marta Calcagno Baldini

Un cartellone vicino alle persone del quartiere anzitutto quindi, che è stato presentato con la partecipazione di Giovanni Storti, del trio Aldo, Giovanni e Giacomo: “Da 30 anni vivo in questa zona di Milano -dice a Milanoateatro dopo la presentazione-. Venivo in questa sala anche quando si chiamava Verga. Avevo persino presentato una serata di corsa, ero un appassionato. Questo posto mi sembra un importante spazio di aggregazione, di incontro. Non sapevo del fatto che il quartiere si chiamasse delle cipolle, è un retaggio di tanti anni fa”. 

Giovanni Storti la sera dell’inaugurazione, credit @Marta Calcagno Baldini

Sul palco per festeggiare l’apertura anche ospiti d’eccezione come Ippolita Baldini, che sarà anche protagonista del primo spettacolo della stagione e l’icona della comicità: come s’è visto dalle risate scoppiate in sala nei soli 10 minuti in cui ha interpretato un pezzo di “Mia madre è una marchesa”, spettacolo in stagione il 24 e 25 febbraio. Una produzione Teatro della Cooperativa , a cui si deve la partecipazione in sala di Renato Sarti, direttore appunto della Cooperativa, che ha scherzato e improvvisato con Storti. Lo spettacolo della Baldini è una storia privata che diventa strumento per una riflessione sul desiderio di realizzazione personale, una divertente provocazione che si rivolge a tutti, perché l’insicurezza non fa distinzioni sociali né culturali. 

Ippolita Baldini con Storti e lo staff del Teatro del Borgo

Il 24–25 marzo seguirà “Stand Up Poetry”, di e con Lorenzo Maragoni, che anche si è esibito all’apertura, produzione Trento Spettacolo. Poesia, un concerto senza musica, una playlist di pezzi che parlano dell’amore, del lavoro, dell’arte, della stessa poesia. In bilico tra reale e surreale, tra spoken word e stand up comedy, un’ora per scoprire un nuovo modo di fare poesia.

Il 2 aprile “Passio”, la passione vista attraverso gli occhi di Maria vedrà in scena Alessia Pellegrino e Paolo Antonio Simioni, fondatori di EuAct, compagnia internazionale fondata nel 2010 a Berlino che ha all’attivo circa 20 spettacoli andati in scena in contesti come l’ex Parlamento di Budapest, Teatro La Fenice, l’istituto Teatrale di Berlino e Expo di Milano. 

Mohamed Ba, molto efficace e simpatico, si è visto uno sketch del suo lavoro dal vivo, proporrà il suo “Sono Incazzato Bianco”, il 21-22 aprile, un racconto teso e fluente tra comico e dramma.

 Partire per la Terra Promessa può essere per tanti una delusione insormontabile. Il 26-27 maggio ATIR presenterà Aldilà Di Tutto con Chiara Stoppa e Valentina Picello. Un viaggio in Croazia dove ogni cosa diventa simbolo e metafora di vita, morte e dei miracoli che possono accadere nel mezzo. Chiuderà la stagione con “L’estinzione dei Panda” (testo di Greta Cappelletti), Agemò Teatro, gruppo di attori neodiplomati che presenterà lo spettacolo in anteprima nazionale,dopo un periodo di residenza presso Teatro del Borgo.

Tutti i protagonisti della serata di inaugurazione, in piedi il neo direttore Fabio Zulli. Credit @Marta Calcagno Baldini

“Io sono soprattutto attore -dice ancora Zulli a Milanoateatro dopo la presentazione del cartellone-. Ho fondato compagnia Oyes con cui ho vinto il premio Histrio come migliore compagnia under 18. Ora spero di continuare a fare teatro e cinema. Ora c’è fuori un mio film, ‘Il signore delle formiche’ di Gianni Amelio. Ero insegnante di teatro qui, quando è arrivata l’occasione di aprire questo teatro ho detto ‘va bene’. Certo, significava investire molto tempo, fatica, dedizione. E uscivamo dal covid”. e continua, con un po’ d’ironia: “Da quel momento mi sono arrivate così tanti lavori teatrali quanti nn ne ho mai avuti. È un continuo palleggiarsi tra una cosa e l’altra, ma per me la recitazione me è vitale. Nn riuscirei a fare solo l’organizzatore”. Ti ritieni soddisfatto? “Ho scoperto quanta creatività deve esserci per fare le cose che funzionino. Non avevo la minima idea di come gestire il teatro: ma mi ha aiutato il fatto di arrivare con i l teatro in restrutturazione. E ho capito che la stessa creatività che ci vuole per creare uno spetatcolo è la stessa del creare una stagione“. Hai dei modelli a cui ti ispiri? “No, per adesso la maggior parte degli artisti che sono intervenuti stasera e in stagione sono di questo quartiere. E per me è importantissimo: si parte da qui. Poi mi aprirò alla danza, al teatro di figura, alle marionette, ad artisti vari da tutta Italia. Ma prima  da qui“.www.teatrodelborgomilano.com

Il rinfresci finale dopo la serata di presentazione, credit @Marta Calcagnoo Baldini

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