Per i suoi primi 50 anni il Teatro Elfo Puccini regala una stagione per ‘Ricordare il futuro’
Di Marta Calcagno BaldiniCategoria Ciapa'l tram
Pubblicato Febbraio 16, 2023
Ieri a Palazzo Marino una sala Alessi gremita di giovani ha riportato alla caratteristica tra le principali del teatro ora in Corso Buenos Aires: la sua capacità di attirare le ultime generazioni. E anche la nuova stagione/anniversario lo dimostra.
Si è svolta ieri, martedì 14 febbraio, in una sala Alessi di Palazzo Marino completamente piena, la conferenza di presentazione della stagione 2023/24 del Teatro Elfo Puccini, che è anche quella di un importante anniversario: i 50 anni di questo teatro. Che dalla sua apertura, nel 1973, ha saputo cavalcare diverse epoche e concezioni della società, dei gusti, e quindi dello spettacolo stesso come forma d’arte sempre in movimento ed evoluzione. C’erano anche Giuseppe Sala, Sindaco di Milano, e Tommaso Sacchi, Assessore alla Cultura: aldilà delle inevitabili lodi da parte delle istituzioni verso l’operato di un teatro che è amato dalla città, ciò che colpiva era la presenza di ragazzi e ragazze.
È noto che l’Elfo Puccini è uno dei palchi più seguiti dal pubblico giovanile, ma vederli anche al mattino ad una conferenza risultava davvero inaspettato. Il motivo si è presto chiarito: erano presenti diversi allievi delle Scuole Civiche, a cui l‘Elfo Puccini si è rivolto per il progetto-guida di questa nuova stagione. “Ricordare il futuro”, ovvero due produzioni raccolte sotto questo titolo: un’installazione interattiva sulla storia del Teatro dell’Elfo e uno spettacolo da allestire sui 50 anni di Storia italiana, dagli anni ’70 ad oggi, per aprire la stagione 2023/24.
Fondazione Milano è l’istituzione che raccoglie le varie Scuole Civiche e con cui è stato avviato il progetto di collaborazione per l’anniversario dell’Elfo: “i ragazzi che lavoreranno a ‘Ricordare il Futuro’ avranno tutti contratti regolari, questa deve essere una vera esperienza da poter inserire nel cv- dice Monica Gattini, direttrice generale di Fondazione Milano- è la generazione di nati nel 2000, affideremo il compito di raccontarci dove siamo oggi, a che punto ci troviamo”. Insomma, epoche diverse ma l’energia è la stessa del 1973, quando Ferdinando Bruni, Elio De Capitani, Corinna Agustoni, Cristina Crippa, Ida Marinelli, Giovanni Visentin, Luca Toracca, e Gabriele Salvadores si trovarono in uno scantinato in zona Sempione a provare a muovere i primi passi autonomamente dopo essersi conosciuti alla Scuola del Piccolo che oggi è la Civica Scuole di Teatro Paolo Grassi. Una continuità esemplare, che in Italia è unicum nel suo genere e anche per questo educativa per i giovani.
Si parte subito, con “I poeti non dormono la notte”, la ventiquattr’ore di poesia da domenica 19 febbraio alle 21 fino alle 21 di lunedì 20 in Sala Fassbinder. Da un’idea di Francesca Alfano Miglietti, l’evento, a ingresso gratuito, consiste un un’intera notte e un intero giorno alla scoperta della poesia. Oltre 200 tra lettori e autori si susseguiranno per provare che la poesia “ci ricorda cosa significa essere vivi, abbraccia alttre forme e esce dalla carta stampata”. Tra i vari appuntamenti con i linguaggi e le arti, si terrà anche una mostra di fotografia: “Ritratti di scena”, di Laila Pozzo, scattati negli ultimi 10 anni dell’Elfo.
Tra poesia, fotografia e spettacoli tutto il 2023 ruota intorno al concetto di “memoria” e “rinnovamento”: tornano infatti in scena successi dell’Elfo che puntano i riflettori sul dialogo tra le generazioni, sul confronto tra allievi/maestri, padri/figli, ricavandone materia teatralmente emozionante. Si è appena partiti con “Rosso”, sul rapporto tra il pittore Mark Rothko e il suo giovane assistente (14 febbraio/12 marzo), per arrivare al “Vizio dell’arte”, ancora sui rapporti fra arte e vita, sul confronto vecchiaia / giovinezza (9 maggio/2 giugno). Ma è soprattutto la tragedia di “Re Lear”, la nuova produzione della stagione 23/24, che più d’ogni altra ci parla dei pericoli di una vecchiaia che non sa rassegnarsi a cedere il passo al fluire della vita. “I tormenti di Re Lear – ricorda Harold Bloom – hanno una grande importanza per tutti noi, perché il dolore dei conflitti generazionali è per forza di cose universale”. Ottava messa in scena shakespeariana del Teatro dell’Elfo, diretta da Ferdinando Bruni e Francesco Frongia, vedrà nel ruolo del protagonista Elio De Capitani.
Tra le varie altre attività e spettacoli, per scoprire e riscoprire l’Elfo nelle parole di studiosi e osservatori, sono in corso di pubblicazione tre volumi: è appena uscita la nuova edizione de L’America di Elio De Capitani, studio di Laura Mariani a cui è stato aggiunto un capitolo sul personaggio di Ahab; uscirà invece in occasione del debutto di Re Lear il volume delle traduzioni di Ferdinando Bruni degli spettacoli shakespeariani dell’Elfo (anch’esso per le edizioni CuePress) e, sempre in autunno, verrà pubblicato da Titivillus un libro a più voci in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano.