Pochi giorni per vedere “Lazarus”, l’ultimo spettacolo che ideò David Bowie prima di morire
Di Marta Calcagno BaldiniCategoria Ciapa'l tram
Pubblicato Maggio 25, 2023
Al Piccolo Teatro Strehler va in scena la musica suonata da vivo dell'artista inglese. Manuel Agnelli, degli Afterhours, è il divo che rappresenta tutte le minoranze
Meglio dire cosa non è “Lazarus”, l’opera rock di David Bowie e Enda Walsh, presentata e prodotta da ERT / Teatro Nazionale in esclusiva per l’Italia e in scena al Piccolo Teatro Strehler da martedì 23 a domenica 28 maggio. “Lazarus”, per la regia del direttore di ERT Valter Malosti, non è uno spettacolo jukebox con tutti i maggiori successi di Bowie, 140 milioni di album venduti in vita.
In scena due orchestre contemporaneamente suonano musiche dell’artista inglese morto a 69 anni a New York per eutanasia a causa dell’aggravarsi di un tumore al fegato. In scena Bowie è interpretato da Manuel Agnelli, front man degli Afterhours, milanese, 57 anni: “Bowie è quanto di più difficile si possa rappresentare -dice-. Anche perché in questo spettacolo ‘Lazarus’ per lui significa molte cose”. Aldilà della Bibbia, che non è evocata, Bowie voleva intendere “anzitutto Emma Lazarus -continua Agnelli-, la poetessa americana vissuta nella seconda metà del 1800, donna attiva contro le minoranze religiose e non solo”. E in questo spettacolo nonostante la corporatura alta e magra, i capelli lunghi e la voce possente, Agnelli-Bowie rappresenta una/tutte le minoranze: il testo è stato scritto dall’artista poco prima della sua scomparsa, insieme al drammaturgo irlandese Enda Walsh ed è considerato “il regalo d’addio di David Bowie al mondo”.
Su una scena possente, in cui su due lati del palco si muove un’orchestra di musicisti rock, Bowie sta nel mezzo: balla, canta, si muove. E’ piegato dalla malattia, ma la volontà di raccontarsi supera ogni fatica. Come se si trovasse su una navicella spaziale lanciata verso il futuro, e quello che sta mettendo in scena è il suo fantastico testamento creativo. Nella versione di Bowie e Walsh, infatti, il cantante è un alieno, ed è ancora prigioniero sulla Terra, sempre più isolato nel mondo, chiuso nel suo appartamento, in preda alla depressione e vittima dei suoi fantasmi e della dipendenza dal gin.
In questa situazione disperata Newton/Bowie (Thomas Geron Newton era anche il personaggio interpretato dal cantante nel film “L’uomo che cadde sulla terra”) riceve segnali dal passato attraverso la TV, capta visioni del futuro generate dalla sua mente, mescola realtà e sogni ad occhi aperti. I tempi si fondono tra presente e futuro.
Irreale e vero, fantasioso e complesso, questo spettacolo restituisce un mondo, quello dell’artista inglese. Agnelli, solista ai primi posti delle classifiche con l’album “Ama il prossimo tuo come te stesso” (2022) si dimostra un artista versatile approdando al teatro dopo la tv, il cinema e la radio. E’ affiancato da Michela Lucenti, cantautrice e polistrumentista vincitrice della XIV edizione di X-Factor Italia Casadilego e dalla coreografa e danzatrice. Sarà reale o è una presenza nella mente del cantante?
Vari personaggi, brave le ballerine, si aggirano nello spazio claustrofobico del suo appartamento, ma non si sa se siano veri o fantasie. Sul palco le due orchestre sono separate da un mega schermo, che però a ben guardare è solo un telo dietro cui si muovono gli attori, passando continuamente dalla dimensione reale, visibile direttamente in scena, a quella di un altro mondo ancora che qui si consuma. Per un lavoro complesso, che è molto di più di una semplice proposizione di cover del cantante. Si rappresenta un senso dell’esistenza diverso, nuovo, unico: per questo Newton/Bowie pare un alieno.
Consigli per prima o dopo lo spettacolo
Bar del Piccolo Teatro Strehler
L’aperitivo è possibile. Il servizio è professionale, e si offrono anche panini e toast oltre alla combinazione vino, patatine e noccioline (6 euro). Il Teatro Strehler però non è il luogo migliore per godersi un aperitivo pre spettacolo. Essendo infatti il bar molto vicino alla sala, è possibile accedervi solo quando questa viene aperta al pubblico. Inoltre non ci sono tavolini con sedie, si può stare solo al bancone o su tavoli alti per appoggiare il bicchiere. Ad ogni modo siamo a due passi da Corso Garibaldi dove non manca la scelta di luoghi per aperitivo e cena.
Indirizzo: Largo Greppi, 1, 20121 Milano
Dumpling Mywei
Perfetto se cercate un posto poco dispendioso, allegro, semplice ma curato nei dettagli (ad esempio è quasi perfettamente accessibile). Locale quindi piccolo ma completo, si trova davvero a pochi metri dalle gradinate che portano al Teatro Strehler. Prima, 8 anni fa, qui c’era solo un bar, gestione cinese. Da due anni e mezzo la stessa famiglia ha convertito la sala in una piccola ravioleria cinese — o dumpling bar, per dirla all’Inglese. Il nome fonde il termine cinese Meiwèi — il cui significato è “delizioso” — con l’espressione inglese My way, a modo mio. Un luogo gestito e frequentato da giovani, per gustare, prima o dopo spettacolo, ravioli cinesi freschi preparati secondo l’antica tradizione, ma ogni volta sempre diversi. Aperti tutti i giorni dalle 11:30 alle 15:30 e dalle 18:00 alle 23:30.
La Libera
Nel 1979 Italo Manca, ex marinaio di lungo corso, sempre elegante con i suoi grandi baffi, sigaro cubano Curchill e completi di stile inglese, apre (allora con il proprietario della Trattoria Vittoria) “La Libera”, una birraria con cucina, ossia una trattoria dove gustare piatti prevalentemente a base di birra, accompagnati dalle migliori birre del nord europa. Ancora oggi è possibile trovare in alcuni momenti in menu lo storico risotto alla birra, Il Liberato. Il menù propone specialitá regionali lombarde a base di carne e di pesce. Italo Manca è ancora proprietario della Libera, oggi con Gino Narducci.
Pandenus Bistrot
Chissà se Ramazzotti ci è andato da quando il suo ex Resentin, il locale in via Mercato 24, è stato rilevato nel 2018 dalla società Hotel Pandenus, controllata a sua volta dalla holding Bretzel proprietaria del marchio fondato da Filippo Lecardane. Il Resentin aveva chiuso nel 2014, ma Ramazzotti era rimasto proprietario dei muri cedendo l’attività a Crocetta, il locale (di un suo amico) noto in città per i suoi veramente ottimi panini in corso di Porta Romana 67. Da quando la gestione è della catena che attualmente ha locali anche in Gae Aulenti, Melzi d’Eril, Largo La Foppa, piazza Vetra, corso Concordia e via Tadino, chiaramente ha perso un po’ dell’autenticità e del sapore del rapporto vero tra cliente e gestore. Si tratta più di un’amministrazione tecnica che sta molto, molto, troppo (?) attenta alle entrate più che a cercare una affiliazione con chi si reca nel locale. Al punto che, quando ci siamo andati, abbiamo perso ben due volte tempo a dimostrare che il gruppo non aveva intenzione di truffare il ristorante senza pagare alcune quote. Con foto e scannerizzazioni di scontrini, risalendo anche ad errori del locale (che una volta aveva stampato un prezzo superiore a quello effettivamente consumato) abbiamo dovuto dimostrare la nostra onestà di clienti. E perdipiu’ il controllo interno della sicurezza è totalmente assente: la seconda delle due sere in cui siamo andati al Pandenus di via Mercato una signora del nostro gruppo ha subito il furto della sua borsa. La gestione non ha dimostrato alcun interesse nell’aiutarla nella ricerca, ne’ si è assunta la minima responsabilità dell’accaduto. Come se il furto non fosse avvenuto nel loro locale. Ovviamente, data la sfiducia dimostrata verso di noi come ladri e, paradossalmente, il furto subito proprio da una persona del nostro gruppo, non torneremo mai più. Peccato, perché la cucina, che in via Mercato ha come chef Enrico Bartolini, propone buoni piatti di ricette tradizionali italiane. Compresa la pizza, il risotto giallo e pastasciutta di vario tipo. A prezzi che, tra l’altro, sono perfettamente nella norma per un locale del centro. Non viene neanche in mente di alzarsi senza pagare!
Indirizzo: via Mercato 24
Telefono: 028693391
Email: mercato@pandenus.it
Website: https://www.pandenus.it/it/store/pandenus-via-mercato-24/
Rovello18
E’ un locale che sfrutta il fatto che arrivino in prevalenza turisti stranieri. Noi, tutti milanesi o comunque abitanti a Milano, eravamo in quattordici per un pre-teatro (è molto vicino allo Strehler): abbiamo prenotato specificando che avremmo scelto antipasti o primi leggeri. Non abbiamo pagato alla romana: ho speso 20 euro per una ridicola porzione di minestrone freddo e due bicchieri di bianco. Allora: servizio veloce, cucina più che mediocre e soprattutto imbroglioni. Assurdo il prezzo pagato rispetto al piatto scelto e soprattutto alla irrisoria quantità che mi hanno servito (il corrispondente di un bicchier d’acqua pieno). La zona di Brera-Garibaldi è sempre più sgradevole per chi abita in città, troppo turistica.
Indirizzo: via Tivoli 2
Telefono: 0272093709
Email: rovello18@gmail.com
Website: https://www.rovello18.it/