Al Palazzo delle Stelline dal 17 al 18 gennaio si è consumata una ‘Sera di Gala’, la mostra di Fabio Sironi come un incontro tra le arti

Di Marta Calcagno Baldini

Categoria Oltre il sipario

Pubblicato Gennaio 19, 2023

Una mostra al Palazzo delle Stelline che ha significato l'incontro tra le arti. Opere di Fabio Sironi in dialogo con la musica di Gianni Mimmo, la scrittura di Poe, il video e la performance

L’occasione è stato il X Congresso della FISAC/CGIL (Federazione Italiana Sindacale Assicurazioni e Credito) Lombardia nell’ambito del XIX Congresso nazionale della CGIL che si è svolto il 17 e 18 gennaio al Palazzo delle Stelline a Milano: in parallelo allo svolgimento dei lavori congressuali nella Sala Verdi, al 1° piano dell’ex orfanotrofio femminile milanese, si è consumata una ininterrotta “Sera di Gala”, titolo della personale di Fabio Sironi, artista milanese classe 1956 che vanta una pluridecennale collaborazione con il Corriere della Sera e una parallela attività di pittore e performer. 8 opere esposte in una sala ad hoc riservata all’artista adiacente a quella per il Congresso: tre dipinte, tre stampe in digitale, un video appositamente creato per l’occasione da 3V production di San Paolo (Brasile). Insomma è vero, le quattro pareti erano ricoperte dai disegni, le stampe e dal video di Sironi, ma l’inaugurazione di martedì 17 alle 18.30 è stato un riassunto di ciò che l’essenza di questa mostra ha significato: un autentico momento di incontro e scambio tra le arti

la sera dell’inaugurazione, credit @Marta Calcagno Baldini
Sera dell’inaugurazione, credit@ Marta Calcagno Baldini

Per l’occasione, infatti, Gianni Mimmo jazzista pavese, classe 1957 che da anni persegue l’incontro tra musica e arte, il 17 sera si è esibito al saxofono soprano davanti alle opere e insieme a Sironi (anch’egli musicista, dilettante ma di buon livello). La sera dell’inaugurazione la sala era piena, e gli artisti hanno suonato insieme prendendo ispirazione di volta in volta dalle opere esposte. Si sono intrattenuti anche con Marta Calcagno Baldini, curatrice della mostra, per spiegare al numeroso pubblico intervenuto il loro linguaggio.

La curatrice intervista Sironi all’Inaugurazione,  credt@Marta Calcagno Baldini
Dialogo tra gli artisti la curatrice e le opere in mostra, credit @Marta Calcagno Baldini
Sironi risponde alle domande di una persona intervenuta all’inaugurazione, credit @Marta Calcagno Baldini

 Se Mimmo ha raccontato il trasporto e l’immediatezza con cui l’arte diventa per lui musica in automatico, “anche la musica è una forma”, al punto di aver inventato un alfabeto musicale ad hoc per quando trasporta delle immagini in onde sonore, Sironi, dalle tele esposte, ha riassunto, sollecitato dalla Calcagno, le chiavi con cui interpreta il mondo: quella della fantasia e dell’ironia.  Ecco allora anzitutto l’opera che dà il titolo alla mostra, “(è)sera di gala”, una grande tela con interventi di pittura informale, collage di fotografie e rielaborazioni digitali: immagini scattate in varie occasioni di vita e di lavoro, nature, architetture, forme, oggetti (come istantanee di scarpe, o di fossili)… sono spunti che hanno colpito Sironi negli anni e fanno parte del suo ricco archivio artistico. Sono, anche e soprattutto, la sua risorsa di fantasia per riuscire a guardare con ironia (ma non con disincanto) la realtà. Poi “Histoire du soldat” (190×140 cm), del 2019, in cui un soldato gigantesco e armato fino ai denti sembra avanzare in un campo di battaglia. Eseguito su carta con acrilico, bruciature e collage, il guerriero imbraccia un lungo mitra ed è coperto da cartuccere e granate. Eppure, nel suo incedere pur minaccioso, un uccellino incurante della situazione resta tranquillamente posato su uno degli arbusti che utilizza per mimetizzarsi. O come “Il Cavallo di Troia” di epica memoria, realizzato sempre nel 2019 in acrilico e collage su carta (137 cm x 186): la pancia dell’animale è vuota, la scaletta ben appoggiata per terra. È una citazione, nessun dettaglio vuole indicare dove si trovi in quel momento l’animale di legno. Che siano scappati tutti i soldati prima di entrare nelle mura della città? Insomma, lo sguardo critico e ironico, ma non cinico, con cui Sironi rappresenta i problemi attuali sembra una strizzata d’occhio rivolta agli uomini: siamo tutti uguali, diamoci meno importanza e cerchiamo di trovare una chiave per uscire dai guai.

Il Cavallo di Troia, 2019, acrilico e collage su carta (137 cm x 186)

 Uno stile che trova, in Sironi, la massima espressione nel “Teatro Fracking”, progetto a cui l’artista lavora dal 2016 e che sarà sviluppato anche alle Stelline. Fracking è un termine inglese coniato per definire una tecnologia per l’estrazione di idrocarburi: la “frattura idraulica”. Spiega l’artista: “Ci sono degli strati rocciosi sotterranei inzuppati di idrocarburi che possono essere liberati mediante getti d’acqua ad alta pressione. Una forma di ricerca di energia fossile alternativa alla classica trivellazione di giacimenti di gas e petrolio. Quando ho saputo dell’esistenza del Fracking sono rimasto molto colpito: ho così creato il progetto ‘Teatro Fracking’, guardando appunto alla frattura, allo strappo, alla rottura, che simboleggiano gli attriti, le lacerazioni, i conflitti dell’umanità”. Ecco quindi che, quando l’opera è conclusa, Sironi la lacera, durante una performance musicale, per poi ricomporla e ottenerne una nuova lasciando in evidenza la “cicatrice “. Un percorso dall’ immagine compiuta alla frammentazione per approdare a un’opera ex novo: un’idea che prende ispirazione dalle Avanguardie del ‘900 e dalla tecnica Kintsugi giapponese e che oggi risulta quanto mai attuale. “Di solito distruggo l’opera originale e la ricompongo mostrando la frattura: mi interessa mettere in risalto la cicatrice, il trauma che racconta una storia. O, come ha fatto Burri nel Grande Cretto a Gibellina, partire da una tragedia per trovare un significato, un simbolo. Come nella vita: hai un’esperienza che ti conduce a una nuova riflessione”. Attualmente, però, Sironi sta sperimentando un’ulteriore declinazione del Teatro Fracking: “distruggere l’opera mi pare una procedura aggressiva in questo momento, l’ho quindi accantonata per concentrarmi solamente sull’ incontro tra musica e arte visiva“. Ecco perché, alle Stelline, all’inaugurazione, “(è) sera di gala” non è stata distrutta (info. Corso Magenta 61, Milano. www.stelline.it, T. 02-45462.41, fondazione@stelline.it).”E’ sera di gala” particolare Credit @Fabio Sironi

 “E’ sera di gala” Video credit @3V Productions

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