Alla Cooperativa la Stagione parte col piede sinistro

Di Marta Calcagno Baldini

Categoria Stagioni

Pubblicato Settembre 26, 2023

Un infelice esordio alla presentazone del cartellone alla Casa della Memoria, in cui Renato Sarti, direttore della sala a Niguarda, ha raccontato l'intera stagione senza dare rilievo alla presenza di Tommaso Sacchi assessore alla cultura

Era la presentazione della Stagione 2023-24 del Teatro della Cooperativa o era un comizio politico di stampo totalmente anarchico, per non dire disorientato-basta che ci dichiariamo “contro”? questa l’unica impressione possibile ascoltando questa mattina, martedì 26 settembre, le parole di Renato Sarti, direttore della Sala in via Hermada 8 a Niguarda. Non che sia un mistero l’impegno sociale del teatro e la sua giusta vicinanza al quartiere della periferia Nord-Ovest di Milano in cui si trova. Ma parlare di “necessità di una controffensiva”, di “resistenza”, “clima tremendo”, e addirittura temere che pure nella periferia di Niguarda “ci possa sfuggire un po’ di mano la situazione nonostante finora la comunità sia antifascista e creda nella giustizia sociale”, fino a esprimere timori come,“temo il fascismo economico”, ecco tutto ciò appariva sinceramente un po’ farsesco, o “vagamente esagerato”.

Come anche totalmente fuoriluogo il modo con cui Sarti ha approcciato e trattato Tommaso Sacchi, assessore alla cultura di Milano, che è intervenuto alla conferenza seppur con una decina massimo di minuti di ritardo per i quali si era scusato tramite WhatsApp avvisando l’organizzazione. “Ecco arrivare Tommaso Sacchi. Ti sei perso gli interventi più importanti, la parte più importante” gli dice vedendolo e riferendosi alle parole del portavoce dell’Anpi (Associazione Nazionale Partigiani Italiani), dell’Aned (Associazione Nazionale Ex Deportati nei Campi Nazisti) e l’Isituto Parri, che conserva la memoria storica del nostro Paese: erano stati i primi a prendere parola a inizio conferenza. ” Preferisci parlare adesso o alla fine? se tu stai qui preferirei parlare un po’ della stagione prima e poi…”. L’assessore annuisce sedendosi, del resto non aveva scelta. Comunque i minuti di ritardo devono aver urtato parecchio Sarti dato che, tempo dopo, con fare scherzoso, ad un tentativo di intervento di Sacchi non manca di dirgli: “sei arrivato tardi, adesso parli per ultimo”. Questa l’accoglienza che il direttore ha riservato all’assessore alla cultura di Milano, che peraltro è parte di una giunta che con la temuta dittatura di destra da cui saremmo governati ha nulla a che fare. Quando, alla fine della presentazione-comizio del direttore, finalmente Sacchi è potuto intervenire (come se non avesse altri impegni), questo ha seccato Sarti con un intervento serio e politico: “mi interessa certificare il vostro impegno con la mia presenza qui. Noi ci siamo con tutte le fatiche del caso”, e si è complimentato per un cartellone “di grande teatro”. Sarti, che forse non aveva capito chi aveva davanti pur essendo l’assessore giovane (classe 1980), ha boffonchiato delle scuse per il suo comportamento aggressivo e immaturo.

La domanda quindi sorge spontanea: dove porterà tutta questa rabbia? Peccato, perché nonostante l’esordio ruvido la stagione effettivamente potrebbe anche promettere bene, come ha sottolineato Sacchi, considerando il tipo di teatro che la Cooperativa è intenzionata a proporre. Ovvero: anche se non si è della stessa parte politica può essere interessante confrontarsi andando a vedere qualche spettacolo.

Non a caso la Stagione 23-24 si chiama “Su la testa! rubando il titolo a una trasmissione che fece scalpore su Rai3 e che a sua volta riprendeva ribaltando quello del film di Sergio Leone “Giù la testa” in cui un mucchio di canaglie trovava il proprio riscatto allenarsi con contadini sfruttati.

25 titoli, 12 produzioni di cui 3 debutto nazionali, 13 ospitalità di cui una prima nazionale per più di 120 alzate di sipario. Anzitutto, quindi, soettacoli che sottolineano l’mpegno politico, come il “Il Duce delinquente”, 13/15 ottobre, con Aldo Cazzullo e Moni Ovadia, che leggeranno i testi di Mussolini e delle sue vittime. Torna “Giovinette- Le calciatrici che sfidarono il Duce”, 28 novembre/3 dicembre per lavregia di Laura Curino, sulla prima squadra di calcio femminile italiana, nata durante il fascismo. Tornano anche due lavori scritti e diretti da Renato Sarti, “Matilde e il tram per San Vittore”, 19-24 marzo, sulle donne e la Resistenza, e “I me ciamava per nome”: 44.787- Risiera di San Sabba”, 23-28 gennaio, sull’opificio truestino divenuto un campo di sterninio.

A questi spettacoli si accompagna una scelta di titoli di stand up comedy (come il ritorno di Antonello Taurino con “Sono bravo con l lingua- Una storia di fonemi, idiomi, linguistica e computer” (30 gennaio-11 fabbraio) e per i più piccoli.
Previste anche date fuori dalla Cooperativa, come tra gli altri, il 17/18 ottobre al Teatro Elfo Puccini con “Miri-Prima e dopo Basaglia” o “Coppia aperta, quasi spalancata” che sarà al Martinitt il 15-18 maggio per la regia di Sarti.

Info. Teatro della Cooperativa, via privata Hermada 8. Tel. 02-6420761, info@teatrodellacooperativa.it, www.teatrodellacooperativa.it

2 commenti

  • Paolo bosisio

    Ottimo articolo in cui l’onestà intellettuale si accompagna a un’inevitabile ironia

    • grazie prof! ero un po’ amareggiata anche a dire il vero. davanti a chi tu finanzia mostrare schifo e una supposta onestà intellettuale che risultava del tutto fuoriluogo

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