Popolizio torna al Piccolo con “M Il Figlio del Secolo”, spettacolo da vedere

Di Marta Calcagno Baldini

Categoria Recensioni

Pubblicato Ottobre 17, 2022

Assistere a “M Il Figlio del Secolo”, lo spettacolo di Massimo Popolizio dal libro di Antonio Scurati e che torna al Piccolo Teatro Strehler dal 28 settembre al 16 ottobre, è un momento di vera soddisfazione perché dimostra a quali risultati artistici possano portare la competenza, lo studio, la professionalità e la sensibilità artistica. Massimo…

Assistere a “M Il Figlio del Secolo”, lo spettacolo di Massimo Popolizio dal libro di Antonio Scurati e che torna al Piccolo Teatro Strehler dal 28 settembre al 16 ottobre, è un momento di vera soddisfazione perché dimostra a quali risultati artistici possano portare la competenza, lo studio, la professionalità e la sensibilità artistica. Massimo Popolizio, attore genovese più volte Premio Ubu e già interprete di molte regie di Luca Ronconi (oltre che, tra gli altri, attore ne “Il divo” e “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino), torna sul palco del Piccolo per un progetto che di per sé è prova di grande profondità intellettuale: portare in teatro l’omonimo romanzo di Antonio Scurati, Premio Strega nel 2019. Lo spettacolo, prodotto dal Piccolo Teatro di Milano, Teatro di Roma e Luce Cinecittà, si avvale di un cast di 16, tra attori e attrici, oltre a Popolizio che in scena è affiancato da Tommaso Ragno (nel complesso si tratta un lavoro di diciotto attori per circa ottanta ruoli). Sì, perché questo spettacolo è una resa teatrale, poetica e artistica di ciò che ha creato la nascita del Fascismo. Due sono i Mussolini in scena, a volte contemporaneamente altre non. Nello scambio Popolizio e Ragno c’è il Mussolini ideale e quello umano, la figura storicizzata e terrificante e quella reale, che usa la paura altrui per rendersi forte.

In questa dualità c’è un’altra magia che solo il teatro consente: il realismo poetico, di cui parlava Strehler, non certo quello cinematografico. Come nei 31 quadri, che si propongono e alternano sul palco, dinamici e diversi tra loro: non ci sono teorie chiuse da sostenere, c’è il fascino dell’alternanza, la moltitudine di punti di vista. Uno spettacolo insomma in cui si intersecano le varie voci che, in modo coordinato e vivace, descrivono la situazione che portò all’ascesa di Mussolini. Agli spettatori si offre un mosaico di momenti, con un titolo ciascuno, e unendo le varie scene alla fine il senso che emerge prepotentemente è la debolezza intellettuale e la mancanza di autonomia di pensiero della maggior parte delle persone. Non solo perché credono all’abbaglio dell’uomo forte, Mussolini, che crea la sua autorità promettendo ricchezza, salario, lavoro e benessere. Il Duce sfrutta la paura appena superata della Prima Guerra Mondiale, la povertà e l’ignoranza delle classi inferiori e allo stesso tempo il desiderio di appagamento di quelle più ricche: attraverso immagini chiare, momenti vari ben descritti e interpretati, lo spettacolo descrive in modo impeccabile il periodo che instrada l’Italia al fascismo. Siamo nei sei anni che seguono la Grande guerra, con l’impresa di Fiume, il basculare del paese verso la rivoluzione socialista, la reazione e il dilagare dello squadrismo, la rocambolesca Marcia su Roma (di cui nell’ottobre del ’22 ricorre il centenario): la violenza dilaga. Protagonisti ne sono il fondatore del fascismo almeno quanto i suoi comprimari, da Marinetti, a D’Annunzio, a Margherita Sarfatti, gli antagonisti Nicola Bombacci, Pietro Nenni e Giacomo Matteotti (colto anche nella commovente relazione epistolare con la moglie Velia), Italo Balbo, gli smobilitati della Grande guerra e tutta una nuvola di individui venuti dal basso. Protagonista, si potrebbe dire allora, è l’intera comunità nazionale, “il paese opaco”, quasi che il fascismo non sia “l’ospite di questo virus che si propaga ma l’ospitato”. Le scene sono di Marco Rossi; Gianluca Sbicca firma i costumi; le luci sono curate da Luigi Biondi, il suono da Sandro Saviozzi, i video da Riccardo Frati e i movimenti da Antonio Bertusi.

Info e prenotazioni

Piccolo Teatro Strehler (Largo Geppi,1 – M2 Lanza)

Dal 28 settembre al 16 ottobre 2022

Orari: da martedì a sabato, ore 19.30; domenica ore 16. Lunedì riposo.

Durata: 180’ incluso intervallo

Prezzi: platea 40 euro, balconata 32 euro

Tel: 02.21126116

Prenotazioni online: www.piccoloteatro.org

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