L’isolamento collettivo ai tempi del Covid raccontato dalla danza

Di Marta Calcagno Baldini

Categoria Festival, Recensioni

Pubblicato Luglio 6, 2025

"Impermanence", credit @andrea_veroni
"Impermanence", credit @andrea_veroni

Al Festival dei Due Mondi di Spoleto va in scena "Impermanence": la Sydney Dance Company guidata da Rafael Bonachela dall'Australia sul palco del Teatro Romano

Stanno girando l’Europa, Milanoateatro li ha visti il 28 giugno scorso alla Prima delle due sere in cui erano presenti al Festival dei Due Mondi di Spoleto con Impermanence: sono i 20 ragazzi della Sidney Dance Company, la formazione diretta da Rafael Bonachela, ballerino catalano classe 1972 che dal 2008 è alla guida della compagnia australiana. Per lui la danza è “movimento puro”, energia evocativa di sentimenti e condizioni. La danza deve raccontare il mondo di oggi, l’umanità contemporanea.

Ecco che Impermanence è stato ideato da Bonachela durante una visita parigina successiva al rogo nella Cattedrale Notre Dame in cui era insieme a Bryce Desser, il compositore che poi scriverà tutte le musiche dello spettacolo. Un rogo: emergenza improvvisa con cause magari non immediatamente valutabili, ma che mettono subito a rischio tante persone. Impermanence, ovvero impermanenza, precarietà, instabilità.

Ecco entrare sul palco del Teatro Romano i 20 giovani ballerini, ragazze e ragazzi, prima tutti insieme: accompagnati dalla musica dal vivo appositamente composta da Bryce Dessner (due violini, Charlotte Maclet e Leslie Boulin Raulet, una viola, Céline Tison, e un violoncello, Juliette Salmona) si spostano da una parte all’altra dello spazio scenico con azioni quasi meccaniche, indotte, non individuali. Un’introduzione che simboleggia una condizione uguale per tutti: ballerine e ballerini indossano una semplice canottierina e slip di diverse tonalità di colore (costumi di Aleisa Jelbart). Sembrano vestiti da casa, da chi non è previsto che esca per tutto il giorno e quindi si butta una cosa comoda addosso. Tutti uguali. Il pensiero immediataente va al Covid, ai giorni interi intrappolati in casa in cui il corpo era diventato un prigioniero e allo stesso tempo un tesoro da salvaguardare e non mettere in pericolo.  

"Impermanence", credit @andrea_veroni
“Impermanence”, credit @andrea_veroni

Tutti siamo guidati da televisioni, radio, media e ci adeguiamo alle norme comportamentali anti contagio. Però, sembra dire Bonachela, in questa necessità di adattamento esiste ancora il singolo, e la sua ansia.

Ecco quindi che tutta la seconda parte dello spettacolo si compone di assolo o al massimo balli a due, ma raramente a contatto: c’è un bisogno di stare insieme che pare tangibile, indiscusso, continuamente stimolato. D’altra parte, però, il ballo di copia è limitato, prevale l’isolamento.

Impermanence, credit @andrea_veroni

Per un lavoro di rara difficoltà: su una base musicale astratta, poco orecchiabile, che testimonia l’insicurezza e la provvisorietà del momento storico passato, si stagliano innumerevoli passi, movimenti a scatti, nervosi, provvisori e difficilmente catalogabili. Una danza, affasciante, che lascia rapiti e estraniati: bisogna abbandonarsi alla complessità e novità del momento, come era in epoca Covid. Senza cercare una struttura logica al ballo, che riflette più l’individuale reazione del singolo alla complessa situazione contingente, o “impermanente”.

Durata: 60 minuti

INFO: Teatro Romano

28 e 29 giugno, ore 21.30

www.festivaldispoleto.com, tel. 0743-776444

Festival Box Office & Merchandising, via Saffi, 12. Aperto dal 27 marzo tutti i giorni con orario 10-13 e 15-18. Box Office Vivaticket, viale Trento e Trieste 78. Punti vendita nazionali Vivaticket, elencati sul sito www.festivaldispoleto.com

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