Marina Rocco è la nuova Franca Valeri e Adriana Asti: torna al Teatro Franco Parenti “La Maria Brasca”

Di Marta Calcagno Baldini

Categoria Recensioni

Pubblicato Giugno 6, 2024

Il mondo subalterno della periferia milanese descritto da Giovanni Testori (e allora censurato) va in scena per la regia di Ruth Shammah nella sua ritrovata attualità

Far vivere e rivivere le produzioni di successo di un teatro è sacrosanto, anzi: sarebbe bello se fosse possibile per gli stabili riuscire a mantenere sempre in circolazione il più a lungo possibile i propri successi. Così sta avvenendo, da ieri, al Teatro Franco Parenti (TRIC-Teatro di rilevante interesse culturale) dove ha ri-debuttato La Maria Brasca, di Giovanni Testori per la regia di Andrée Ruth Shammah: fino al 16 giugno Marina Rocco è nel ruolo della protagonista, la Maria appunto, calzettaia in una fabbrica di Niguarda dal carattere indipendente e sfrontato, che lotta senza cedere per quelli che ritiene i propri valori. Crede nella sua identità, e, senza pudore, ama.

Marina Rocco e Filippo Lai in scena, credit @LorenzoBarbieri
Marina Rocco e Filippo Lai in scena, credit @LorenzoBarbieri

Questa produzione di successo della scorsa stagione è a sua volta una delle opere più conosciute di Testori, scritta nel 1959 e andata in scena al Piccolo Teatro di Milano nel marzo del 1960, con la regia di Mario Missiroli, con Franca Valeri nei panni della protagonista. Per la Rocco reggere confronto con la Signorina Snob o forse, meglio, in questo contesto, con Cesira la Manicure, è già una responsabilità. Ed è ancora più arduo sostenerlo con Adriana Asti, che fu la Brasca nel 1992 proprio al Teatro Franco Parenti nientemeno che per la regia Andrée Ruth Shammah. Eppure Marina Rocco, milanese classe 1979, con la sua aria dolce e apparentemente sempre un po’ sulle nuvole, è una protagonista fino infondo, che sa entrare nel cuore e nella mente degli spettatori con la sua firma attoriale specifica.

Marina Rocco, credit @TeatroFrancoParenti

Siamo in una Milano periferica degli anni ’60. L’allestimento scenico è quello firmato da Gianmaurizio Fercioni, indubbiamente tra i migliori disegnati in questi 50 anni dallo scenografo e fondatore dell’allora Salon Pier Lombardo: immerge protagonisti e pubblico in un cortile della periferia milanese degli anni Sessanta su cui si affacciano, al primo piano, la finestra e la porta di casa della protagonista. A lato, sul palco, anche un paio di file di poltrone teatrali, come a ricordarci la presenza di Testori, che viveva quegli stessi mondi e poi li raccontava per il teatro. Tra le musiche di Fiorenzo Carpi che costellano lo svolgimento dello spettacolo e i costumi di Daniela Verdenelli, che sono fedeli anche nei dettagli all’epoca della vicenda, gli attori si muovono in tutto lo spazio scenico, entrando e uscendo dalla casa della Brasca, che convive anche con la sorella Enrica, Mariella Valentini, Angelo il cognato, Luca Sandri. Filippo Lai, Romeo Camisasca, il giovane amante, va e viene in bicicletta per trovare la Brasca in cortile, cercandone l’amore.

Se non vogliamo dare proprio tutto il merito della buona riuscita di questo spettacolo alla capacità attoriale della protagonista possiamo affermare che, oltre all’abilità anche degli altri interpreti, questa scenografia-mondo la aiuta per esplicitare il piccolo ambiente in cui sono costretti a muoversi tutti i turbinosi e appassionati sentimenti della Brasca. Il suo essere emancipata e sfrontata, infatti, si scontra necessariamente con la società di costrizioni sociali a cui ogni donna è ancora costretta negli anni Sessanta: non c’è altra scelta che il matrimonio e i figli, meglio fare in fretta e sistemarsi come primo obbiettivo. Se la sorella Enrica è l’emblema di questa scelta, con i due bambini di cui è costretta ad occuparsi e il marito che la tradisce sotto gli occhi di tutti, Maria dimostra di voler lottare per mantenere vivo l’amore del suo Romeo per arrivare ad un matrimonio scelto e non di opportunismo. Una donna che non accetta compromessi, e che, proprio perché insegue la Verità, è, ancora oggi, “uno stimolo a inseguire i propri sogni e vivere con grande fiducia nel futuro” conclude la regista.

DURATA: 1 ora e 45 minuti

INFO. Teatro Franco Parenti, via Pier Lombardo 14, www.teatrofrancoparenti.it, biglietteria@teatrofrancoparenti.it. Tel: 02-59995206.

ORARI: martedì 4 Giugno – 20:00, mercoledì 5 Giugno – 19:45, giovedì 6 Giugno – 21:00, venerdì 7 Giugno – 19:45, sabato 8 Giugno – 19:45, domenica 9 Giugno – 19:45, martedì 11 Giugno – 20:00, mercoledì 12 Giugno – 19:45, giovedì 13 Giugno – 21:00, venerdì 14 Giugno – 19:45, sabato 15 Giugno – 19:45, domenica 16 Giugno – 19:45

PREZZI: da 38 a 18 euro.

Consigli per prima o dopo lo spettacolo

  • Parenti Bistrot

    Prima dello spettacolo offre aperitivo alla carta, servizio bar e cena placé. Dopo è possibile cenare o bere un cocktail (il menù offre piatti classici come   Spaghetti di Gragnano, pomodori del Piennolo e basilico, 12 euro, o Risotto alla milanese con gremolada essicata, 14 euro, cotoletta ala milanese, 24 euro, fritto di calamari e fiori di zucca, 16 euro).

    Indirizzo: Teatro Franco Parenti, Via Pier Lombardo, 14, 20135 Milano

    Telefono: 393440101739

    Email: prenotazioni@gudmilano.com

  • Salt Food Atelier

    Un nome e un programma. O meglio un sale, il “Maldon”. Il logo di “Salt”, il ristorante in via Pierlombardo 23, è infatti il rombo che rappresenta i cristalli di sale pregiati della città inglese dove viene prodotto, situata sull’estuario del fiume Blackwater. E’ quasi l’unica nota anglosassone che si trova nell’elegante sala vicina al Parenti, che ha anche un ampio spazio esterno: il ristorante offre infatti una gustosa cucina italiana, piatti gustosi e ricette varie. E pensare che lo chef, Steven Walters, è inglese, o meglio scozzese di Edimburgo, ecco da dove ha origine la passione per il Maldon. “Ho conosciuto la mia futura moglie fuori da una discoteca nella mia città, ci siamo innamorati”. Ora tutta la famiglia (bambino e genitori di lui, “solo mio fratello e mia sorella sono rimasti in Scozia”) si è trasferita a Milano. Si può dire che il locale goda della straordinaria affabilità, cortesia e gentilezza di Steven, qualità che si riscontrano anche nell’arredamento, contemporaneo, ma semplice e raffinato, e le ricette proposte gli corrispondono. Al giovedì sera musica live. Prezzi nella norma.

    Indirizzo: via Pier Lombardo 23

    Telefono: 3425113260

  • VINO Enoteca con mescita

    Ubicato praticamente davanti al teatro Franco Parenti. E’ un locale piccolo, che si riempie facilmente, arredato in modo rustico ma elegante. Pochi tavolini in esterno. Presenta una buona scelta di vini e si possono consumare piatti anche veloci come taglieri. Non chiedete solo un bicchiere di vino con le patatine perchè berrete soltanto.

    Indirizzo: Via Pier Lombardo, 9, 20135 Milano

    Telefono: 0228098239

    Website: https://www.enotecavinomilano.it/

  • BBQ

    Da sempre a conduzione famigliare (lui milanese lei di origini argentine), questo ristorante insieme rustico e raffinato punta tutto sulla carne: filetto, tagliata, fiorentina, chateaubriand, tartar per citare i piatti imperdibili, sia per il sapore che per l’ottima qualità. Tra ottimi vini, si trova anche la cerveza Quilmes o la Buenos Aires, mentre, tra le pregiate carni perlopiù italiane, non manca l’entrecote di manzo argentino “Rioplatense”. In menù da assaggiare anche il Salame di Varzi (12 euro), o le tagliate (22 euro, 48 quella “All’antica”, per due persone), come i filetti (27 euro).

    Indirizzo: via Pasquale Sottocorno 5, Milano

    Telefono: 0276003571

    Website: https://ristorantebbqmilano.it/il-menu/

Altri articoli relazionati