Femminilità “dolcemente complicate” in uno spettacolo intenso e commuovente
Di Marta Calcagno BaldiniCategoria Recensioni
Pubblicato Febbraio 24, 2024
All'Elfo Puccini torna in scena "Tre donne alte", la regia di Ferdinando Bruni del 2022 che rappresenta in modo efficace le diverse stagioni di una donna
Uno spettacolo delicato e potente, come le donne sanno essere: Ida Marinelli, Elena Ghiarov e Denise Brambillasca sono un’anziana signora, una di mezza età e una giovane. Tre donne alte, produzione Teatro dell’Elfo a partire dal testo di Edward Albee (vincitore del Premio Pulitzer e del Lucille Lortel Awards nel 1994 nonché dell’Evening Standard Award in Gran Bretagna) del 2022, che torna in scena all’Elfo Puccini fino al 10 marzo per la regia di Ferdinando Bruni, in un’ora e 45 minuti (più intervallo), accompagna il pubblico in una meditazione morbida quanto inesorabile sul tema della femminilità: cosa significhi essere donna, e soprattutto come l’idea stessa che ognuna ha di sè cambi con l’età. Perché la femminilità non è una, ma tante.
Una scena, di Francesco Frongia, che raccoglie in una stanza i simboli che le tre donne incarnano, primi fra tutti un grande orologio senza lancette e un letto (di parto e di morte). In mezzo siedono Ida Marinelli, Elena Ghiaurov e Denise Brambillasca: un’anziana ereditiera, la sua badante e una giovane assistente avvocato che deve controllare le spese della vecchia. Aldilà delle categorie che rappresentano, incarnano tre momenti di vita e riescono a renderli in modo davvero toccante sia a parole quanto a movimenti e interpretazione fisica. Tra le perdite di memoria dell’anziana, le fughe in bagno emergenziali e sorrette dalla badante, i ricordi snocciolati come perline e poi improvvisamente persi, l’anziana di Ida Marinelli è una reale e profonda interpretazione della bontà e tenerezza che sopraggiungono negli anni, con un residuo di orgoglio e una inattesa saggezza che a volte improvvisamente diventa infantilismo. La Ghiaurov, la badante, è perfetta nel suo essere presente e professionale quanto non parente: è coinvolta dalla scombussolata condizione della vecchia, ma mai davvero impressionata. Quanto invece lo è la Brambillasca: il fastidio che prova verso la condizione che per forza, tra anni, ma l’attende, maschera appena la paura che la giovane vede nel tempo che passa. E quindi, davanti alle vite toccate dal dolore delle altre due, si difende proclamando un’incrollabile fiducia nel futuro.
Racconti commuoventi di vita, parole antiche (il brilì, al posto di pene) portano al secondo tempo: la scena è uguale ma con ancora meno riferimenti al reale. Siamo in un altro Tempo, quello eterno: le tre donne sono tre anime, a questo punto spogliate dal gioco di ruolo. Sono uguali, fanno i conti con la propria fase di vita tra speranze, disillusioni e errori. La presenza, nel secondo tempo, anche di un figlio-fantasma, Stephan Haban, che solo con lo sguardo esprime tutto il suo fastidio per essere stato messo al mondo, sembra portare a uno spettacolo che racconta solo gli errori. Ma non è così: la profondità di questo testo parla semmai ai cuori di ogni fase dell’esistenza, individuandone sì le difficoltà, ma forse, infondo, soprattutto, gli aspetti postivi e ciò che la vita insegna.
DURATA: Un’ora e 45 minuti più intervallo
INFO: Teatro Elfo Puccini, sala Fassbinder, corso Buenos Aires 33, Milano Orari spettacolo: martedì ore 21 | mercoledì e giovedì ore 20 | venerdì ore 20.30 sabato 19.30 | domenica ore 16.30 Prezzi: intero € 34 / <25 anni € 15 / >65 anni € 18 / online da € 16,50 Biglietteria: tel. 02.0066.0606 – biglietteria@elfo.org – whatsapp 333.20.49021
Consigli per prima o dopo lo spettacolo
Bistro Olinda
Propone piatti semplici, da poter consumare se necessario in poco tempo, anche vegetariani e vegani, oltre alle nuove interpretazioni di classici della gastronomia italiana o le incursioni di ricette etniche. I dolci sono fatti in casa, la scelta di vini provenienti da piccoli produttori regionali. Olinda è un progetto collettivo nato nel 1996 con l’obiettivo di superare l’ex Ospedale Psichiatrico Paolo Pini di Milano per ricostruire accessi ai diritti di cittadinanza di persone con problemi di salute mentale.
Indirizzo: Teatro Elfo Puccini, Corso Buenos Aires, 33, 20124 Milano
Website: https://www.olinda.org
Rosy e Gabriele
Troverete la storica pizzeria degli attori e persone dello spettacolo. I due originari fondatori del ristorante (Rosy e Gabriele) ora sono in pensione, ma 11 anni fa, hanno lasciato il locale a chi già lavorava con loro da 37 anni. Qui la cucina è aperta fino a tardi (il ristorante chiude all’1), in un ambiente movimentato, allegro e in cui lavorano veri professionisti del servizio ai tavoli, da sempre in sala con camicia bianca e papillon nero. Gestiscono l’arrivo di clienti con o senza prenotazione con maestria e simpatia. Si possono mangiare classici piatti milanesi come risotto o cotoletta, ma la specialità è la pizza, presente in varie ricette. Sarete serviti in un’unica sala da pranzo conviviale dal sapore anni ’70-’80, come il paniere d’altri tempi che contiene amaretti, dolcetti alle mandorle e caramelline al limone o alla menta che viene servito a fine pasto se si sceglie di non prendere il dolce.
Indirizzo: Via Giuseppe Sirtori, 26, 20129 Milano
Telefono: 0229525930
Ristorante Batong
Una sala abbastanza piccola a pochi minuti dal Teatro Elfo Puccini. Si trova in Galleria Buenos Aires 14, ma da un lato si affaccia su strada con ampie vetrate. Un gruppo di giovani camerieri, ragazze e ragazzi, simpatici. Tanti clienti cinesi, segno che la cucina è autenticamente asiatica. Infatti il Ristorante Batong è un unicum tra i locali che propongono piatti orientali a Milano: il menù qui è di piatti provenienti dallo Yunnan, regione nell’estremo sud ovest della Cina. Confina con Vietnam, Laos, Birmania e Tibet: ecco perchè si possono gustare qui ricette innovative oltre ai classici involtini primavera o ravioli al vapore (pur presenti). Imperdibili ad esempio gli spaghetti di riso in brodo piccante con carne di maiale macinata (10 euro). Molti sono i piatti con carne, meno di pesce e c’è anche una scelta di ricette vegetariane.
Chiuso al mercoledì
Indirizzo: Galleria Buenos Aires 14
Telefono: 022043712
Email: ristorante.batong@gmail.com
Litle Italy
Proprio alle spalle del teatro, a tre minuti di distanza, è una trattoria che fa parte di una catena di locali sparsi tra Milano e l’hinterland. Ma la conduzione risulta familiare, cordiale ed efficiente. Ambiente semplice, due piani di sale e salette arredate con gusto semplice e senza il diffuso show off meneghino. Piatti frutto del mix di culture gastronomiche della casa, cilentane, toscane e salentine, con un pizzico di Basilicata ( i peperoni cruschi) offre una gamma di gustose pizze, fritti, fiori di zucca ripieni, melanzane imbottite, carni e pesce… ma non manca il tocco lombardo con l’immancabile risotto e la cotoletta orecchio di elefante (pure in versione imbottita con mortadella e altro). Prezzi intorno ai 20-25 euro , calice di vino o birra compresi.
Indirizzo: via Alessandro Tadino, 41
Website: https://littleitalymilano.com/
Non solo Lesso
Una sala relativamente piccola e una sotto, scendendo una scala di una decina di gradini massimo. Arredamento accogliente, predomina il legno scuro nei tavoli, i portabottiglie sparsi per il locale, cassettiere e credenze: la parola “tradizione” è la prima che salta in mente entrando da “Non solo lesso”, in via Redi angolo via Jan. Fuori folle di persone si rincorrono tra le vetrine di Buenos Aires, qui, nelle corte vie appena dietro il corso, si respira subito un clima accogliente e rilassato. Breker, il proprietario, viene dalle terre percorse dal fiume Brenta, in Veneto: una vera e propria oasi con paesaggi incantevoli, sia naturalmente che per la ricchezza di ville storiche, monasteri, chiese. Ecco che, nel suo ristorante, la cucina rispecchia tutte queste caratteristiche: una cucina verace, di ingredienti genuini e ricette di tradizione “che si trovano un po’ in tutto il nord Italia” dice Beker. Ecco quindi trionfare il lesso (o bollito, 26 euro per testina, lingua, guancia, coda, cappello di prete, biancostato, geretto, cotechino, gallina serviti con salsa verde, mostarda, rafano, senape), che dà il titolo al ristorante, ma anche da provare il brasato, cotto per più di 3 ore, con la puree (ottima, 20 euro). Se i secondi trionfano (spezzatino, polpettone, cinghiale, straccetti ad esempio, sui 18, più cotoletta o ossobuco alla milanese 26 e 25 euro), da provare, tra i primi, la crema di zucca, 10 euro, i ravioli valtellinesi o le caramelle alla piacentina, 13.