Al Teatro Leonardo ancora solo stasera e domani: un viaggio all’Inferno, in ogni senso

Di Marta Calcagno Baldini

Categoria Ciapa'l tram, Recensioni

Pubblicato Novembre 1, 2025

Corrado D'Elia in "Macbeth", credit @CompagniCorradoD'Elia
Corrado D'Elia in "Macbeth", credit @CompagniCorradoD'Elia

Il nuovo progetto, scritto e diretto da Corrado D'Elia, anche interprete principale, si allontana dal suo teatro di parola per cercare di rendere in modo astratto il senso del Male. Ma non convince.

Chi pensa di conoscere il lavoro di Corrado D’Elia, davanti al suo Macbeth, Inferno, dovrà ricredersi. È in scena al Teatro Leonardo ancora fino a domani, 2 novembre, la rilettura della tragedia shakesperiana Macbeth che si muove su canoni di teatro fisico, d’immagine, che scardina la trama e diventa un progetto aleatorio e astratto. Corrado d’Elia, Chiara Salvucci, Marco Brambilla insieme a altri sei attori (Sabrina Caliri, Irene Consonni, Tommaso Di Bernardo, Edoardo Montrasio, Denise Ponzo e Diego Saponara) appaiono e scompaiono da una scena completamente buia, nera, di Fabrizio Palla, che li illumina a tratti.

Il senso di queste apparizioni e sparizioni, lo si capisce poco dopo, non c’è. Sì, D’Elia definisce lo spettacolo “Un viaggio infernale, terrificante e perfetto”. Ma perché scrivere una drammaturgia in cui si immagina di scendere negli inferi con Macbeth, generale scozzese? La trama della tragedia shakesperiana è nota: nel dramma il protagonista uccide il re di Scozia e si impossessa del trono, spinto da una profezia di tre streghe e dal convincimento della moglie. A omicidio compiuto il senso di colpa tormenta il neo re, ma, invece che stimolarlo a cercare una via di salvezza, lo porta a commettere omicidi sempre più gravi, fino a raggiungere la follia proprio a causa del bagno di sangue commesso, e darsi alla morte.

Chiara Salvucci in Macbeth, credit @CompagniacorradoDelia

Dati quindi per assunti malefizi di Macbeth, lo spettacolo di D’Elia si compone di varie scene di teatro danza con parole e sequenze di luce-buio che semplicemente dovrebbero permettere di entrare nel mondo post mortem del crudele tiranno e della moglie, Lady Macbeth, Chiara Salvucci. Che prende fin troppo spazio nello spettacolo: certo, è protagonista nella degenerazione crudele del marito, lo istiga e incoraggia a entrare nel Male. Ma ciò è reso blandamente: con più momenti in cui la Salvucci compie supposti balli malefici. Immancabile anche una scena di pseudo sesso, in cui ovviamente lei è protagonista e soggioga quasi il marito, per almeno cinque minuti di cui potrebbe fare tranquillamente a meno. Non perchè sia particolarmente sconcia, ma per l’associazione sesso-potere: piuttosto scontata. Meglio il D’Elia che lavora sulla parola e la profondità psicologica dei personaggi che decide di portare in scena.

DURATA: 75 minuti

INFO: Teatro Leonardo, via Ampère 1- www.mtmteatro.it, biglietteria@mtmteatro.it – 02.86.45.45.4

ORARI: martedì/sabato ore 20.30 – domenica ore 16.30

PREZZI: intero € 30,00 – convenzioni € 24,00 – ridotto Arcobaleno (per chi porta in cassa un oggetto arcobaleno) € 24,00 – Under 30 e Over 65 € 17,00 – Università € 17,00 – scuole di Teatro € 19,00 – scuole civiche Fondazione Milano, Piccolo Teatro, La Scala e Filodrammatici € 11,00 – Scuole MTM € 10,00 – ridotto DVA € 15,00 tagliando Esselunga di colore ROSSO

Consigli per prima o dopo lo spettacolo

  • Ampere 57

    un’accoglienza estremamente gentile e ricca di attenzioni per un ristorante che sembrerebbe invece uno di quelli in cui il cliente può venire trascurato essendo di grandi dimensioni. Il proprietario è lo stesso dell’officina situata proprio accanto, ecco perchè tutto il ristorante è arredato con fotografie, gigantografie e quadri di macchine d’epoca o Vespe anni Cinquanta.

    Indirizzo: Via Andrea Maria Ampère, 57, 20131 Milano

    Telefono: 0236521125

    Website: https://ristoranteampere57.it/

  • Al’Less

    Una cucina di stile rustico e nutriente, con grande preferenza di piatti a base di carne e con la specialità del lesso (a partire dal bollito misto, con tutti i principali tagli di carne e tutte le salsine classiche come il bagnetto vedre piemontese, la mostarda, il rafano, la pearà veronese). Ma non aspettatevi lo stile di una cascina in campagna: arredi vintage scovati chissà dove, colori e luminosità del locale riportano alla peculiarità che rende il ristorante unico: come per il menù, si reinterpreta a tradizione in modo moderno e innovativo.

    Indirizzo: Viale Lombardia, 28, 20131 Milano

    Telefono: 3455499830

    Website: https://www.alless.it/

  • Baia Chia

    Il primo pensiero che viene in mente mentre si è al Baia Chia, ristorante di cucina sarda in via Antonio Bazzini 37, è “qui tornerò”. Ambiente relativamente piccolo (meglio prenotare), una cinquantina di posti in due salette, in cui tutto è affidato alle mani di Donatella, campidanese, che gestisce con poche parole e molta attenzione. Con lei il figlio, un ragazzo intelligente e sensibile, curioso del mondo che ogni sera entra nel suo locale. D’altra parte chi scopre il Baia Chia sente di aver trovato non solo l’autentica cucina sarda, ma anche lo stesso spirito un po’ schivo, percettivo e aperto-ma-con-riserva dell’Isola. Abbiamo assaggiato (tra la prima volta e le altre in cui siamo tornati) un ottimo antipasto di calamaretti fritti, per passare ai culurgiones (ravioli al sugo di pomodoro ripieni di patate e menta), e  poi il misto di antipasti sardi, la fregola (una sorta di cous cous in versione sarda), e come dessert, la classica seada (raviolo con formaggio fuso ricoperto di miele), accompagnata da un bicchiere di mirto. Da provare, poi, anche le cozze alla vernaccia e il frittino di calameretti. Non sono parchi nel versare vino, se lo prenderete al calice, consigliamo l’ottimo Vermentino di Gallura. Prezzi decisamente ragionevoli (sui 30 euro a testa).

    Indirizzo: via Antonio Bazzini 37

    Telefono: 022361131

    Email: baiachiaristorante@hotmail.it

  • La Cuccuma

    A pochi minuti a piedi dal Leonardo, è l’ideale per un dopo teatro e non solo perché la cucina chiude a Mezzanotte (e se ci sono gruppi possono anche proseguire), ma anche perché è un ristorante-pizzeria che esiste da 50 anni, e l’esperienza si percepisce subito: gentilezza e cortesia del personale, freschezza degli ingredienti per ricette ischitane-napoletane (del resto “cuccuma” è il nome della moka partenopea). Noi abbiamo assaggiato spigola al forno coi carciofi (per 2) e melanzane, e un fritto napoletano di antipasti. Più un bicchiere di vino (71 euro) Quando lo abbiamo provato c’era seduta affianco a noi una tavolata napoletana, come a conferma della qualità. L’architettura interna ricorda quella di una nave, e la conduzione è famigliare.

    Indirizzo: Via Giovanni Pacini 26, 20131, Milano

    Telefono: 022664945

    Email: info@lacuccuma.it

    Website: http://www.lacuccuma.it/

  • Trattoria Sole

    Si chiama “Trattoria Sole” perché si scorge lo stabile che ora ospita il ristorante in questione in un fotogramma del film di De Sica “Miracolo a Milano” (del 1951): la scena è quella del raggio luce che scalda per pochi secondi la folla povera e infreddolita. Aarredi vintage cercati con cura e rigore, per sprofondare in quella Milano periferica di cui racconta il film, per gustare ricette della tradizione milanese ma non solo: fusilli al pesto, riso freddo con tonno e capperi, o fusilli con crema al radicchio rosso. Per passare al roast-beef con olio e rosmarino, o alla torta rustica con merluzzo, broccoli e zucchine. Insomma la tradizione lombarda si unisce a quella regionale italiana con spazio per tocchi di fantasia e ispirazioni da tutto il mondo.

    Indirizzo: Via Carlo Valvassori Peroni, 41, 20133 Milano

    Telefono: 022364182

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